Funghi d'autunno
Esplosione di Hiroshima

... non sempre sono commestibili ...

Il periodo storico che stiamo attraversando ripropone incessantemente vecchi scenari mai completamente elaborati.

Sentiamo parlare continuamente di guerre, di armi da consegnare all’Ucraina, di possibile conflitto nucleare e di tutte quelle giustificazioni morali che in momenti come questi invadono giornali e quotidiani.

La Storia sembra non averci insegnato nulla.

“Historia magistra vitae”, ci ricorda Cicerone nel “De Oratore”, o meglio Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis” …la storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra ...

La pace sembra essere diventata un obbiettivo secondario se confrontato con gli interessi inderogabili del potere, della politica e dell’economia.

Siamo così sicuri che armare l’Ucraina sia una scelta intelligente?

Oppure che rifornirla di armi sia una valida soluzione per contrastare un conflitto bellico che potrebbe coinvolgere tutta l’Europa, e non solo, fino a scatenare una guerra mondiale?

Domande di questo tipo vengono inevitabilmente classificate come retoriche, e le complesse considerazioni che seguiranno saranno fiumi di parole da usare nei talk show.

Lascio ai lettori la responsabilità, se lo vorranno, di rispondere a queste domande.

 

Cambiando completamente registro facciamo un passo indietro di circa 77 anni, tornando a quel 6 agosto 1945, il giorno in cui Thomas Wilson Ferebee sganciò la bomba atomica su Hiroshima, uccidendo oltre 100.000 persone.

Ferebee morto di cancro all’età di 81 anni, disse di non essersi mai sentito colpevole per il suo gesto. In Florida, quando andò in pensione, appese nel suo soggiorno la foto di Enola Gay, il bombardiere B-29 che sganciò Littie Boy, la prima bomba atomica.

Quel giorno, il 6 agosto 1945, il mondo si trasformò radicalmente e Ferebee fece incidere sotto la fotografia del bombardiere a caratteri d’oro: "Quel giorno all'alba il mondo cambiò per sempre".

Si dice che Tom Ferebee non venne divorato dai sensi di colpa. In parte questa affermazione può essere giustificata dal fatto che il militare fosse all'oscuro del vero scopo di quella missione.

L’unico ad essere informato dell’operazione era il comandante dell’aereo, Paul Tibbets che scelse uno ad uno i sei componenti dell’equipaggio senza rendere nota la verità.

Solamente dopo l’atterraggio del bombardiere, Ferebee venne messo al corrente della verità.  

Quindi Ferebee, l’uomo che fisicamente sganciò la bomba, possedeva una sorta di giustificazione, o quantomeno dobbiamo concedere il beneficio del dubbio sulla sua effettiva responsabilità morale.

La sua vita, dopo quel giorno, trascorse piuttosto serena ma, come affermò la vedova: “non voleva essere ricordato per le sue imprese di guerra  ma per la sua serenità  negli anni di pace".

Col tempo, quel gesto lo fece riflettere e successivamente chiese scusa per tutte quelle morti. Tant’è che nel 1995, mentre i suoi compagni di volo celebravano il cinquantenario della bomba che diede la vittoria agli Stati Uniti, Tom Ferebee si espresse con un atteggiamento più moderato: "Dobbiamo guardarci indietro - e ricordarci quello che una sola bomba ha potuto fare. E dobbiamo renderci conto che questo non dovrà accadere mai più".

Quando sganciò la bomba aveva appena 26 anni e non voleva essere ricordato come l'uomo che, abbassando una leva, aveva ucciso tutte quelle persone.

Che Ferebee fosse realmente all’oscuro del significato di quella missione forse non lo sapremo mai, ma non possiamo escludere tale ipotesi. 

In tempo di guerra siamo davvero disposti a giustificare tutto?

Le carneficine, le stragi, le torure, gli olocausti? 

In nome di una possibile pace siamo disposti a sacrificare un numero imprecisato di civili, come ad Hiroshima o a Nagasaki?

Fin tanto che ci porremo queste domande forse un barlume di speranza potrà ancora far capolino tra le tenebre…

A mio avviso stiamo perdendo il senso della misura. Il rischio di una possibile escalation che possa traghettare l’Europa, e non solo, in una guerra che razionalmente nessuno vuole, ma che in realtà alcuni desiderano, è concreto. Come è evidente e concreta la leggerezza di certi atteggiamenti che sembrano nascere solo da considerazioni basate sull’emotività.

Giocare col fuoco è realmente pericoloso e non dimentichiamoci, visto che siamo in autunno che esistono funghi eduli, funghi velenosi e funghi in grado di annientare l'intera umanità.   

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 18/11/2022