La Scuola di Cavalleria di Pinerolo (TO)
Pinerolo, ingresso Museo di Cavalleria

Nel 2023 celebra duecento anni di vita

Il 2023 sarà un anno particolare per Pinerolo, perché si commemora il 200° anniversario della costituzione della Scuola di Cavalleria. La città vanta la presenza di un unicum, con il suo Museo Storico dell’Arma di Cavalleria, ospitato nella Caserma Principe Amedeo (poi intitolata al generale Dardano Fenulli). E il Museo della Cavalleria di Pinerolo ha deciso di celebrare la ricorrenza dei 200 anni con un nuovo allestimento e una nuova prospettiva di racconto dedicati alla Scuola di Cavalleria di Pinerolo e a quello che Pinerolo è stata per la Cavalleria, a livello mondiale.

Quello di Pinerolo è uno dei musei più importanti in Europa dedicati alla Cavalleria, in cui si ripercorrono pagine della storia d’Italia e dell’Esercito; si possono incontrare cimeli, personaggi unici e autori di grandi imprese. Vi sono anche blindo-corazzati, carri, carriaggi, carrozze delle Belle Epoque, selle e gualdrappe, uniformi e copricapi, argenti, quadri, stampe, fotografie, decorazioni e trofei.

Ce n’è per tutti i gusti, tanto da far impazzire grandi e, per finire, una fila di 65mila soldatini in piombo (e altri materiali) e i giganteschi plastici della battaglia di Waterloo. 

Questa realtà storica e culturale si apre al visitatore con una unicità che nessun museo italiano può vantare: la possibilità di visitare due musei in uno! Il primo museo è formato dai 5.500 metri quadri di spazio espositivo, con 24 sale e 240 vetrine.

Il secondo è l’edificio stesso, che fu sede della Scuola di Cavalleria dal 1849 al 1943 e che, attraverso le foto, i racconti e i personaggi, permette al visitatore di immergersi nella storia “a cavallo” (è la parola giusta in questa sede!) tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo. L’area espositiva occupa tre piani.

A piano terra il Sacrario degli Eroi, la Galleria dei Mezzi Blindati e Corazzati, le Sellerie, lo Scalone d’Onore, l’Allegoria alla Cavalleria, la Sla Vestibolo “Lodi”, la Sala El Alamein, la Galleria dei Mezzi Blindati e Cingolati, la Sala Carrozze, la Mascalcia.

Al primo piano si aprono la Galleria del Cavallo d’Arme e Sportivo, la Sala Capitano Federico Caprilli, la Sala delle Cavallerie Estere, la Sala delle Drappelle, la Sala di “Lodi”, la Sala dei Copricapi, la Galleria degli Stemmi, la Sala degli Accessori dell’Uniforme, la Sala Zanon di Valgiurata, la Sala delle Coppe e dei Trofei, la Sala degli Stendardi, la Cappella di San Giorgio, la Sala Generale Marazzani, la Sala Generale Longhi, la Sala generale Ambrosio, la Sala Generale Roero di Cortanze.

Al secondo piano ci sono la Galleria Prima Guerra Mondiale e Cavalleria dell’Aria, la Sala della Seconda Guerra Mondiale, la Galleria delle Armi Bianche e da Fuoco, la Sala Amedeo Guillet, la Sala delle Uniformi di oggi e dei Carristi, la Sala Coloniale, la Biblioteca Moderna con Cineteca e Fototeca, la Biblioteca Antica e Sala Riunioni, i Plastici della Battaglia di Waterloo, la Collezione Soldatini di Piuombo.

Il Museo è a Pinerolo perché la storia della cavalleria nasce in Piemonte. Ripercorriamola: il Re di Sardegna Carlo Felice con Regio Viglietto del 15 novembre 1823 dispone la costituzione della Regia Scuola Militare di Equitazione alla Venaria Reale (Torino), allo scopo di istruire nell’equitazione i giovani allievi dei Corpi di Cavalleria, gli Ufficiali di ogni Arma e i componenti della Corte.

Nel 1849 (dopo la battaglia di Novara, l’abdicazione di Carlo Alberto e la salita al trono di Vittorio Emanuele II), nell’ambito della riorganizzazione dell’Esercito del Regno di Sardegna, l’allora Ministro della Guerra Alfonso La Marmora decide di trasferire la Scuola di Equitazione nella città di Pinerolo, dandole anche un nuovo nome: Scuola di Cavalleria, un istituto militare che intende istruire il personale dell’Arma di Cavalleria e dare un indirizzo univoco alla preparazione equestre dei quadri. 

Questo avveniva, secondo una memoria del Generale Montù, “per la mitezza del clima, l’abbondanza delle acque e dei foraggi, la salubrità delle terre ed al fine di aumentare la distanza da Torino che, specialmente per la gioventù, costituiva un centro di attrazione pericoloso“.

A Pinerolo la Scuola rimane fino al 1943, anno del suo scioglimento. Dopo la guerra, su istanza del Consiglio della Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, il Museo viene istituito a Pinerolo dal Ministro della Difesa alla fine del 1961; ricevuta dal Presidente della Repubblica personalità giuridica, viene inaugurato ed aperto al pubblico nell’ottobre del 1968. Anche grazie al Consorzio Turistico Pinerolese e Valli, a partire dal mese di marzo 2023 sono previsti, con il supporto dell’esperto di storia Stefano Ricca, itinerari guidati.

Nella Scuola di Cavalleria di Pinerolo si è insegnato il sistema “inventato” da un cavaliere insuperabile: Federigo Caprilli (1), solennizzato a giugno 1902, al Concorso Ippico Internazionale di Torino, svoltosi nell’ippodromo allestito in piazza d’Armi. In quell’occasione, Caprilli partecipa al concorso con un gruppo di allievi e vince la gara in estensione con 6 metri e 50, ma viene eliminato dalla gara ufficiale in altezza, fermandosi a 1 metro e 70 con il suo cavallo Melopo.

Deluso per la sconfitta e ancora fiducioso nelle capacità del cavallo, lancia una sfida rivolta a chi in tre tentativi avesse superato i due metri. Mette in palio cinquecento lire ma nessuno decide di farsi avanti se non il Sottotenente Ubertalli, il suo allievo prediletto, che accetta la sfida per permettere al suo ufficiale di cimentarsi nel salto.

Al primo salto supera 1 metro e 90; dopo di lui, Ubertalli fallisce due tentativi. Quando è di nuovo il turno di Caprili, egli fa alzare l’ostacolo a 2 metri e 08: il salto riuscito è un successo che gli vale il nuovo record mondiale di specialità.

Il Ministro delle Forze Armate, presente al concorso, decide seduta stante di riconoscere ufficialmente il “sistema” di salto e di adottarlo alla Scuola di Cavalleria di Pinerolo: è la consacrazione del capitano Caprilli ad innovatore della equitazione italiana e internazionale.

Note

(1) Federigo Caprilli (Livorno, 8 aprile 1868 – Torino, 6 dicembre 1907). Giovane sottotenente viene assegnato al reggimento di cavalleria Piemonte Reale a Saluzzo, dove incontra il conte Emanuele Cacherano di Bricherasio – in seguito uno dei promotori della costituzione dell'Automobile Club d'Italia e cofondatore della FIAT – col quale stringe un'amicizia che durerà per tutta la vita.

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Articolo pubblicato il 04/02/2023