“L’Arcivescovo di Chieti-Vasto contro la Massoneria” e le considerazioni di un qualificato massone

In seguito al recente articolo di Andrea Rovera “L’Arcivescovo di Chieti-Vasto contro la Massoneria” pubblicato sul nostro giornale, riceviamo un’ampia dissertazione da parte di un autorevole membro di un’Obbedienza Massonica che svolge condivisibili e contestuali considerazioni in proposito.

Nel contempo ci teniamo a precisare che tra i punti forti e distintivi di Civico20News, la libertà di espressione e l’affermazione di ogni idea basata su valori e nel rispetto delle idee altrui e di chi le sostiene, rappresentano un’ambita priorità.

 

“Caro direttore,

ho letto con interesse l’articolo “L’Arcivescovo di Chieti-Vasto contro la Massoneria” del vostro collaboratore Andrea Elia Rovera comparso recentemente su Civico 20 News, e in proposito vorrei proporvi alcune considerazioni.

Sono un 33° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato appartenente all’Ordine Massonico Misto Internazionale Le Droit Humain, la più antica famiglia massonica mista, che accoglie sia uomini che donne e che quest’anno compie 130 anni di vita, essendo stata fondata nel 1893 a Parigi da due straordinari personaggi come Georges Martin e Maria Deraismes e presente in Italia sin dal 1904, una famiglia che sin’ora, nel nostro paese, non è mai stata coinvolta nei tanti episodi oscuri che purtroppo hanno segnato dolorosamente la storia massonica nazionale.

Scoprire che il Maestro Venerabile (non “Gran Maestro Venerabile”, come erroneamente scrive Rovera) della Loggia “Araba Fenice” di Chieti -loggia di cui ignoro l’appartenenza e la collocazione massonica- ha organizzato un incontro pubblico sugli aspetti mistici ed esoterici di San Francesco non mi stupisce: la Massoneria da sempre ha coltivato quegli aspetti, anche appartenenti al mondo cristiano.

E tanto meno mi stupisce che la chiesa cattolica, nella persona di un suo colto e autorevolissimo rappresentante come monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, abbia ribadito ancora una volta il suo rifiuto dell’universo massonico, sopratutto di fronte all’invasione di campo rappresentata da un convegno in cui la Massoneria  pretende di parlare di un uomo-simbolo della cristianità come Francesco d’Assisi, su cui la chiesa cattolica intende evidentemente esercitare un qualche forma di monopolio culturale e dogmatico, come in moltissimi altri casi.

Sembra quasi che essa voglia ignorare il fatto imbarazzante che l’ordine francescano ha avuto, nel mondo medievale, una sicura e solida vicinanza con le pratiche alchemiche ed esoteriche nella persona, fra gli altri, di frate Elia da Cortona, di Bonaventura da Iseo, di Raymon Gaufredi, di Paolo di Taranto e –probabilmente il più celebre fra tutti- di Ruggero Bacone; tutte appartenenze riportate nei documenti di condanna emessi dai capitoli francescani contro la pratica dell’alchimia a partire dagli anni 80 del Duecento.

Concordo pienamente -evidentemente senza condivisione- con Rovera sul fatto che la Chiesa Cattolica non possa tollerare l’appartenenza massonica dei propri fedeli, atteggiamento che dalla lettera apostolica In eminenti di Clemente XII del 1738 è rimasto immutato attraverso una cospicua serie di severi documenti, sino all’articolo 1374 del Codice di diritto canonico citato dal vostro collaboratore (che parla però di “associazioni che complottano contro la chiesa”, espressione  che potrebbe dare motivo a qualche discussione) e alla ferma presa di posizione della Congregazione per la dottrina della fede, presieduta da Joseph Ratzinger, del 1983 dove si dice che i massoni permangono in “stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa comunione”.

Nulla quaestio dunque sull’inconciliabilità fra fede cattolica e Massoneria, nonostante alcune aperture del  passato ad opera di religiosi come il paolino padre Rosario Esposito, monsignor Ernesto Pisoni, il salesiano Vincenzo Miano, il vescovo Alberto Ablondi, il gesuita padre Giovanni Caprile, monsignor Franco Molinari, tutti uomini di chiesa che, al di là di ogni intolleranza dogmatica, hanno avuto il coraggio di indagare e colloquiare con il mondo libero-muratorio, una fragile primavera intellettuale e, forse, pastorale che però non è durata a lungo.

