“Balcone con vista” – Pensieri su di un libro fotografico

Recensione di Alessandro Mella

In tempi come i nostri le tecnologie hanno ormai raggiunto un tale livello per cui chiunque, perfino lo scrivente, potrebbe scattare senza difficoltà foto perfettamente messe a fuoco, con luci invidiabili, dettagli nitidissimi, quasi la perfezione. Ma non è la persona a fare la differenza bensì l’avveniristico dispositivo messo nelle sue mani, al fattore umano resta la scelta del soggetto il quale, del resto, corrisponde in genere alla personalità ed ai gusti individuali.

Diverso è fotografare ancora con pellicola, dispositivi analogici, con metodologie per cui la perfezione o comunque l’altissimo livello si raggiungono solo con un’armonia, un binomio, un rapporto efficace tra macchina e persona che scatta, regola, sceglie, decide e coglie l’attimo sulla base dell’esperienza, della passione autentica e dell’esperienza.

Questo è quello che Riccardo Carnovalini ha fatto in tanti angoli della nostra Italia e della nostra Europa ma soprattutto in un cantuccio speciale e caro al suo cuore.

Lassù, nella Val di Viù, a quasi mille metri in una piccola frazione montana ove il mondo rallenta, quasi si ferma e dove tutte le modernità più astruse sembrano finalmente lontane ed abbandonate alle pianure urbanizzate.

Per noi “montanari” tutto sembra scontato perché i 248 scatti di Riccardo ci raccontano un mondo che ognuno, nel proprio gruppetto di case tra i tanti sparsi per la valle, ha imparato a conoscere ed amare.

Ma lui non si è avventurato per i boschi ed i pascoli alpestri alla ricerca di soggetti e scorci da immortalare, in un certo senso loro sono venuti da lui perché lui potesse coglierli dal balcone di un casolare montano settecentesco ove risiede.

Egli ha in qualche modo eternato i paesaggi, aspri e delicati ad un tempo, delle nostre Alpi Graie. Con le nevi appena cadute, con il grigiore della spoglia roccia d’estate, con le selve piene di chioma nella vivacità della primavera. Per non parlare dei mille colori che la mano della natura pone sui boschi nelle settimane d’arte autentica dell’autunno.

Nei suoi scatti ha colto anche i mille colore della flora e dei fiori, così contrapposti idealmente in gioiosa alternanza, al candore della neve e del gelo.

E non mancano i cieli arrosati dai tramonti e nelle cui tinte sfumate le nuvole sembrano farsi spuma incantevole tra mille fantasiosi disegni.

Dal balcone il fotografo ed autore coglie anche la bellezza della fauna alpina con il camoscio che, nel pieno del cambio della muta, si reca ad abbeverarsi all’antico lavatoio, il bacias, con la dolcezza infinita dei caprioli, con la posa da eroe greco del cervo, fiero del suo palco, fino alle tracce, crude ma vere, del passaggio del lupo.

Il volume in brossura è disposto, come s’usa per i libri fotografici, in orizzontale per quasi duecento pagine piene di grande bellezza, di emozioni e di sensazioni ed è aperto dalla prefazione di Tiziano Fratus.

Lodevole è anche la scelta dei testi bilingue italiano ed inglese tale da permettere un’ampia diffusione di un viaggio virtuale, ma meravigliosamente su carta, tra le nostre montagne, le nostre radici, le origini che alle volte, soffocato come siamo dal trambusto della vita moderna, finiamo per dimenticare.

E che pur dovremmo, invece, ritrovare e far nostre con i loro sacrifici, certo, ma anche con la loro rara quiete e bellezza. Quelle si reali e non nascoste dietro il gelo di un moderno display touch.

Alessandro Mella

Editore Edizioni Magister

Formato Brossura

Pubblicato 01/12/2021

Pagine 192

Lingua Italiano-Inglese

Isbn 9788885564473

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/03/2023