Il castello di Fénis: Icona della Valle d’Aosta

Di Alessandro Mella

Percorrendo l’autostrada che da Ivrea e Torino porta verso Aosta è possibile raggiungere con estrema facilità una piccola e celebre meraviglia posta nel cuore della valle.

Il Castello di Fénis fu edificato a partire dal XIII secolo come sede degli Challant, la dinastia alpestre l’ebbe in feudo da Amedeo IV di Savoia, e la struttura fu adibita sia a funzione di residenza nobiliare che di fortificazione. Il primo aspetto si percepisce dagli affreschi e dai decori, tesi a dimostrare forza economica ed influenza politica, e dagli allestimenti difensivi utili a mostrare invece la potenza militare. (1)

Come la maggior parte dei castelli italiani anche questo subì numerosi rimaneggiamenti nel tempo a secondo delle necessità. In origine, infatti, la struttura era limitata ad un bastione trecentesco cui furono aggiunti, da Aimone di Challant nel Quattrocento, mura con merlature e torri difensive.

Del resto tra il XV ed il XVII secolo si rese necessario adattare le fortezze anche ai mutamenti delle tecniche di assedio ed in specie all’introduzione delle prime armi da fuoco.

Questo edificio, tra l’altro, forse proprio per unire le diverse funzioni, non sorse dominante su di un’altura ma quasi in pianura, in leggera collina, in un luogo già al tempo rapidamente collegabile alle principali di vie di comunicazione verso la pianura piemontese e poi alto-italiana.

La struttura oggi si presenta a pianta pentagonale con torri circolari ed a pianta quadrata poste a difesa del mastio raccolto in un doppio circuito murario con camminamenti per le pattuglie che dovevano vigilare con attenzione sulla sicurezza del complesso.

Al piano terra sorgono l’armeria, il refettorio per militi e servitù, la dispensa e la cucina nella quale si nota un camino di impressionanti dimensioni.

Al piano nobile, il primo, si trovano la cappella, la sala d’accoglienza, le camere da pranzo e da letto della nobiltà ed altri locali di loro utilità.

Notevoli sono l’affresco di San Giorgio contro il drago nel cortile interno e l’Annunciazione e San Cristoforo quattrocenteschi, di scuola jaqueriana, sulla parete orientale.

Gli Challant ebbero la dimora in uso fino ai primi anni del Settecento fino a quando, attorno al 1716, per via della decadenza inarrestabile della dinastia, essa passò a vari proprietari che si susseguirono per qualche tempo. Tuttavia, la stessa finì per essere poi utilizzata dai contadini per vari scopi tutt’altro che edificanti e che pesarono sulla conservazione dello stabile e sul suo precario avvenire sempre più compromesso. Fienile, stalla, capanna od abitazione non più particolarmente prestigiosa o curata ed anzi impiegata con faciloneria devastante:

Eccoci a Fenis. Passato il ponte sulla Dora, si ha di fronte il castello che più di tutti gli altri conserva tracce splendide del suo passato. Esso venne quasi per intiero riprodotto a Torino all’epoca della Esposizione Nazionale del 1884. Costituiva la più antica signoria dei Challant nel Ducato d’ Aosta. Esisteva sin dal 1242, ma fu rifatto qual è nel 1337. È ora casa colonica. (2)

Ci vollero la genialità e la passione di Alfredo d’Andrade (di cui parlammo in altro articolo) per iniziare a restituire al castello, dal 1895 in poi, l’antica gloria con un recupero importante della struttura ed un restauro coerente e di pregio. Fu proprio lui, successivamente, a donarlo allo stato attraverso il quale esso passò all’amministrazione regionale che oggi ne garantisce la conservazione e la fruibilità turistica.

Dopo la scomparsa del D’Andrade, comunque, il recupero del prezioso castello proseguì grazie ad una campagna caldeggiata soprattutto dal conte Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, il quale curò personalmente l’acquisto dell’antico mobilio oggi parte del patrimonio espositivo:

Il Ministro De Vecchi visita i castelli valdostani. Ci telefonano da Aosta: Questa mattina S. E. il Ministro dell'Educazione Nazionale, conte Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, che da ieri è giunto nella nostra città, si è recato a visitare alcuni castelli della Val d'Aosta. Nella mattinata il quadrumviro ha visitato il castello di Fenis, che rappresenta uno dei più Importanti e interessanti esempi di architettura militare.

S. E. Il Ministro, con cui erano l'on. Sandro Orsi, il prof. Ara, l'ing. Mesturino e il segretario marchese Cavalletti, ha impartito precise disposizioni perché l'importante edificio venga completamente restaurato e ritorni all'antico splendore. Nel pomeriggio S. E. il Ministro prosegue la visita dei castelli valdostani, visitando quello di Verrès e altri ancora, che egli, quale Ministro dell'Educazione Nazionale, intende siano opportunamente restaurati. (3)

La grandezza, la bellezza della struttura, il paesaggio che la circonda, rendono il castello una meta turistica famosissima e davvero importante.

Da visitare se per caso non vi fosse già capitato di farlo!

Alessandro Mella

NOTE

1) Una larga parte delle notizie impiegate per questo articolo proviene dai pannelli espositivi resi disponibili al castello.

2) L’Amico dei Fanciulli, 7, Anno XXX, 1° luglio 1899, p. 3.

3) La Stampa, 77, Anno LXX, 30-31 marzo 1936, p. 1.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 23/11/2022