Reggello (FI) - Masaccio e i Maestri del Rinascimento a confronto

Seicento anni del trittico di san Giovenale, del grande pittore Tommaso di Ser Giovanni di Mone detto il Masaccio, celebrato con una mostra e un libro edito dalle Edizioni Polistampa

Il grande  progetto espositivo - “Terre degli Uffizi, ideato e realizzato da Le Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze”,  offrono al visitatore la possibilità di conoscere e ammirare capolavori, in molti casi ricollocati nei luoghi per i quali sono nati.

Per celebrare i Seicento anni del Trittico di san Giovenale, il comune di Reggello e il Museo d’Arte Sacra, hanno allestito un’interessante mostra, accompagnato da un importante volume, ”Masaccio e i Maestri del Rinascimento a confronto”, curato da Angelo Tartuferi, Lucia Bencistà e Nicoletta Matteuzzi, pubblicato dalle Edizioni Polistampa.

La mostra,  celebrava quella che viene da tutti considerata la prima opera del Rinascimento in pittura, realizzata dal giovane genio Valdarnese, quando aveva solo vent’tanni: manifesto della sua rivoluzione prospettiva umana. L’esposizione voleva offrire uno spaccato della produzione artistica fiorentina tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento per comprendere al meglio le novità introdotte da Masaccio nel trittico di san Giovenale.

Più volte  abbiamo scritto, che  le mostre finiscono, ma ci resta sempre le pubblicazioni, come in questa occasione, che hanno documentato  l’evento al visitatore,   oltre a espletare la funzione di interesse e di stimolo per altri approfondimenti agli addetti ai lavori.

Il volume dopo le presentazioni istituzionali si apre ai saggi stilati dai vari studiosi, Maria Italia Lanzarini - curatrice del Museo Masaccio d’Arte Sacra di Regello – Ed è una storia d’amore quella che vorrei lasciare a queste pagine, una storia non soltanto mia, molti altri ne sono stati coinvolti, prima di me  e mi auguro dopo di me, perché questo Masaccio, talvolta ombroso e aspro ma improvvisamente tenero e caldo, non si può non amare, soprattutto dopo averne comprese le segrete cose e dipanati i rimandi, immaginati forse, ma mai inverosimili”.  

Nicoletta Matteuzzi, nel suo intervento traccia i sessant’anni di cura e valorizzazione del Trittico di San Giovenale di Reggello e presenta tutte le copertine dei libri cataloghi  che è stata citata  l’opera, ma  come sottolinea  “dal 1961 al 1988 i momenti di visibilità pubblica del trittico sono stati piuttosto rari …”.

Lucia Bencistà, ”La sterminata bibliografia e la fama mondiale che accompagnano il nome  di Masaccio e le sue opere sarebbero più che sufficienti a far desistere dall’intraprendere di scrivere ancora su di lui, ma ogni tanto, per i vari ritorni della storia, siamo anche costretti, pur piccoli e indifesi di fronte a tanta grandezza, a riprendere in mano alcuni argomenti se non altro partendo questa volta, e per questa occasione, dall’opera sua più antica che si conosca …“.  

Angelo Tartuferi,  “Masaccio e Beato Angelico, diversi ma sodali per la pittura nuova”, scrive  in un passaggio ”Studiare contemplare queste opere straordinarie, credo per la prima volta una davanti all’altra, fuor di retorica, come varcare la porta che introduce alla pittura nuova del Rinascimento, della quale esse costituiscono gli stipiti incrollabili, insostituibili”.

Annamaria Bernacchini ,”1422 «nel dì di San Giorgio». Masaccio per i Castellani: il Trittico di San Giovenale e il culto di Gerusalemme”, Grazia Badino, nel testo “Firenze, 7 gennaio 1422”, dove Masaccio dichiarava la sua appartenenza al popolo di San Niccolò.  Maria Maugeri, Stefano e Marco Scarpelli, tracciano  la cronaca dei restauri  sul trittico di San Giovenale. Il volume si conclude con le opere  che erano presenti in mostra, ognuna  è accompagnata da una   scheda di approfondimento. Gli  autori delle schede sono tutti gli  studiosi citati precedentemente con anche interventi di Alice Chiostrini, Silvia De Luca, Daniela Matteini.

“Il Trittico di San Giovenale è un testo universale di importanza capitale, come lo sottolineano tutti gli studi ad esso dedicati,  lo testimoniano le mostre citate. Ma è anche un’opera  - conclude l’intervento Nicoletta Matteuzzi - del territorio valdagnese, intimamente legata alla sua storia e al suo presente, come semplicemente esprime la stessa Maria Italia Lanzzarini nel ricordo del suo primo, lontano incontro col trittico”.

Descrizioni immagini:

Foto copertina del catalogo della mostra

Foto 1 Masaccio “Trittico di San Giovenale” Madonna col Bambino in trono, due angeli e i santi Bartolomeo e Biagio, Giovenale e Antonio abate, 1422 tempera su tavola, Cascia (Reggello) Museo Masaccio d’Arte Sacra

Foto 2 Masaccio , “Trittico di San Giovenale, veduta d’insieme prima del restauro, Reggello, Museo Masaccio d’Arte Sacra

Foto 3 Masaccio, “Trittico di San Giovenale, veduta d’insieme dopo le stuccature. Reggello, Museo Masaccio d’Arte Sacra

Foto 4 Masaccio “Trittico di san Giovenale”, veduta d’insieme dopo il restauro. Reggello, Museo Masaccio d’Arte Sacra

Foto 5 Esterno della chiesa di San Giovenale a Cascia(Reggello)

Le immagini che documentano il testo sono tratte dal volume:

“Masaccio e i Maestri del Rinascimento a confronto”,  di Angelo Tartuferi, Lucia Bencistà, Nicoletta Matteuzzi, pp. 174 Edizioni Polistampa, Firenze, 2022 €33.00

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Articolo pubblicato il 27/11/2022