Zelensky tra bombe e corruzione

Dimissioni ed arresti fra i più stretti collaboratori di Zelensky. Il motivo sempre lo stesso: la corruzione.

Il conflitto scoppiato il 24 febbraio 2022 tra la Federazione Russa e l’Ucraina continua a tenere l’Europa con il fiato sospeso.

I Paesi membri dell’Unione Europea non sono concordi su tutte le strategie messe in campo dall’UE e dalla NATO. In questi giorni in Germania, per esempio, si è tornati a parlare del conflitto e Annalena Baerbock, Ministro per gli Affari Esteri tedesco, ha detto: “Putin non ha deviato dal suo piano omicida di distruggere l’Ucraina ed è per questo che è così importante che noi, come comunità internazionale, facciamo tutto il possibile per difendere l’Ucraina in modo che vinca, e viva in pace e libertà, perché se perde questa guerra allora non c’è più l’Ucraina. Per questo è così importante che noi, come partner internazionali, agiamo insieme per sostenere e difendere il diritto dell’Ucraina di difendersi”.

Parole forti, degne di significato geopolitico e chiare sulla posizione che la Germania ha deciso di assumere nei confronti del conflitto. Il problema è che la Germania è un Paese della NATO e ogni sua mossa può essere dannosa per l’intera alleanza militare.

Di ciò ne è convinto anche Boris Pistorius, Ministro della Difesa tedesco, che sullo stesso tema si è espresso con maggior cautela dicendo: “La NATO non deve diventare parte del conflitto. La coesione dell’Alleanza è di centrale significato, anche nei confronti della Russia, l’aggressore, serve lanciare dei chiari segnali di determinazione”.

Fa piacere constatare che il Ministero della Difesa tedesco abbia chiaro che un atto di forza eccessivo ai danni della Russia porterebbe l’intera NATO all’interno di un conflitto che avrebbe dimensioni inimmaginabili.

Questa presa di coscienza, tuttavia, non risulta essere coerente con il fatto che – come scrive il “Globalyst” – va “ricordato ancora una volta che la Germania è fra i Paesi che forniscono più armi all’Ucraina, con 3.3 miliardi di euro di armi consegnate”.

Fino a quando la Russia di Vladimir Putin tollererà un simile parteggiamento da parte dell’Unione Europea? Quali rischi corrono i Paesi membri se l’Ucraina di Volodymyr Zelensky continuerà a provocare il governo di Mosca?

Va per altro detto che – proprio in questi giorni – a Kiev è “scoppiato il casocorruzione tra i fedelissimi di Zelensky.

Le agenzie di stampa fanno sapere che le prime dimissioni ad arrivare sono state quelle di Kyrylo Tymoshenko, vicecapo della segreteria di Zelensky, che a detta dei giornalisti ucraini avrebbe usato auto di lusso a fini privati abusando del suo ruolo.

Nulla di nuovo sotto il sole ma sicuramente strano se si considera che, sin dall’indomani del 24 febbraio, questi aveva assunto il ruolo internazionale di portavoce del presidente Zelensky. Possibile che il Presidente ucraino non si sia accorto che, mentre il suo popolo agonizzava sotto le bombe, il suo portavoce faceva la bella vita?

Le seconde dimissioni sono giunte sulla scrivania del buon Volodymyr da parte di Vyacheslav Shapovalov, viceministro della Difesa del governo di Kiev, dopo esser stato messo alla gogna mediatica dai media ucraini per “aver pagato cifre eccessive per le forniture di cibo destinate all’esercito”. Anche qui Zelensky non si è accorto di nulla.

Inutile ricordare, poi, che il 21 gennaio scorso Vasyl Lozinsky, viceministro per le Infrastrutture, è stato tratto in arresto con l’accusa di “aver ricevuto a settembre una tangente di oltre 300.000 euro per una fornitura di generatori”.

E’ così che l’Ucraina usa i soldi che il mondo intero le sta mandando per difendersi dalla Federazione Russa?

In Italia le bollette dell’energia hanno raggiunto cifre astronomiche e, nonostante il grande intervento del Governo Meloni, molte famiglie sono ancora in difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

Davvero bisogna mettere in difficoltà il popolo italiano per sostenere Zelensky e il suo staff di indagati per corruzione?

Davvero bisogna permettere al viceministro di un paese in guerra di prendere mazzette per 300.000 euro?

Molti osservatori internazionali, già negli scorsi mesi, suggerivano che Zelensky ed il suo staff avrebbero dovuto dimettersi, facendosi da parte, per aprire una stagione del dialogo e della trattativa con Vladimir Putin che, come noto, di Zelensky non ha la benché minima stima.

Vedremo come evolverà la situazione bellica, staremo a vedere se dopo queste rivelazioni la Germania, l’UE e la NATO saranno ancora così convinte nel dare sostegno all’Ucraina.

Intanto speriamo non vi siano escalation di violenze su quella terra martoriata e che – quanto prima – si possano vedere i due governi seduti attorno ad un tavolo per firmare una resa.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 26/01/2023