Giorgia Meloni e il ponte energetico con l’Algeria. Un successo diplomatico o un campo mi-NATO marchiato BRICS?

Putin plaude all’Algeria, nuovi scenari sulla pelle del mondo. Il capolinea del dollaro e il tramonto del Vecchio Continente?

Giorgia Meloni ha stabilito un ponte energetico con l’Algeria, garantendo fresco gas nordafricano all’Italia e forse all’Europa intera. Agli occhi di tutti pare cosa buona e giusta, ben vista anche dalla stampa algerina, ma indagando tra “sacre scritture” che forse Giorgia Meloni sottovaluta, travolta dall’entusiasmo e dalle tante garibaldine imprese, qualche dubbio sorge.

Di fatto, l’Algeria ha appena chiesto di entrare a far parte della BRICS, con grande gradimento di Vladimir Putin e di metà del mondo, impegnato nella costruzione di un Ordine Mondiale Emergente in cui non sono inclusi i paesi della NATO ed è cacciato il monopolio del dollaro.

L’acronimo BRICS, ideato dall’economista della Goldman Sachs J. O’Neil definisce un gruppo di 5 importanti Paesi che possiedono ingenti risorse naturali strategiche, la cui economia segna un forte aumento del PIL e del commercio mondiale. Comprende: Brasile, Russia, India, Cina & Sudafrica.

L’insieme di questi paesi include il 42% di tutta la popolazione mondiale, ricchezza aggiunta per una economia di consumo. Un ulteriore obiettivo comune consiste nella esclusione del dollaro dal mercato finanziario globale, coniando una nuova valuta destinata agli scambi internazionali. Un progetto poco gradito agli Stati Uniti che hanno annunciato sanzioni all’Algeria.

Prima di tornare al ponte energetico Italia-Algeria siglato da Giorgia Meloni, e ad altri dubbi che è bene non tralasciare, è doveroso ricordare che il mondo in evoluzione  si è stancato da tempo della egemonia del dollaro e della sua dittatura economica. Infatti, anche Argentina, Iran ed Egitto hanno bussato alle porte della BRICS, altrettanto: Arabia Saudita, Nigeria, Senegal, Indonesia e soprattutto, Turchia.

Di tutti questi moti di potere che stanno ribaltando l’Ordine Del Mondo, stranamente la politica e la stampa europea ne parlano poco, tanto che sorge un sospetto biunivoco: o l’Europa, ancora tronfia di un predominio ormai decrepito, distratta da armamenti e dipendenze energetiche sottovaluta la Nuova Grande Alleanza, oppure è tempo di altri complottismi, e cioè: i vertici delle banche centrali europee e i Paperoni del neoliberismo bancario che pilota le peggio cose di questo Pianeta, sono artefici e correi del tramonto di un Vecchio Continente ormai in decadenza libera, privo di risorse e anche di genialità, in preda a un’isteria di  sopravvivenza che inquina e confonde anche la politica. Ma queste sono solo illazioni di un libero pensiero che fa di calcolo con un vecchio computo: dare-avere-saldo. Stiamo fallendo.

Tornando all’Algeria, come potrà collaborare serenamente con un’Europa che include anche una Francia che non ha mai fatto ammenda per il feroce teatro della guerra d’Algeria, dove ha seminato 1 milione di morti e altri 3 inviati in campi di raccolta nel deserto? Certi conflitti non si dimenticano mai.

Quindi, la Giorgia nazionale ha fatto scalo a Tripoli, ponendo le basi per un grande piano di provvista presso i giacimenti fossili libici. Una missione non da poco; Eni sta già avviando un progetto che prevede l’investimento di 8 miliardi di euro. Obiettivo: riportare l’Italia al centro di una collaborazione energetica con i vicini paesi arabi. Anche questa sembra cosa buona e giusta, però… Giorgia Meloni, stanca nel volto per il tour de  force, ma orgogliosa della “campagna maghrebina”, ha battezzato il progetto: “Piano Mattei”, ricordando il lungimirante petroliere italiano abbattuto in volo (dalla C.I.A.!?) Poiché aveva infastidito l’egemonia delle “Sette Sorelle”.

Giorgia Meloni piace agli italiani, ha lo sguardo sincero e il piglio deciso, si muove in fretta, ha sorpreso tutti spiegando progetti e modificandone altri, chiamando gli italiani a un’unità nazionale, promettendo uguaglianza per tutti e un nuovo ruolo centrale e rispettato per il nostro Paese, spremuto e maltrattato da “politici tecnici” che hanno imposto, raccolto e comandato. Serpeggia ora un cauto ottimismo nel popolo non più sovrano da tempo.

Ritornando sullo scacchiere mondiale e sui tanti movimenti “alternativi” che si stanno addensando nel Mediterraneo, se Algeria, Libia, Egitto, Turchia…e la Siria già si sa da che parte sta, fossero implementate nel BRICS, l’Europa sarebbe circondata dalla mezzaluna e potrebbe sorgere tempo di resurrezione per quell’Impero Ottomano che Erdogan medita da tempo di ricompattare.

Questo è un sunto di qualche realtà e di mezze opinioni, scaturito dalla brillante “campagna dell’Africa” della nostra dinamica leader nazionale, ma un  dubbio resta: La Meloni si rammenta la fine di Enrico Mattei, ribelle petrolifero sgradito alle lobby dell’oro nero? E poi, molto tempo è passato da quell’ottobre del 1962, oggi l’Italia ha molti meno amici, se ne ha avuti mai….

Dunque, ritorna un vecchio errore. Giorgia Meloni ha promesso di spingere sull’acceleratore della transizione energetica, ma nel frattempo ha stretto mani e accordi di stampo fossile. L’Italia raddoppia il ponte che succhia il gas dalle tette dell’Algeria e della Libia semmai, e l’Europa è con noi. Nuovi contratti per nuove e fragili dipendenze che ogni volta ci presentano il conto.

Volatili pensieri legati al corso della storia; invece, lunga vita alla nostra leader, e che tutto vada per il meglio come pare che sia guardando la tivù, ma Russia e Cina già stanno facendo affari, spacciandoci gas russo liquefatto sotto mentite spoglie. Sempre lo stesso, ma lo paghiamo di più. Anche questa è un’altra storia.

Il mondo sta cambiando in fretta perché ha fretta di cambiare, e non sta cambiando in meglio. C’è tensione tra Israele e Iran (che fornisce droni ai russi), c’è movimento di talebani tra Afghanistan e Pakistan, e la guerra in Ucraina che non dà segni di pace, continua a creare debito con il sollazzo delle solite banche. Un’altra storia ancora…

È lecito pensare che presto saremo in balia della BRICS & Nuovi Associati, noi forzati musulmani oramai, disarmati e poveri, abbandonati dagli Yankee, alle prese con ben altri problemi interni e globali, e quindi, a nostra volta colonizzati? Lo scenario è aperto, inquietante eppure quasi interessante, ma al momento, forse solo indagando tra le quartine di Nostradamus potremo ricavarne qualche verità… Che comunque arriverà.

Alcune fonti da giornalisti di Byoblu, dalla traduzione di stampa algerina e da altri canali personali

 

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Articolo pubblicato il 02/02/2023