Il Villaggio dei Ritorni: Immagini e parole per riscoprire noi stessi

di Alessandro Mella

In un sabato pomeriggio di febbraio ebbi modo di sfogliare, per la prima volta, questo volume dal titolo “Il Villaggio dei Ritorni – Fotografie nel Tempo”.

Figurarsi, offrire un libro simile ad uno come me equivaleva a fargli un bel regalo. A restituirgli quel buon tempo antico di cui, alle volte, sentiamo insana nostalgia. Insana per non averlo vissuto ma averne solo ricevuto gli strascichi attraverso i ricordi, filtrati secondo spirito e sentimento, dei nostri nonni e genitori.

In fondo la mia generazione ha fatto in tempo a conoscere gli ultimi spasimi di quel mondo montano ora così distante. Le frazioni vive, le persone dell’altro secolo, le abitudini, i racconti, le parole, i colori ed i toni di grigio.

Quelli delle foto di famiglie nella cassettiera, nel birò, per dirla alla piemontese. Conservate con lettere, fogli ingialliti, documenti e piccoli santini nelle vecchie cassette, quelle si coloratissime, che un tempo ospitarono caramelle, biscotti, cioccolatini e tante altre leccornie. I toni di grigio che gli autori hanno scelto, certo non a caso, per queste immagini.

Di Arduino Baietto conoscevamo la profonda umanità, la limpidezza di spirito ed il vivace talento letterario emerso dalle pagine de “Il Sale delle Capre” e “Le Stagioni di Cristina”. Non conoscevamo, almeno non io, la sua abilità anche nell’arte della fotografia. Virtù che la saggezza e le parole del prof. Giovanni Tesio hanno valorizzato nelle pagine di quest’opera.

Sfogliando le pagine si incontrano questi scatti inediti commentati con raffinata delicatezza. Ci sono le nostre valli, i boschi e le selve, le baite vive e decadenti ad un tempo, le nevi e le stagioni che corrono velocemente lungo gli anni, i luoghi di culto come le cappelle alpestri ma anche i piloni votivi icona di una devozione popolare profonda e pienamente vissuta. Quella che accompagnava i nostri vecchi nelle scelte della vita e della quotidianità, quando ai dogmi della fede ci si credeva davvero.

Ci sono le fontane con le loro acque adamantine della cui perdita le nostre montagne hanno legittima paura, ci sono gli antichi lavatoi di pietra, i “bacias”, dove le nonne e le ragazze lavavano i panni intrisi dai mariti con il sudore della fatica. Le pietre nei muri, con il loro grigiore rigoroso, le “lose” sui tetti e le porte ed i portoni di legno. Tenute insieme da quei grandi chiodi arrossati dalla ruggine e dal tempo. Chi di noi non ne ha mai spinto uno da “gagno”?

Ed i pascoli, i campi inverditi dall’estate, ingialliti dall’autunno e resi candidi dall’inverno. Quei pochi sopravvissuti all’avanzata di piante ed arbusti, quelli in cui anche noi, bambini, portavamo il fieno con la gerla.

Il libro fotografico che Arduino Baietto e Giovanni Tesio ci hanno offerto ha qualcosa di dolce, di commovente, di melanconico ma anche di vivo. Sono i nostri ricordi che pulsano, che spingono nel nostro cuore, che ci fanno sentire ancora collegati a qualcosa che ci pareva perduto e lontano.

Ma ci sono soprattutto pagine di storia, lo spopolamento dei monti, la rinuncia alle radici, il distacco dalle cose e dai paesaggi cari, la ricerca di un futuro migliore la dove il materialismo consumista delle pianure appiattisce ogni tutto e forse, alla lunga, anche le persone.

Ma lassù, mangiate dal vento, resistono quelle pietre e quei paesaggi, sopravvivono a fatica i sentieri. Da dove siamo partiti e dove, questo libro in fondo non fa che ricordacelo, un giorno torneremo. Non saremo mai liberi come quando ritroveremo ciò che le foto di quest’opera hanno fissato sulla carta.

In una coppia di scarponi, abbandonata su un tavolaccio di legno, c’è qualcosa di noi tutti e tutte, della nostra identità, come una genealogia redatta dalla salda mano d’un araldo antico. Noi, orgogliosamente montanari, resi coriacei nel carattere dall’asprezza delle nostre vette, dalle fatiche dei nostri antenati.

Un libro, in sostanza, da leggere e guardare, da sfogliare e risfogliare, da conservare ed amare. Per ritrovare noi stessi, nel tempo della modernità fucina di smarrimento e di perpetua distrazione.

Alessandro Mella

Il Villaggio dei Ritorni – Fotografie nel Tempo

Fotografie di Arduino Baietto - Testi di Giovanni Tesio

Edizioni Mercurio – Vercelli – 2020 - ISBN 978-88-98269-29-7 - Pagine 116.

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Articolo pubblicato il 19/02/2023