R. Steiner: Immaginazione di Pasqua. (parte prima)

Conferenza tenuta a Dornach il 7 ottobre 1923, traduzione di Iberto Bavastro, O.O. N. 229.

Premessa: Rudolf Steiner attribuirà ad Arimane una natura malvagia da identificare con quella mefistofelica o satanica, distinguendolo così da Lucifero. Egli ne parla nel suo trattato esoterico sulla scienza occulta a proposito dell'era post-atlantica. Sempre secondo Steiner, mentre Lucifero opera occultando nell'uomo le sue facoltà spirituali interiori che gli consentirebbero di prendere coscienza delle proprie essenze animiche, Arimane agisce sulle sue percezioni esteriori nascondendogli le forze spirituali responsabili dei fenomeni naturali di cui l'uomo in origine aveva chiara cognizione.

Dobbiamo renderci conto che durante l’inverno, rispetto al cosmo, la Terra è veramente un essere chiuso in se stesso. In certo modo durante l’inverno essa diventa completamente Terra, la sua natura terrestre si concentra. In piena estate (e la contrapposizione può far capir meglio la cosa) essa è del tutto dedita al cosmo, vive la vita del cosmo; in autunno e in primavera si verifica sempre un equilibrio fra i due estremi. Tutto ciò ha un significato quanto mai profondo per l’intera vita della Terra, e riguarda naturalmente sempre e soltanto le parti della superficie terrestre in cui si verifica appunto il passaggio dall’inverno alla primavera.

Cominciamo il nostro esame dall’aspetto puramente materiale di questi fenomeni e consideriamo quanto abbiamo rilevato come il fatto piú importante per l’inverno: i sedimenti, l’elemento salino, e consideriamolo in uno dei suoi fenomeni piú importanti per l’intera natura terrestre, nei sedimenti calcarei. È sufficiente uscire da qui, dove siamo da ogni parte circondati dalle formazioni calcaree del Giura, per avere dinanzi a noi tutto quanto descriverò all’inizio di questa conferenza. A un esame esteriore il calcare è sempre calcare, e in realtà per l’occhio esteriore non sembra esservi alcuna differenza rilevante nelle diverse stagioni, ad esempio fra il calcare invernale e quello primaverile. Ma in un certo senso tale mancanza di differenza esiste solo nella prospettiva che ho caratterizzato come quella della pulce.

Le metamorfosi del calcare appaiono soltanto estendendo l’esame al vasto cosmo. Allora compare una fine differenza tra il calcare invernale e quello primaverile, tra i due stati del piú importante sedimento nella nostra crosta terrestre. Il calcare invernale (dopo le varie considerazioni fatte possiamo parlare di queste cose come di esseri viventi e animati, perché sappiamo che in ultima analisi vi è in tutto anima e Spirito) il calcare invernale è per cosí dire un’entità in se stessa soddisfatta. Il calcare invernale, se si penetra in esso per mezzo dell’intuizione come essa è intesa nel mio libro Iniziazione, è compenetrato dei piú vari esseri spirituali. Sono gli esseri elementari che vivono nell’elemento terrestre.

Il calcare è compenetrato di Spirito. D’inverno il calcare è soddisfatto come lo è la testa umana quando abbia risolto un importante problema ed è contenta di avere pensieri che ne rappresentano la soluzione. In tutta la formazione calcarea terrestre, poiché nell’intuizione si percepisce anche con il sentimento, si avverte in inverno che vi è soddisfazione interiore. Quando si nuota sott’acqua, si percepisce ovunque acqua. Se in inverno ci si muove spiritualmente entro le formazioni calcaree, si percepisce ovunque soddisfazione che si esplica in animazione interiore, in compenetrazione del calcare invernale con formazioni viventi che si manifestano in immaginazioni, in viventi formazioni di natura spirituale che si trasformano.

Quando però si avvicina la primavera, in particolare quando giunge marzo, il calcare diventa ottuso nei riguardi delle sue qualità spirituali. Non ha piú le stesse qualità spirituali, perché gli esseri elementari, come sappiamo da precedenti considerazioni, per mezzo di una specie di respirazione spirituale cosmica si avviano appunto fuori, nell’universo. Il calcare diventa ottuso nei riguardi delle sue facoltà spirituali di pensiero. È poi strano che esso diventi ora pieno di brama; sviluppa una specie di vitalità interiore. Sempre piú e piú esiste una sottile vita nel calcare, ed essa diventa tanto piú interiormente movimentata in primavera e verso l’estate quanto piú le piante germogliano.

Certo queste cose si svolgono soltanto in modo sottile e intimo, non appaiono grossolanamente. Le piante che crescono sottraggono al calcare parte dell’acqua e dell’acido carbonico, specialmente al calcare che è disperso nel terreno, ed esso ne sente la mancanza. Il fenomeno è per il terreno un divenire interiormente vivente. Esso diventa vivente. Ma per il fatto che il calcare diventa interiormente vivente, esso acquista una particolare forza di attrazione per gli esseri arimanici. A ogni nuova primavera essi nutrono speranze. Di fronte alla natura, essi di solito non hanno in effetti speranze speciali, perché invero non possono esplicare la loro attività se non nell’uomo.

