Il trenino ”tritatutto” che collegava Torino a Collegno e Rivoli
Il filobus sostituisce il trenino

E intorno alla ferrovia nascono molti stabilimenti

Il trenino correrà per più di 80 anni su di uno dei corsi più lunghi d’Europa, corso Francia (o, come veniva chiamato allora e sin dalla sua realizzazione, “Lo Stradone di Francia”).

Questo “stradone” viene realizzato per Editto Regio di Vittorio Amedeo II nel 1711 dall’architetto Michelangelo Garove, collega con una ideale linea retta il Palazzo Reale con la residenza del Castello di Rivoli, un percorso di quasi 12 km., largo 12 metri e piantumato da olmi.

Su questo lungo tragitto, all’epoca in gran parte in aperta campagna, un mezzo di trasporto è rimasto nella memoria collettiva: la “Ferrovia a scartamento ridotto”, dal popolo chiamata “Trenino a Vapore”.  

Raccontiamo in breve la storia di questa linea di trasporto. Il 12 luglio 1868 il cav. Carlo Dionigi Reinfeld ottiene la concessione per l’impianto di una ferrovia a cavalli, ma non ne intraprende la costruzione. L’anno dopo, l’ingegner Giovanni Battista Colli ottiene una nuova concessione per una ferrovia a scartamento ridotto con trazione a vapore, versando un onere 120.000 lire per la concessione gratuita della parte destra del corso, dove vengono installati i binari.

Tale percorso interseca la ferrovia Torino-Modane a Collegno, in località detta Baraccone (dove oggi vi è il sovrappasso Regina Margherita); qui, al posto di un passaggio a livello, viene preferita la soluzione più onerosa di un ponte con travi metalliche. Si tratta della prima ferrovia a scartamento ridotto in Torino, i convogli sono trainati da due locomotive di fabbricazione belga.

Il 17 settembre1871, all’inaugurazione dell’opera, qualcuno evidenzia che in concomitanza si inaugura anche il tunnel del Frèjus e i due convogli si incrociano nella citata località Baraccone, passando uno sotto e l’altro sopra il ponte metallico.

Il servizio è garantito da locomotive a vapore, 15 vetture per passeggeri di I e di II classe, tre vetture per bagagli e altrettante per le merci. La stazione di partenza si trova in piazza Statuto e, dal 1884, vi sono quattro passaggi a livello in corrispondenza di via Principi d’Acaja, Giacinto Collegno, Bagetti, Matteucci-Drovetti, con trincea di protezione dopo via Principi d’Acaja fino alla cinta daziaria.

Nel 1895 la stazione viene trasportata da piazza Statuto all’inizio di corso Francia. La biglietteria era a livello stradale e i treni partivano da un sotterraneo completamente interrato fino a via Principi d’Acaja, poi percorrevano corso Francia in una trincea non molto profonda, posta dal lato del Borgo San Donato, appunto fino alla cinta daziaria. Qui il trenino risaliva con una rampa a livello stradale, trovandosi nel tratto di corso Francia antistante l’istituto Prinotti; proseguiva, quindi, in aperta campagna, separato dallo stradale di Francia da una siepe.

Nel 1914 la ferrovia diventa a trazione elettrica e si colma la trincea di corso Francia. Il treno diventa più veloce e la carenza di protezione provocherà molti incidenti al suo passaggio, da qui il soprannome di “tritatutto”. Mancano dati ufficiali su quanti tra pedoni, ciclisti e veicoli siano stati investiti dal «tritatutto»: tra le vittime si annovera Giuseppe Maina, portiere del Torino dal 1935 al 1940 (1).

Un nuovo progetto viene avanti: “La tranvia di Rivoli soppressa per allargare il corso Francia” titola La Nuova Stampa del 26 giugno 1952; “La tranvia di Rivoli trasformata in filovia”, scrive ancora La Nuova Stampa del 9 ottobre 1952. Il nuovo servizio pubblicato è annunciato dal quotidiano La Stampa (non più Nuova) del 14 ottobre 1955, come da foto di copertina dell’articolo. E dal 13 novembre 1955 ci sarà la filovia, ricordata dai meno giovani. I filobus di colore rosso opereranno fino al 1979, cedendo poi il posto agli autobus che conosciamo oggi; al di sotto corso Francia, dal 2006, corre la prima linea della metropolitana torinese, inaugurata all’apertura della Olimpiadi Invernali di Torino 2006.

Ritorniamo indietro nel tempo e osserviamo il territorio da un altro punto di vista. La comodità di avere un veloce mezzo di trasporto per gli operai e per le merci (il percorso richiedeva 30 minuti circa), che collega tre comuni (Torino, Collegno e Rivoli) e sfiora Grugliasco, incentiva la costruzione di numerosi insediamenti produttivi, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ci limitiamo a citarne alcuni, tra i più noti.

Il Cotonificio Leumann nasce nel 1875. Isaac Leumann e il figlio Napoleone decidono di insediare un nuovo sito produttivo che lavorasse il cotone, a differenza del loro preesistente stabilimento di Voghera che trattava il lino. Fondamentale nella scelta del luogo si rivela anche la presenza di canali irrigui (bealera di Grugliasco) e la vicinanza di una nuova e moderna infrastruttura: la ferrovia che, correndo lungo l'asse dell'attuale corso Francia, consentiva un rapido collegamento con Torino.

La fabbrica di vermut di Clemente Chazelettes risale al 1909. In anni recenti, Giovanni Chazalettes, erede della famiglia, ha ripreso a produrre le numerose ricette di un ricco patrimonio storico.

La fabbrica del Lievito Bertolini è del 1911. Mentre Torino si appresta a festeggiare i primi cinquant’anni dell’Unità d’Italia, il giovane Antonio Bertolini inventa la bustina monodose di lievito, destinata a diventare famosa su tutto il territorio nazionale e successivamente anche all’estero

Il Biscottificio Maggiora: nel 1939 Ermenegildo Maggiora sposta la sua produzione industriale a Torino, in un locale in affitto; pochi anni dopo riesce ad acquistare lo stabilimento.

A ricordare quel trenino esiste ancora la Stazionetta Leumann, davanti all’ingresso del cotonificio voluta anch’essa da Napoleone Leumann, costruita con lo stesso stile usato per l’ex stabilimento. Di quell’epoca, e di quel modo di fare impresa, rimane un’altra testimonianza nel Villaggio Leumann, ma questa è un’altra storia.

Note

(1) Giuseppe Maina (Torino, 4 ottobre 1908 – Torino, 19 settembre 1942). Muore a 33 anni, investito da un locomotore della tramvia che da Torino portava a Rivoli, mentre tornava a casa in bicicletta all'altezza del quartiere Pozzo Strada. In sua memoria, nacque una squadra di calcio torinese, il Pino Maina, dalla caratteristica maglia grigia. Con il Torino è stato vincitore della Coppa Italia 1935 – 1936.

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Articolo pubblicato il 17/03/2023