1° gennaio 1031, muore Guglielmo da Volpiano (prima parte)
Orta San Giulio - Ambone basilica con Guglielmo da Volpiano

Monaco e riformatore dell’Anno Mille

Guglielmo nasce all'inizio dell'estate del 962 nel castello che sorgeva sull’isola di San Giulio, al centro del lago d'Orta. L'appellativo “da Volpiano” deriva dalla località del Canavese ove il nonno Vibo, membro dell'aristocrazia germanica, era stato costretto a rifugiarsi e dove acquistò dei beni. Si colloca a Volpiano la nascita del padre di Guglielmo, il conte Roberto; durante il regno di Berengario II (1), difende con le sue truppe il castello di San Giulio dagli attacchi di Ottone I.

Nel corso delle operazioni belliche Perinzia, moglie di Roberto, nobildonna di stirpe longobarda imparentata per via indiretta con il futuro re d'Italia Arduino (2) e con lo stesso Berengario II, dà alla luce Guglielmo, ultimo di quattro fratelli (dopo Goffredo, Nitardo e Roberto). Al termine dell'assedio Ottone I impone al bambino il nome Guglielmo e l'imperatrice Adelaide lo tiene a battesimo per solennizzare la pace raggiunta dopo la vittoria su Berengario II.

Nel 969 Guglielmo è presentato come oblato nel monastero di San Michele di Lucedio, nella diocesi di Vercelli. Qui, a motivo delle eccellenti doti intellettuali dimostrate negli studi grammaticali compiuti a Vercelli e a Pavia, gli vengono affidati incarichi di insegnamento e riveste l'ufficio di sacrista; quando non ha ancora vent'anni si cura degli affari interni ed esterni dell'abbazia.

Il rifiuto del diaconato e del giuramento al vescovo di Vercelli, che Guglielmo considera contrario allo spirito evangelico, lo mette in posizione di isolamento. Dopo un pellegrinaggio al monastero di San Michele della Chiusa (la Sacra di San Michele), torna a Lucedio e nel 987 conosce Maiolo (3), Abate di Cluny; lo seguirà nella sua abbazia in Borgogna, ove entra come monaco e riceve il diaconato. Nel 988 è posto alla guida del Priorato cluniacense di Saint-Saturnin-sur-Rhône (l'attuale Pont-Saint-Esprit).

Il trasferimento del giovane Guglielmo in Borgogna, oltre che dal suo desiderio di abbracciare una forma di monachesimo indipendente dalle diocesiu, potrebbe essere dettato dalle relazioni parentali che aveva, per parte materna, con Ottone Guglielmo (4), conte di Mâcon (e poi duca di Borgogna), e con Brunone, vescovo di Langres, interessati a dare nuovo impulso alla vita monastica nei loro territori.

Su invito di Brunone, il 24 novembre 989 Guglielmo si insedia con dodici monaci cluniacensi nel monastero di St-Bénigne di Digione, un “Eigenkloster” (5) del vescovo di Langres, subentrando alla precedente comunità. Nel 990 riceve l'ordinazione sacerdotale, è nominato abate di St-Bénigne (carica che conserverà fino alla morte) e, negli anni successivi, gli è affidata la guida di altri monasteri sottoposti a Brunone: St-Pierre di Bèze, Moutier-Saint-Jean (Reomaus), St-Michel di Tonnerre (dopo il 992) e St-Pierre di Molosme. Tali abbazie conservano sotto Guglielmo il proprio statuto di “Eigenkloster” e restano indipendenti da St-Bénigne di Digione, che diventa uno dei maggiori centri di irradiazione della riforma monastica d'Occidente. In seguito, Enrico il Grande, duca di Borgogna e zio di Ottone Guglielmo, pone Guglielmo da Volpiano alla guida del cenobio di St-Vivant di Vergy, nella diocesi di Autun.

Nel 994 sottoscrive il documento di elezione di Odilone di Cluny (6) ad abate del cenobio cluniacense. Nel 995 intraprende il primo viaggio in Italia, che lo conduce da Roma - dove papa Giovanni XV gli conferma il controllo dei monasteri di Bèze e di Digione - a Benevento, fino al santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo, il secondo luogo della sua devozione all’arcangelo Michele.

Tornato in Francia, riceve la donazione a St-Bénigne della chiesa di Saint-Aubert-sur-Orne da parte di Riccardo (I) duca di Normandia. Nel 996-997 estende la propria riforma alla Lotaringia, dove gli vengono affidati St-Arnoul di Metz e St-èvre di Toul (996-1004).

