La Sosta a Lucento della Sindone nel 1578, a Torino

La lapide a ricordo dell’avvenimento collocata sulla facciata dello stabile adiacente la Chiesa dei Santi Bernardo e Brigida, all’angolo tra le vie Pianezza e Foglizzo

La fastidiosa pioggia di venerdì 30 settembre non ha disturbato più di tanto la cerimonia per la collocazione della lapide a ricordo della Sosta della Sindone nel 1578, a Lucento, sull’esterno della Chiesa dei Santi Bernardo e Brigida.

Vi leggiamo che

La Santa Sindone, partita da Chambery, attraversò la Valle di Viù e giunse nel comprensorio del Castello del Duca Emanuele Filiberto di Savoia, di fronte alla Chiesa, il 5 settembre 1578.

La Santa Sindone fu ospitata qui fino al 14 settembre del 1578, in attesa dell’arrivo del cardinale Borromeo da Milano.

Alla cerimonia hanno partecipato autorità civili e militari, il gonfalone della Città di Torino e i componenti in costume d’epoca del gruppo storico Conti di Cremieu di Altessano, che hanno impersonato anche il Duca Emanuele Filiberto di Savoia e la consorte.

Erano presenti Gian Paolo Cerrini, vicesindaco di Venaria, Danilo Balagna, vicesindaco di Lemie, il professor Pierluigi Baima Bollone, insigne sindonologo, l’architetto Adriano Sozza, direttore dei beni culturali della Diocesi di Torino, il dottor Giorgio Slongo, in rappresentanza del Gruppo Savoia che ha portato i saluti del Principe Emanuele Filiberto, i soci di ChaTo OdV padre Mario Durando, Franco Giusti.

Lo scoprimento è stato preceduto da un incontro, svoltosi nel salone parrocchiale, aperto da Enrico Criscimanno, presidente della Circoscrizione 5, che ha ringraziato i promotori dell’iniziativa per poi analizzare il valore storico del complesso del Castello di Lucento, noto agli abitanti della zona, cui viene offerta la possibilità di assurgere al ruolo di richiamo turistico sopranazionale.

Giorgio Sacchi, volontario del Centro di Documentazione Storica della Circoscrizione 5, ha condotto una sintetica ed esauriente rievocazione storica, soffermandosi poi sulla grande passione del Duca per il Castello di Lucento e il suo parco di caccia, passatempo molto amato da Emanuele Filiberto, e ha lamentato il mancato inserimento fra le Dimore Sabaude del Castello che costituisce una preesistenza medievale nella periferia torinese, più volte considerata da pubblicazioni edite dal Centro di Documentazione Storica.

È stata poi la volta della dottoressa Franca Giusti, presidente dell'associazione ChaTo, promotrice dell’iniziativa in collaborazione con la professoressa Daniela Petrocco. ChaTo è l’acronimo di Chambery Torino, associazione di volontariato costituita nel 2013 che opera senza lucro per la salvaguardia e la valorizzazione delle Terre di Margherita e di tutti i Percorsi Sindonici.

Franca Giusti si è soffermata sul viaggio della Sindone nel settembre del 1578, quando è giunta a Torino proveniente da Chambery, dopo aver attraversato la Valle di Viù (senza attraversarne il concentrico per raggiungere Richiaglio, oggi frazione viucese), e di qui a Lucento, secondo una versione orale ancora fortemente radicata fra gli anziani valligiani, alcuni presenti alla cerimonia. Ha proseguito sottolineando come la targa abbia la finalità di “fermare” questo momento storico e ha ringraziato gli amministratori delle Città di Torino e di Chambery per la loro sensibilità nei confronti dell’iniziativa.

Aurelie Le Meur, vicesindaca di Chambery con delega ai rapporti internazionali, ha preso la parola per menzionare le affinità storiche che legano la sua città a Torino, legate da un gemellaggio fin dal 1957, per poi ricordare brevemente le vicende della Sindone, che a Chambery è stata ospitata per 125 anni e dove è sopravvissuta all’incendio del 4 dicembre 1532 che ha lasciato le vistose bruciature triangolari, parzialmente riparate dalle Suore Clarisse.

Aurelie Le Meur ha sottolineato che a Chambery vi è una popolazione italiana numerosa e integrata, ha auspicato una moltiplicazione degli scambi culturali e non solo, in ottica europea, per concludere con un ringraziamento per l’accoglienza ricevuta: “Viva Torino e viva Chambery!”.

Ha chiuso i lavori Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio Comunale e della commissione Toponomastica. L’apposizione della targa nel sito dove la Sindone ha sostato per alcuni giorni nel quartiere Lucento risponde alla necessità di tenere sempre vivi i sentimenti collettivi e il senso dell’esistenza di una comunità. Ha quindi espresso il suo ringraziamento all’associazione ChaTo, fautrice dell’iniziativa, che ha saputo costruire una narrazione toponomastica, “un lungo racconto che unisce il castello di Lucento, la chiesa di San Lorenzo e la casa del fotografo Secondo Pia, primo fotografo della Sindone”, unendo tra loro vari puntini per realizzare una immagine, come in un gioco enigmistico in voga alcuni anni or sono.

Si tratta di luoghi, persone, ricordi e suggestioni non soltanto torinesi, secondo Grippo, ma condivisi anche dai francesi di Chambery verso i quali ha reiterato le manifestazioni di una amicizia consolidata a giugno, in occasione dell’anniversario del gemellaggio.

Il percorso della Sindone potrebbe aprire nel tempo prospettive di turismo religioso e ambientale e il legame privilegiato tra Torino e Chambery permetterà di operare per rafforzare scambi, progetti di creazione artistica, avvicendamenti e collaborazioni scolastiche e universitarie, attività collaborative per la promozione di entrambi i territori. Maria Grazia Grippo ha concluso con un arrivederci a presto al borgo Lucento, col cuore nel passato e lo sguardo al futuro.

È seguita la cerimonia dello scoprimento della lapide, con testo italiano e inglese, posta sulla facciata dello stabile adiacente la Chiesa dei Santi Bernardo e Brigida, all’angolo tra le vie Pianezza e Foglizzo.

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Articolo pubblicato il 03/10/2022