San Miniato (Pisa) – Le sculture di Quinto Martini

Le opere dello scultore che ebbe come maestro Ardengo Soffici, non ancora ventenne espose i primi lavori accanto alle opere di Mino Maccari, Carlo Carrà, Ottone Rosai, Giorgio Morandi. In un libro della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato

Il  Palazzo Grifoni di san Miniato, sede della Fondazione dell’istituzione, per celebrare il trentennale della scomparsa di Quinto Martini era stata allestita  un’importante mostra, accompagnata da  un interessante volume, “Quinto Martini  Scultore” curato da Marco Fagioli.

Il catalogo edito dalle Edizioni  AIÓN di Firenze è arricchito anche con uno scritto di  Lucia Minunno, inoltre  le opere presenti nel percorso espositivo sono documentate  dalle schede di Eva Ricci. Il libro è corredato da splendide immagini eseguite da Stefano Buonamici.  

Con questa mostra e con questa pubblicazione  la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, continua il lavoro di ricerca  di testimonianza  e di approfondimento sulla cultura artistica del Novecento Toscano.

Marco Fagioli, curatore della mostra e del libro ,“Nella storia della scultura italiana del Novecento Quinto Martini occupa un posto di rilievo”. La scoperta dell’arte  e degli artisti Quinto Martini ce la nel 1925, quando si presenta da Ardengo Soffici per mostrargli quattro dei  suoi lavori.

Un incontro importante che gli cambia la vita e lo apre alla conoscenza dell’arte del Novecento italiana ed europea. Nel febbraio 1927, non ancora ventenne, espone alla prima esposizione, lavori accanto alle opere di grandi artisti: Mino Maccari, Carlo Carrà, Ottone Rosai, Giorgio Morandi

Entrato giovanissimo nella vita intellettuale e artistica di Firenze Martini, durante il periodo di leva a Torino , ha l’occasione di conoscere anche quella torinese, frequentando Felice Casorati, Cesare Pavese e il gruppo dei “Sei”, interpreti di una cultura antifascista che guardava alla grande lezione della pittura francese , da Manet a Cézanne , ed era lontanissima dallo strapaesano ambiente fiorentino.

Antonio Guicciardini Salini – Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, scrive nella presentazione, “La bella pubblicazione celebra il trentennale della scomparsa di un grande scultore Quinto Martini. Quinto Martini era nato a Seano (Carmignano) vicino a Firenze nel 1908 formandosi sotto l’attenzione vigile di Ardengo Soffici, ha percorso con la sua opera i momenti decisivi della scultura italiana del secolo passato e la sua vita artistica ha coinciso con questa storia.

La visita allo studio di Soffici a Poggio a Caiano avvenne nella primavera del 1925 e da quel momento il destino di artista del giovane Martini allora diciassettenne fu segnato:lo spirito profondo della scultura lo animò tutta la vita fino alla sua morte nel 1990. Martini presentò al Maestro alcuni dei suoi lavori e Soffici riconobbe in lui quelle  qualità  che si sarebbero poi manifestate nel corso della sua carriera di scultore.

L’incontro con Soffici avvenne dunque nel momento in cui il maestro, volte le spalle alla sua stagione futurista di avanguardia promosse quel “richiamo all’ordine”, inteso come riscoperta della grande tradizione italiana che trovava in  Giotto e Masaccio i suoi momenti  di valori assoluti.

A questa tradizione guardò dall’inizio il giovane Martini che pratico anch’egli la pittura accanto alla scultura, che costituirà  tuttavia l’asse  portante  della sua opera, facendo i conti prima con quella  che fu chiamata la “moda etrusca”, come attesta la straordinaria pietra-ritratto della Paesana del 1928.

Successivamente, in una rilettura potente di alcune figure fondamentali della tradizione, egli guarderà alle assolute vette della scultura italiana quali Arnolfo di Cambio il cui forte influsso è documentato nella pietra La Sete, 1939. Figura di donna inginocchiata alla fonte d’acqua, direttamente ispirata a quelle di Arnolfo nella fontana di Perugia e via via Donatello, il bronzo di Eva, 1938, Michelangelo come dimostrano i suoi marmi, La notte, 1939, e Leda col cigno, 1940, fino a Giambologna nei bronzetti di Nudi femminili degli anni ‘50.

Tuttavia Martini, presente con le sue sculture in gran parte, alle Biennali veneziane e delle Quadriennali romane prima e dopo la guerra, si volge con la medesima attenzione agli esempi decisivi della scultura europea, in particolare a Auguste Rodin e Aristide Maillol: del secondo, vide direttamente alla XIX Esposizione Biennale di Venezia nel 1934, in cui Martini  era presente con la grande scultura in Terracotta Ragazza seanese -1933-34, ora alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti - il grande nudo mediterraneo in gesso Monumento a Cézanne e Venere, in bronzo, presenti nella stessa Biennale.

Il legame di Quinto Martini con san Miniato è attestato alla presenza delle sue opere in diversi momenti importanti della storia della cultura artistica sanmiatese del secolo passato. Nella prima  mostra di Arte Sacra del 1939 con la Sete e nella Mostra d’Arte Sacra  della Diocesi di San Miniato nel 1969, con tre opere: Crocifissione sotto la pioggia, Ritratto di Giovanni XXIII e la Pietà: infine  nel 1989 – conclude Antonio Guicciardini Salini - anno avanti la morte dello scultore, venne  esposta nuovamente La Sete, alla mostra di San Miniato settembre 1939-1989, in occasione del Cinquantenario della Prima Mostra d’Arte Città di San Miniato.

Cinque fusioni dei bronzi del parco Museo (Alcea,Natura, Mendicante, Gallo, La pioggia) sono state acquisite nel Museo dell’Ermitage di san Pietroburgo.      

Descrizioni immagini:

Copertina catalogo

Foto 1 Quinto Martini “Soffici” (1930 ca.) terracotta, cm.31

Foto 2 Quinto Martini “Ritratto di giovinetta”(1933-35?)terracotta, cm.25

Foto 3 Quinto Martini “Resurrezione” (1970ca) Bassorilievo in bronzo, cm.41

Foto 4 Quinto Martini “Eva” (1938) Bronzo, cm.63

Foto 5 Quinto Martini “Nudo femminile” (1940-50) Bronzo, cm.50

Foto 6 Quinto  Martini “Donna che si asciuga i piedi” (1940) Marmo, cm.50

Foto 7  Quinto Martini  “Amiche” (anni Sessanta) Bronzo cm.32,5

Foto 8 Quinto Martini  “Padre e figlio”(1961) Bronzo, cm. 38

Foto 9  Quinto Martini“Madre con bambino” (1960ca) Bronzo, cm.32

Foto 10 Quinto Martini “Il gallo” (1980 ca) Bronzo, cm.88

Foto 11 Quinto Martini “Piccolo nudo” (1960ca.) Bronzo, cm.22,5

Foto 12 Quinto Martini “Nudo femminile dormiente”( 1970ca.) bronzo, cm.30

Foto13  “Crocifissione nella pioggia” (1967 ca.) Bassorilievo in bronzo, cm.103

Le immagini che documentano il testo sono tratte dal volume:

 

Quinto Martini. Sculture”, a cura di Marco Fagioli, pp.128 colori , Aión Edizioni, Firenze 2021

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Articolo pubblicato il 18/01/2023