Nel corso del suo secondo viaggio in Italia (999-1001) si reca a Roma e a Farfa, dove introduce la riforma cluniacense. Sulla via del ritorno è colpito dalla malaria ed è costretto a soggiornare prima presso il monastero di S. Cristina sull'Olona, poi a Vercelli e infine nelle terre dove era radicata la sua famiglia. In quell'occasione avvia le trattative per la costruzione dell’abbazia di San Benigno di Fruttuaria (San Benigno Canavese, diocesi di Ivrea).

Tornato in Francia su richiesta del duca Riccardo (II), diventa Abate del monastero La Trinité di Fécamp (1001), prima tappa dell'espansione della sua riforma in Normandia, dove tornerà molte volte. Il centro irradiatore della sua attività rimane St-Bénigne, che riedifica nel 1002 e intorno al quale raccoglie negli anni seguenti priorati, chiese e celle, costruendo una vera e propria rete monastica.

Fine prima parte (segue)

Note

(1) Berengario II (900 circa – Bamberga, 6 luglio 966) è stato marchese d'Ivrea dal 928 al 950 e re d'Italia dal 950 al 961. Figlio di Adalberto I di Ivrea e di Gisla, figlia di Berengario I re d'Italia e imperatore, nell'anno 950, alla morte di Lotario II, ottiene per sé e per il figlio Adalberto a Pavia, nella basilica di San Michele, la corona d'Italia.

(2) Arduino. Nasce intorno al 955 (sulla data non vi è concordanza fra gli storici) da Dadone, conte di Pombia, e da una figlia di Arduino III Glabrione (della stirpe degli arduinici). Ebbe in moglie Berta, figlia del marchese Oberto lI, della Liguria orientale. Prima conte di Pombia, succede intorno all'anno 989 al cugino Corrado Conone nel governo della marca d'Ivrea; subito intende rialzare il prestigio del potere marchionale e rivendicarne i diritti, che erano man mano passati ai vescovi. Il primo conflitto sorge col vescovo di Vercelli: ne è occasione, secondo il Gabotto, la donazione della corte di Caresana, fatta nel 995 dall'imperatrice Adelaide ai canonici vercellesi. Il contrasto si fa assai aspro: Arduino s'impadronisce con la forza della città; nel tumulto, il vescovo Pietro risulta ucciso, e il suo corpo, insieme con la chiesa, dato alle fiamme (13 febbraio-17 marzo 997). Analoghi conflitti avvenivano intanto col vescovo d'Ivrea, Warmondo, quantunque di essi ci manchino notizie dettagliate.

(3) Maiolo nasce a Valensole nel 910 circa, da una ricca famiglia di proprietari allodiali dell'Alta Provenza; il padre fu Fulcherio di Valensole è titolare delle contee di Frejus, Apt, Aix e Sisteron. Nel 930 rifiuta la carica di arcivescovo di Besançon; dieci anni dopo entra come monaco a Cluny, dove pronuncia i voti nel 943 o 944 e sarà dapprima armarius (bibliotecario e maestro di cerimonie); nel 948 il vecchio abate Aimaro, divenuto cieco, gli lasciò la direzione del monastero e nel 954 diede le dimissioni, indicandolo come suo successore. Iniziano così i quarant'anni di Maiolo alla guida dell'abbazia.

(4) Ottone I Guglielmo di Borgogna o Ottone Guglielmo di Ivrea (958/9 o 960/2 – Digione, 21 settembre 1027), conte di Borgogna e conte di Mâcon dal 982 alla sua morte e duca di Borgogna tra il 1002 e il 1004. Sappiamo dallo storico Rodolfo il Glabro, grazie al suo libro "Cluniacensis, Historiarum Sui Temporis Libri Quinque", Ottone Guglielmo discendeva dalla stirpe degli Anscarici: era il figlio di Adalberto II, sesto marchese d'Ivrea e di Gerberga di Châlon (circa 945-circa 990).

(5) Eigenkloster era un monastero con un rapporto speciale con una famiglia nobile.

(6) Odilone di Cluny (Mercoeur, 961 – Souvigny, 1049) è il quinto abate di Cluny, ricopre la carica dal 994 sino al 1048, anno precedente la sua morte. Nel 998 dispone che in tutti i monasteri cluniacensi il 2 novembre, dopo i vespri, si celebri la memoria dei defunti e si preghi per loro. Questa pratica si estende poi a tutta la Chiesa occidentale e quella data la commemorazione dei defunti.

Bibliografia

Rodolfo il Glabro - Cluniacensis, Historiarum Sui Temporis Libri Quinque.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 01/01/2023