In genere gli esseri arimanici possono agire nella natura animale dell’uomo. Ma all’avvicinarsi della primavera l’influenza che esercita su di essi il calcare di primavera procura loro l’impressione di poter esercitare la loro natura di drago su tutta la natura; poiché trovano in primavera il calcare vivente, essi pensano di acquistare la possibilità di attirare l’elemento astrale dall’universo per animare il calcare vivente, per compenetrarlo di anima. Quando si avvicina il marzo, l’osservatore della natura veramente veggente vede cosí dappertutto le speranze delle entità arimaniche aleggiare sulla Terra in immaginazioni, come un vento spirituale che spiri ovunque; vede come gli esseri arimanici si sforzino di attirare in certo qual modo verso il basso una pioggia di astralità.

La forza astrale che essi vorrebbero suscitare se lo potessero (vi tendono sempre con tutte le loro forze) trasformerebbe almeno in parte la Terra durante l’estate, in quanto formata di calcare, in un essere animato, vivente. Ad ogni primavera le entità arimaniche aspirano a trasformare la Terra in un essere vivente, animato; quando un essere in autunno calpestasse la Terra con il suo piede, essa sentirebbe dolore per questa semplice azione del piede.

Questi tentativi, queste illusioni che in ogni primavera sono presenti negli esseri arimanici, in ogni primavera vengono annientati. Da un punto di vista umano si può certo anche dire che gli esseri arimanici avrebbero dovuto ormai diventare tanto avveduti da rinunciare alle loro speranze. Ma il corso del mondo non dipende da quanto pensa l’uomo; è semplicemente un fatto che ad ogni primavera gli esseri arimanici attingono nuove speranze di poter trasformare la Terra in un essere vivente, animato, per mezzo di una pioggia astrale dall’alto.

Queste illusioni vengono però ogni anno distrutte. Ma l’uomo non rimane immune dal pericolo di quelle illusioni. Egli gode dei prodotti Carmelo Nino Trovato «Le acque sognanti – La macchina dei desideri» della natura che prosperano in questa atmosfera di speranze e di illusioni, e veramente è ingenuo chi crede, mangiando il pane, di mangiare soltanto del grano macinato e cotto. Nel grano macinato e cotto sono contenute le illusioni e le speranze delle entità arimaniche. Esse vengono distrutte, ma tanto piú si desta nelle entità arimaniche l’aspirazione di raggiungere il loro scopo nell’anima dell’uomo. Cosí l’uomo ogni primavera è effettivamente in pericolo (sebbene tutto si svolga nell’intimo) di cadere vittima delle entità arimaniche.

In primavera l’uomo è perciò molto piú esposto all’azione arimanica nel cosmo, che non nelle altre stagioni. Altre cose avvengono se innalziamo lo sguardo verso l’alto. Se alziamo lo sguardo a dove salgono gli esseri elementari della Terra, a dove si collegano con le formazioni delle nuvole, a dove assumono un’attività interiore, soggetta alla vita planetaria, ci accorgiamo che lassú, verso marzo, si verifica qualcosa di diverso, mentre in basso gli esseri arimanici perseguono le loro mire.

Gli esseri elementari salgono, e la spiritualità pura, non materiale, che di solito vi è nella Terra e che si manifesta nella materialità, viene trasferita su, nella regione dove vi è vapore, aria, calore. Lassú poi, tutto ciò che si svolge negli esseri elementari in perenne movimento viene permeato dalle entità luciferiche. Come in basso le entità arimaniche nutrono le loro speranze e attraversano le loro illusioni, cosí in alto le entità luciferiche sperimentano le loro speranze e le loro illusioni. Se esaminiamo esattamente la natura delle entità arimaniche essa è in realtà eterica. Alle entità arimaniche, che sono veramente le entità precipitate da Michele, manca la possibilità di svilupparsi in modo da poter acquistare dominio sulla Terra se non attraverso il calcare divenuto vivente e bramoso.

Le entità luciferiche che sono in alto attraversano e compenetrano tutto ciò che in alto si è trasferito e che ora si rende attivo negli elementi superiori della Terra. Esse compenetrano tutto questo e sono di per se stesse di natura puramente astrale. Attraverso tutto quanto in primavera incomincia ad alzarsi, esse hanno la speranza di poter compenetrare la loro natura astrale con la natura eterica e di creare un involucro eterico della Terra, involucro che poi verrebbe abitato da loro stesse. Si può dunque dire: le entità arimaniche si sforzano di animare la Terra astralmente; le entità luciferiche si sforzano dall’alto di accogliere l’eterico nella loro natura. Quando in primavera le piante iniziano a germogliare, assimilano anidride carbonica, attraggono anidride carbonica. In quanto vi è un manto vegetale, l’anidride carbonica agisce in certo qual modo in primavera in una regione che è superiore a quella in cui agisce d’inverno; l’anidride carbonica s’innalza cioè nella regione delle piante.

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Articolo pubblicato il 03/04/2023