Milano e altre città tutte a 30 km/h a partire da gennaio 2024; su alcune arterie sarà possibile continuare a viaggiare a 50 km/h

“L’orologio di Milano fa tic tac” e non è uno scherzo. Tutti a passo di lumaca, ma chi ci guadagna con i cartelli dovunque?

Nella legge che indica il nuovo limite di velocità nei centri urbani viene detto esplicitamente che ogni Comune è libero di definire il limite di 30 chilometri orari, “con eccezione delle principali arterie di scorrimento” (dunque decide il sindaco?). Il limite di velocità indicato sul segnale entra in vigore 150 metri dopo il segnale stesso.

 

Motivi di riflessione sul concetto di sicurezza.

 

L’obiettivo è di arrivare a ridurre il numero di incidenti che si verificano in città, ancora troppo spesso causati da velocità elevata. Un’idea confermata dal rapporto Aci-ISTAT: il 70% dei sinistri avviene in città. In ambito urbano il numero dei morti è pari al 49,7%, mentre i feriti raggiungono quota 69,7%. 

 

In effetti, la cronaca ci restituisce storie di cruenti incidenti stradali con disarmante frequenza, ma chi è di vecchio pelo sa che “le stragi del sabato sera” ci sono sempre state, altresì, che il numero di vittime, dagli anni 80 a oggi, in Italia come in Europa si è praticamente dimezzato.

 

I motivi principali sono da ricercare nella sicurezza attiva e passiva dei veicoli, nell’uso del casco per i motociclisti, nell’obbligo di indossare le cinture di sicurezza, nella progressiva diffusione dell’airbag, e non solo. Nonostante ciò, non è il caso di accontentarsi, non c’è limite alla ricerca della sicurezza, ma occorre imboccare la strada giusta e valutare molti parametri che ultimamente sono sacrificati a favore di scelte sempre più restrittive, punitive e sovente controproducenti. L’utente della strada è cambiato. Negli anni 80 era impensabile muoversi privi di assicurazione e tutti erano in grado di interpretare i segnali stradali. Oggi, dati ANIA riportano che il 6% degli automobilisti circola senza assicurazione e senza cervello che rispetta alcun limite. Si tratta per lo più di "furbi" e irresponsabili stranieri che ai danni sommano la beffa. È un'origine & una tematica molto importante.

 

Non solo la velocità causa incidenti

 

Io, vittima della strada grazie alla distrazione della signora al volante, sono da anni testimonial della sicurezza stradale in numerosi angoli di Francia e Italia, so che per il nostro Paese, se l’intenzione è la diminuzione degli incidenti nelle città (e fuori?), questa è una strada frettolosa, quanto dubbie rotonde, esagerati dissuasori di rallentamento in luoghi inappropriati e improvvisi restringimenti di carreggiata…  oltre a buche e asfalti non livellati. Esiste una spessa casistica legata ad incidenti dovuti a questi ostacoli innaturali che spezzano uno scorrimento fluido. Anche molti guardrail sarebbero da riprogettare, ghigliottine per ciclisti e motociclisti.

 

I tanti errori umani

 

L’incidente assai di rado ha radici naturali, nel 94% le cause sono da attribuire ad errori umani, che sono molti, eccessiva velocità inclusa. Però, non è sempre colpa di chi guida, ma ad imporre obblighi e autovelox si fa più in fretta che riasfaltare strade indecenti oppure ottimizzare i flussi di traffico…

 

Bruxelles ordina e come l'Europa fa, pure l’Italia obbedisce, anche se molte associazioni del settore hanno dimostrato che muoversi a 30 km/h in molte situazioni è un paradosso, altrettanto il proliferare dei 50 km/h su molte strade provinciali e non solo. Nel frattempo, MILANO, BOLOGNA, FIRENZE, TORINO & altri centri minori stanno già varando provvedimenti per far circolare nel proprio territorio comunale i veicoli alla velocità massima di 30 km/h. Le opposizioni sono in meditato fermento.

 

Motori potenti e macchine veloci

 

Ulteriore soggetto di riflessione riguarda l’evoluzione prestazionale dei mezzi. Negli anni 80 le maxi moto avevano 50-80 cavalli. Oggi 150. Nello stesso periodo una macchina del segmento C aveva 75-100 cavalli, oggi i SUV ne hanno il doppio, i motori elettrici anche di più. La domanda è semplice: si vuole andar piano? La risposta tecnica risponderebbe no! Dunque perché non produrre mezzi adeguati alle intenzioni anziché sempre più veloci e penalizzati? Ennesimo ossimoro dell’umana incongruenza.

