Gli infortuni sul lavoro, spesso, non sono incidenti ma omicidi!

Analisi del Segretario Generale della UIL PierPaolo Bombardieri.

Le elezioni politiche si sono regolarmente svolte ed ora gli italiani vogliono risposte ai loro quesiti pressanti e urgenti. Fra questi il più importante è sicuramente quello sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Non passa giorno in cui al telegiornale non si senta parlare di un infortunio, un ferito o un morto sul lavoro. Com’è possibile una situazione del genere?

PierPaolo Bompardieri, Segretario Generale della UIL, ospite presso il Congresso Nazionale della “Feneal-Uil” svoltosi a Pizzo (Vibo Valentia), sul tema ha detto: “La politica è poco attenta alle questioni del lavoro e della sicurezza: ci sono 1.200 morti ogni anno e noi chiediamo che ci si ponga l’obiettivo di ‘zero morti sul lavoro’. Questo è il nostro impegno: continuiamo a rivendicare misure utili per cancellare questa tragedia”.

Nel suo intervento Bombardieri ha fatto sapere che la UIL s’impegnerà fortemente per far sì che si riducano sensibilmente le morti sul lavoro e ha motivato la sua scelta così: “lo dobbiamo a chi ha perso la vita mentre lavorava, lo dobbiamo a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori. Qualche risultato lo abbiamo ottenuto nel confronto con il precedente Governo, ma non basta. Dobbiamo proseguire lungo questa strada”.

Parlare di infortuni sul lavoro non porta consensi e non rende popolari ma chi si occupa di cronaca non può pensare di ignorare un fenomeno così grave ed imbarazzante per il nostro Paese.

L’INAIL fa sapere che nel solo 2021 ci sono state 630.000 denunce per infortunio sul lavoro di cui 1.274 mortali. Dati allarmanti se si pensa che le cosiddette “morti bianche” sono frutto di scarsa cultura della prevenzione, assenza di dispositivi di sicurezza ed inadempienze delle imprese.

Nel 2022 – e siamo solo a settembre – sono già morte più di 600 persone sul luogo di lavoro.

Chi si intende un po’ di lavoro si chiede cosa stiano facendo le ASL che, nel loro organico, hanno un apposito ufficio chiamato “SPreSal” (Servizio Prevenzione Salute) che deve occuparsi del benessere negli ambienti di lavoro.

I tecnici di questo ufficio dovrebbero occuparsi di vigilanza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, fare inchieste e accertamenti su malattie professionali e infortuni, promuovere iniziative d’informazione legate alla sicurezza e dare assistenza specialistica a lavoratori e aziende. Lo fanno?

A giudicare del numero di “morti bianche” e di infortuni sul lavoro si direbbe che questo servizio sia un po’ carente se non del tutto assente. Le Regioni sembrano sottovalutare il problema e pare che le ASL si sentano poco controllate con gli evidenti risultati di cui abbiamo parlato sopra.

L’argomento non si può esaurire in poche righe perché ci sono troppi lavoratori coinvolti da incidenti sul lavoro ed altrettante famiglie che soffrono per i loro congiunti vittime di un sistema malato e pernicioso di cui tutti sono al corrente ma nessuno vuole cambiare.

Certamente torneremo ad occuparcene nella speranza che il nuovo Governo affronti questo annoso problema e lo risolva in modo efficace e risoluto.

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Articolo pubblicato il 27/09/2022