Diritti Umani parte IIª: “da quanto se ne parla?”.
Cilindro di Ciro

 

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=47065  (prima parte)

Concludevamo il precedente articolo con l’intenzione, dopo aver preso familiarità con la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, d’approfondire la ricerca allo scopo d’individuare eventuali elementi di chiarezza, che ci portassero a comprendere meglio i presupposti del nostro attuale convivere, in termini socio-politico-economici.

Possiamo iniziare col domandarci: “La questione diritti umani è una peculiarità tutta dei tempi moderni o è un aspetto che è già emerso precedentemente nella storia conosciuta dell’essere umano?”

Idee ti questo tipo erano diffuse già in tempi antichi, in quanto si osservava che la gente seguiva in modo naturale determinate leggi non scritte, anche se non veniva loro detto. Nell’antica India, possiamo ravvisare gli estremi di questo fatto nell’antica legge non scritta del Dharma, la legge spirituale e morale e l'osservanza dei doveri a essa inerenti, che deriva direttamente dalla legge universale. Gli antichi romani, ad esempio, la chiamarono “Legge Naturale”.

Gli elementi di spicco storicamente riconosciuti come i precursori della codificazione attuale dei Diritti Umani sono:

- 539 a.C.: il cilindro di Ciro, un cilindro di argilla sul quale Ciro il Grande fece iscrivere la sua dichiarazione che garantiva la liberazione delle genti assoggettate dopo la sua conquista di Babilonia e che viene indicato come il primo documento sui diritti umani della storia.

- 1215: La Magna Carta, concessa dal Re Giovani il Senzaterra, indottovi dai suoi baroni esasperati, dopo che aveva ripetutamente abusato delle antiche leggi e dei costumi secondo i quali veniva governata l’Inghilterra. È uno dei documenti forse più famosi al mondo, nel quale, tra altre importanti cose, si stabilisce per la prima volta il principio che ognuno, compreso il Re, è soggetto alla Legge.

- 1628: La Petizione dei Diritti, documento presentato dal Parlamento inglese al re Carlo I, a cui era chiesto il riconoscimento di diritti quali l'inviolabilità personale e la necessità del consenso parlamentare per le imposizioni di nuove tasse ed imposte.

- 1776: La Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, che proclamava i "diritti inalienabili" ovvero il diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. È la prima volta in cui compaiono esplicitamente anche i riferimenti alla "Legge Naturale e Divina" e al principio dell'uguaglianza: "Tutti gli uomini sono stati creati uguali". Ricordiamoci questo documento, perché ci ritroveremo a parlarne ancora.

- 1789: La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e dei Cittadini, un documento elaborato durante la rivoluzione francese, che affermava che tutti i cittadini erano uguali davanti alla legge, il cui contenuto ha rappresentato uno dei più alti riconoscimenti della libertà e dignità umana e che con la sua proclamazione si ritiene abbia dato origine al filone giuridico contemporaneo dei Diritti Umani.

1948: La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che mira a riaffermare la fede nei “Diritti Fondamentali” dell’essere umano, nella dignità e nel valore della persona umana. È il primo documento che fa l’elenco dei 30 diritti che spettano a tutti, col quale essi vengono finalmente dichiarati “universali” ovvero valido per tutti gli esseri umani indipendentemente dalla loro condizione sociale.

Ovviamente questo percorso non è stato lineare e la storia ci insegna che sia prima che dopo sono state intraprese azioni molto veementi al fine di rendere inefficaci ognuna di queste iniziative.

Tuttavia, evidentemente il fuoco ardente di quest’anelito verso la vita, la libertà, la dignità, la giustizia e l’uguaglianza nell’essere umano è inestinguibile e si giunge così fino ai giorni nostri con il tema dei “Diritti Umani” ancora e sempre più che attuale.

Anche se esposta in maniera molto succinta e necessariamente superficiale, questa carrellata storica pone in evidenza un interrogativo: “Se nell’essere umano è insita questa “Legge Naturale” e se nel corso della storia sono stati intraprese iniziative a più riprese in riferimento a questa Legge, oggigiorno essa dovrebbe essere un patrimonio ormai largamente acquisito nelle coscienze degli esseri umani e dovrebbe pertanto riflettersi ben concretamente nelle modalità con cui le compagini sociali da essi create vengono organizzate e gestite. Tuttavia, è questo il reale stato dell’arte?”

Avendo optato per il metodo di esplorazione basato sulla propria esperienza individuale e su fatti quanto più possibile oggettivi, anche in questo frangente ognuno di noi può cimentarsi nel fornire o meno una risposta a se stesso in merito al suddetto quesito.

Sulla base, poi, delle riflessioni fin qui fatte, potremo tentare di restringere il campo e delineare in maniera più concreta i presupposti dell’attuale metodo socio-politico-economico messo in atto nel nostro paese.

                                                                             luca rosso

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Articolo pubblicato il 27/02/2023