 

L’argomento è un gomitolo, dunque, per ragionare sui nuovi limiti con un’altra voce, mi appoggio a un obbligato sunto (per motivi di spazio) di un bel pezzo di Pier Luigi Ciolli, con il quale da anni ho un interscambio di opinioni e non solo. Ciolli è il Coordinatore Editoriale della rivista inCAMPER www.incamper.org  & della rivista Nuove Direzioni – Cittadino e Viaggiatore www.nuovedirezioni.it  due riviste di spessore! Con il suo permesso di esperto in materia, invito a una buona lettura.

 

"TUTTI A 30 KM/H.

 

Piano piano hanno fatto sparire la democrazia e il cittadino è stato trasformato in un suddito che deve solo obbedire e subire. L’esempio che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni riguarda la circolazione stradale dove in molti casi, l’amministrazione che abbiamo eletto, una volta in carica emana provvedimenti coercitivi senza più alcun controllo preventivo di un apposito ente, qual era il Comitato Regionale di Controllo, previsto dalla legge N.62 del febbraio 1953. Comitati a cui erano attribuiti compiti di controllo sugli atti delle province, dei comuni e degli enti locali. Decreto abolito dalla legge Bassanini del 15 maggio 1997 (1º governo Prodi).

Oggi ogni sindaco può emettere un qualunque decreto da quattro soldi che limita diritti, pone degli obblighi, si appropria di un bene privato, autorizza un privato ad appropriarsi di un bene pubblico, crea società partecipate per gestire i servizi essenziali per i cittadini e le tariffe. Mentre la qualità del servizio scade, sale il salasso per chi non rispetta le nuove varianti."

 

"Il Codice della Strada è da sempre un escamotage per battere cassa anche se nuovi regolamenti sono stati emanati senza valutare il Codice della Strada. Da tutto questo, il cittadino si può difendere presentando ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, ma normalmente il cittadino non ha i soldi per ricorso, tecnici, legali e una condizione che gli consente di aspettare i tempi della sentenza. Infine quando il ricorso gli viene accolto, i costi non sono riconosciuti nella sentenza, mutando la vittoria in una beffa.

Inoltre, la Procura della Corte dei Conti che dovrebbe perseguire il pubblico funzionario, subissata da centinaia di migliaia di casi non trova il tempo per affrontarli tutti. L’ipocrisia poi è relativa a quel Comune che ogni anno cambia la delibera, obbligando il cittadino che ricorre a far consultare centinaia di pagine con i relativi costi. Questi e altri trucchi che intralciano la macchina della Giustizia."

 

Opinioni sul tema

 

L'esperienza personale, sulla pelle e poi nell'attività di prevenzione ha insegnato che  la prima causa di sicurezza è una  corretta condivisione della realtà con la dopamina dei giovani  Ora che l’Europa impone, i sindaci che delibereranno i 30 km/h avranno fatto certamente una scelta per battere cassa a colpi di autovelox. Nel caso i limiti verranno applicati si prevedono grossi incassi poiché è una velocità superabile dai ciclisti, dalle biciclette elettriche, da monopattini, skateboard e anche da qualche sportivo in buona forma. Metteranno la targa pure a lui? Tornando a citare l’articolo di Pier Luigi Ciolli: Il limite di velocità a 30 km/h è pura demagogia perché in alcune zone i 30 km/h servono solo a creare code con relative perdite di tempo e denaro per gli utenti della strada, nonché maggior inquinamento. Speriamo che qualcuno impugni il provvedimento davanti al TAR."

 

Un po’ di malignità

 

Infine: negli anni 70 fu imposto l’autoadesivo con la velocità del mezzo da applicare sul retrotreno e qualcuno pensò: ma chi li stampa? Negli anni 80 c’è stato un proliferare di semafori snervante, e la gente pensò: quale politico ha un parente con la fabbrica di semafori? E poi vennero gli anni delle rotonde, ognuna ha un budget e un appalto… E poi vennero i dossi, stesse cose. Oggi metteranno il cartello dei 30 km/h prima o dopo il dosso? Insomma, chi vuol capire ha capito… Ci sarà mica lo zio di qualcuno che produce i cartelli con il limite dei 30? Questo e altro nei balzelli destinati a chi possiede un mezzo. Una tantum, accise, tassa di lusso, autovelox, niente più endotermico dal 2035! Il vecchio Giulio nazionale è sempre in auge: “pensar male non è bello, ma forse ci si azzecca!”

 

Conclusione di una prima parte dell’argomento. Ogni commento è gradito, altrettanto la condivisione.

 

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Articolo pubblicato il 03/02/2023