Un torrente per amico
Il torrente Borbore a Asti

Il Borbore nella città di Asti (di Patrizia Brignolo)

Arriva da lontano. Almeno così si dice da queste parti, perché il Borbore nasce fra Albese e Roero (da alcune piccole sorgenti situate fra Vezza d’Alba e Guarene). La sua prima particolarità è che non nasce in cima a un monte, ma da piccole sorgenti ai piedi delle colline. Da dove arriverà quell’acqua?

Il Borbore aggiunge Asti quando è già un torrente importante, affluente del Tanaro, dopo aver serpeggiato verso San Damiano, quando è ancora poco più di un piccolo rio che passa tra i campi e le vigne, un rigagnolo che si supera con un solo grande passo.

Il Borbore, un tempo, era amico degli astigiani. Il mio papà, classe 1941, ricorda qualcosa o forse ha solo memoria di quello che i suoi genitori gli raccontavano quando era ragazzino.

Un torrente amico che, a ogni pioggia abbondante, alimentava i pozzi, irrigava gli orti e rinfrescava il clima; regalava persino pesci gatto in abbondanza! Qualche astigiano, sempre tra i più anziani, può dire di aver imparato a nuotare nella pozza sotto la cascata che si trovava non lontano dal ristorante La Grotta, in corso Torino, o di aver affrontato le afose estati cittadine con un tuffo nelle fresche acque del torrente, per poi rosolarsi al sole sulle sue sponde di sabbia, finissima e pulita.

La cascata era una specie di sbarramento, realizzato chissà quando con pali e paratie di legno, per innalzare a monte il livello dell'acqua e alimentare la bealera che andava a fornire forza motrice alle manifatture di seta, lana e canapa di via Brofferio (1) (e ci sarà un motivo se era chiamata Contrada dei Filanti e dei Tessitori!), dove il Maglificio Vincenzo Omedé alla fine degli Anni Trenta arrivò ad occupare oltre 400 operai; l’impianto serviva anche a bagnare gli orti ai lati di corso Don Minzoni e corso Matteotti, dove nel 1939 Secondo "Pinin" Ercole e la moglie Piera Campanella  fondarono la Saclà (2).

Pochi sanno che, appena attraversato il Borbore in via Don Bianco, sulla sinistra, fino al 1932 esisteva una chiesa eretta nel VI secolo, proprio nel punto in cui una leggenda narra sia apparso Gesù in compagnia degli Apostoli.

Un amico, dicevo, il nostro torrente. Il Borbore e la sua gente erano indivisibili, vivevano in simbiosi. A un certo punto, tutto è cambiato, sabato 4 settembre 1948. Piogge incessanti provocarono l'ingrossamento dei torrenti cittadini e l'accumularsi di detriti contro il ponte della ferrovia Asti -Chivasso. Il Borbore, ormai in piena, abbatté quel ponte e ruppe gli argini, riversando un'enorme massa d'acqua nella zona sud - ovest della città. Il risultato furono duemila case allagate (di cui quarantadue distrutte), duecento famiglie senzatetto e otto i morti. L'alluvione devastò anche le campagne, negozi, cantine e altri fabbricati. Nelle vie e nelle piazze di Asti galleggiava e scorreva di tutto, si videro persone aggrappate a zattere di fortuna per cercare di salvarsi la vita.

Da allora, quanta acqua è passata sotto i ponti? Per molto tempo, parte della portata del Borbore era formata dalle acque di scarico dei centri urbani situati nel suo bacino. In anni recenti, i Comuni bagnati dal torrente hanno completato le reti fognarie, dotandole di depuratori, e lui sta tornando a respirare, a vivere, a portare la sua acqua in tranquillità per tutti.

In un anno di grande siccità, come è stato il 2022 appena trascorso, voglio elencare gli affluenti di questo torrente, per dar l’idea di quanto acqua può donarci la natura in tempi “normali”. Dalla sua destra riceve il rio di Priocca (dal nome di un paese) e il rio Cravina. Sulla sinistra arrivano a gettarsi nel suo corso il rio della Pieve, il rio Maggiore, il rio Blesio, il rio Schiarotto, il torrente Triversa, il rio di Valle Andona (3) e il torrente Rilate.

Il Borbore è oggi una delle zone più interessanti nella città di Asti. Grazie a lui, può godere dell'incanto della natura, passeggiando da piazza Amendola fino al ponte di viale Don Bianco e oltre, costeggiando gli impianti sportivi di via Gerbi per poi raggiungere il parco di Lungo Borbore, nella cornice delle colline di Vallarone. Il torrente è tornato ad essere un amico che aspetta gli astigiani, nelle sere d'estate, sulle sue rive a godere la frescura, ad ascoltare il gracidare delle rane e, chissà, a scovare qualche lucciola.

Patrizia Brignolo

Note

(1) Nella attuale via Brofferio scorreva la bealera, un canale che alimentava i mulini e le botteghe dei tessitori, realizzato a partire dal 1397 dalla “Società del Moleggio“, il cui maggior azionista fu il signore di Asti del tempo, Ludovico d’Orléans.

(2) Saclà è acronimo di "Società Anonima Commercio Lavorazione Alimentari"; l’azienda era sorta con l'idea di utilizzare l'eccedenza produttiva di verdure tipiche dell'Astigiano e trasformarle in un prodotto conservato.

(3) Valle Andona è una microzona ricca di fossili, studiata anche all’estero, che ha rischiato di diventare una discarica. Grazie all’impegno di tanti, compreso il parroco don Berzano, oggi si è trasformata nella Riserva Naturale Speciale di Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande.

Foto di apertura di Fabrizio Fassio.

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Articolo pubblicato il 31/12/2022