I Cattolici chiedono alla Regione Piemonte di non finanziare l'Europride 2026

Anche i cattolici sono cittadini piemontesi; la loro sensibilità dev’essere considerata e rispettata.

In queste settimane si sta discutendo dell’Europride che nel 2026 potrebbe essere ospitato sul territorio della Regione Piemonte, nella Città Metropolitana di Torino.

Secondo gli organizzatori di questa grande manifestazione voluta e desiderata dalle Lobby LGBT “serve un faro acceso sulla città e sul Paese, proprio in un momento in cui i diritti sono a rischio, in cui la battaglia per il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali si è sbiadita dopo l’illusorio successo di quattro anni fa, e in cui il clima d’odio sfocia nell’imbarbarimento e arma il Fuan di adesivi omotransfobici”.

A benedire e sostenere questa iniziativa il Sindaco della Città Metropolitana di Torino, Stefano Lo Russo, “Partito Democratico”, che ha ricevuto, nell’ottobre 2022, i 170 delegati del mondo LGBT convenuti al Lingotto per organizzare questa kermesse della discordia.

Marco Giusta, coordinatore del “Torino Pride” ed ex-Assessore della Giunta “5 Stelle” guidata da Chiara Appendino, intervenendo sulle colonne de “La Stampa”, ha detto che ci sarà “un grande percorso di avvicinamento, sarà l’occasione per far sentire tutte le nostre voci, anche quelle più nascoste e silenziate”.

Parole assolutamente legittime ma non del tutto condivisibili. Come si può parlare di “voci nascoste e silenziate” quando nel palinsesto della televisione di Stato – la RAI - non si fa altro che parlare di tematiche Gay Friendly?

Sul tema è intervenuta Lucianella Presta, Coordinatore Regionale del “Popolo della Famiglia” Piemonte, dicendo: “La Regione Piemonte, terra di Santi sociali e della Sacra Sindone, dovrebbe stabilire come prioritari la valorizzazione delle proprie radici cristiane e il sostegno alla famiglia e alla natalità. Concedere il patrocinio, (con i conseguenti finanziamenti pubblici) ad una manifestazione che ostenta una propaganda contraria alla famiglia come la nostra Costituzione (articolo 29) riconosce, comporta implicitamente la valorizzazione delle famiglie arcobaleno. Esse altro non sono, al massimo, che “unioni civili” che i bambini potranno ottenere solo attraverso pratiche di fecondazione artificiale, in primis utero in affitto, alimentando il business della vita mercificata”.

Il punto di vista del “Popolo della Famiglia” è pluriconosciuto e, lo si voglia o no, fa parte della dialettica politica degli ultimi anni. Il mondo LGBT può tranquillamente – come peraltro fa – avocare la laicità dello Stato che c’è, ci deve essere e c’è sempre stata.

Ognuno, su temi di questa importanza, deve poter esprimere la propria opinione e la propria posizione con un’apertura al dialogo che non può prescindere dinanzi a fenomeni che coinvolgono un’ampia fetta di cittadini.

Lucianella Presta prosegue dicendo: “occorre valorizzare le straordinarie attrattive turistiche che il nostro territorio offre grazie al patrimonio storico consolidato nei secoli di tradizione cattolica. Favorire la presenza dell’Europride comporterebbe il rischio del riprodursi di attacchi blasfemi alla nostra Fede. Anche i cattolici sono cittadini piemontesi; la loro sensibilità dev’essere considerata e rispettata”.

Sicuramente il Governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio, “Forza Italia”, terrà presenti le ragioni del mondo LGBT che chiede visibilità e non ignorerà le istanze del mondo cattolico che chiede non si trasformi Torino in una città arcobaleno con tanto di finanziamenti pubblici.

Certamente torneremo ad occuparci della questione dando, come sempre, spazio a tutte le posizioni e a tutte le opinioni.

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Articolo pubblicato il 03/02/2023