Francamente non so se vi siano oggi massoni all’interno delle gerarchie ecclesiastiche, come peraltro era normale nel XVIII secolo sia in ambito cattolico che in ambito protestante: se vi sono probabilmente vivono in assoluto anonimato e in totale clandestinità, alimentando così il mito dell’infiltrazione massonica nel corpo della chiesa, una chiesa che da secoli vive nel terrore del “serpente gnostico”, l’antico avversario che ne insidia la purezza ma anche -e forse soprattutto- la struttura materiale, giacché il Vaticano ha sempre identificato la Massoneria non tanto con un avversario politico, quanto piuttosto con un avversario religioso e dottrinale, con una religione più nemica che alternativa, preferendo paradossalmente dialogare con l’ateismo e il marxismo che non con un movimento, come la Libera Muratoria, che porta in sé profondi elementi di spiritualità.

E’ vero che la spiritualità massonica non è mai stata esplicitata pienamente al mondo profano, restando confinata nei rituali e nei simbolismi attuati all’interno dei Templi, ma la natura della conoscenza esoterica è, appunto, riservata e la profanità -compresa, per molti aspetti, quella cattolica- non ha mai potuto venirne pienamente a conoscenza, accreditando così l’immagine un po’ risibile, ma assai diffusa negli ambienti più sprovveduti, di una “sinagoga di Satana” dove si celebrano riti innominabili o, per rimanere nell’attualità, di una mafia col grembiulino.

Ci dispiace molto per tutte queste persone, ma l’esoterismo massonico e la sua antica cultura sapienziale non possono essere svelate da un vero Fratello, anche se in fondo sono assolutamente accessibili (attenzione: in forma puramente intellettuale e documentaria) a chiunque voglia leggere qualche seria pubblicazione sul tema. Ma l’esperienza dell’esoterismo massonico, vissuto in Loggia attraverso il rito e il simbolo, è ben altra cosa...

Normale quindi che per quel cattolico abituato al magistero consolidato della sua chiesa l’esperienza massonica -basata sulla libertà di ricerca spirituale e sull’esperienza sapienziale ad un tempo individuale e comunitaria della Loggia- possa apparire incomprensibile e perfino nemica.

Non troppo normale invece che un’istituzione millenaria e culturalmente molto solida come la chiesa cattolica tema un’esperienza come quella massonica, che non costituisce una religione, e quindi non è concorrenziale né sotto l’aspetto del proselitismo né sotto quello intellettuale, muovendosi su di piano profondamente diverso.

In Massoneria ci sono molti cattolici che hanno serenamente compreso questa sottile ma fondamentale verità, e che quindi non vivono la conflittualità che Rovera descrive, non appartenendo a quella frangia di credenti che è spaventata dalla pluralità delle esperienze intellettuali e spirituali e, in particolare, da un’esperienza come quella massonica che non nega la religiosità cristiana se non quando questa diviene dogma e affermazione di potere materiale.

Che poi esista un esoterismo cristiano che da secoli, più o meno riconosciuto e accettato, affianca e talvolta penetra la chiesa istituzionale (dai francescani di cui si diceva all’inizio sino a Florenskij, a Palamidessi e a molti altri, anche in tempi non lontani) è assolutamente risaputo e costituisce quel regno dello spirito e della conoscenza, periferico delle chiese istituzionali, dove per certi versi si può collocare anche la Massoneria.

In fondo, è molto difficile oggi vedere le istituzioni massoniche come “associazioni che complottano contro la Chiesa” (ed è già molto, anche se non sufficiente, aver espunto la parola “sette”), a meno di non considerare la chiesa cattolica come una cittadella perennemente assediata dalle forze del male; ed è proprio questa sensazione che mi fa ritenere profondamente vera la considerazione di un vecchio Fratello massone  ormai scomparso, credente e praticante nonostante l’anatema papale, secondo cui è molto facile per un massone essere cattolico, ma molto difficile per un cattolico essere massone.

Cosa che la dice lunga sulla differenza fondamentale fra due mondi e due modi di essere nel mondo.

Cordialmente.

 

Un lettore affezionato e massone “

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 17/02/2023