Dalla guerra al terrorismo: è ora di sedersi e trattare

L'opinione di Luigi Cabrino

La guerra tra Russia ed Ucraina , con gli attentati a Daria Dugin , uccisa con un’autobomba nell’agosto dello scorso anno, e con la bomba al caffè di San Pietroburgo che ha ucciso il giornalista e blogger  Vladlen Tatarsky, è entrata in una fase nuova, almeno per quanto riguarda la parte ucraina.

Dopo l’attentato che ha ucciso la figlia dell’ideologo eurasiatista russo Alexandr Dugin le autorità ucraine si erano subito dissociate dall’attentato, ma nel giro di qualche giorno i servizi russi hanno identificato la responsabile, inoltre da parte degli stessi USA sono emersi dubbi sul fatto che l’attentato non fosse opera dei servizi ucraini.

Domenica l’esplosione della bomba in un caffè a San Pietroburgo che ha ucciso, tra gli altri Vladen Tatarsky, giornalista militare, originario del Donbass, le cui posizioni filo Putin erano note.

I servizi russi hanno subito individuato la responsabile, Daria Trepova, attivista nota per le sue posizioni contrarie al governo russo e vicina all’attivista Navalny; secondo le autorità russe ha agito per conto dei servizi ucraini.

"Ho portato una statuetta lì dentro, che è esplosa", ha detto. Inoltre, quando le è stato chiesto perché fosse stata arrestata, Trepova ha detto: "Arrestata, direi, per essere stata sulla scena dell'omicidio di Vladlen Tatarsky". Alla domanda su chi le abbia procurato la statuetta, si è rifiutata di rispondere. "Posso parlartene più tardi", ha detto.

Secondo quanto riportato da AGI l'attentato sarebbe stato orchestrato dai servizi di sicurezza ucraini e "ha coinvolto agenti che collaborano con la Fondazione anticorruzione" dell'oppositore russo Aleksei Navalny. Lo ha scritto in un comunicato il Comitato nazionale antiterrorismo (NAC).

"È stato stabilito che l'attacco terroristico al giornalista Vladlen Tatarsky, commesso a San Pietroburgo il 2 aprile, è stato pianificato dai servizi di sicurezza ucraini e ha coinvolto agenti che collaborano con la cosiddetta Fondazione anticorruzione di Navalny, di cui la detenuta Trepova è un'attiva sostenitrice", si legge nel comunicato. 

Operazioni militari sul campo a cui si aggiungono azioni, da parte ucraina, che più che con la guerra hanno a che fare con il terrorismo.

E’ davvero urgente che gli spiragli per trattative di pace non vengano trascurati, indipendentemente da chi li propone.

L’estate scorsa la Turchia ha mediato per lo sblocco delle navi cariche di grano dai porti ucraini controllati dai russi.

Nei mesi scorsi la Cina ha proposto una bozza di trattativa per un cessate il fuoco immediato e colloqui tra le parti.

Il presidente bielorusso Lukashenko ha proposto una tregua immediata e colloqui tra le parti senza pre condizioni.

Spicca, purtroppo, l’assenza dell’Europa, a quanto pare preoccupata solo ad inviare armi all’Ucraina, e, cosa ancor più grave, dellOnu.

Tutte le proposte di tregua sono state ignorate, spesso per la pressione di USA e UE.

E’ vero che Cina, Bielorussia e Turchia non sono propriamente democrazie liberali da prendere a modello, così come non lo sono Ucraina e Russia; ma forse è arrivato il momento di non ignorare nessuna delle proposte di tregua e di pace, indipendentemente da chi le sottopone alle parti in conflitto.

Anche perché Cina Turchia e Bielorussa non sono democrazie secondo i nostri standard occidentali – personalmente non vivrei un solo giorno in quei paesi -  ma allo stato attuale i pochi timidi spiragli per un negoziato arrivano da quelle parti, e con centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati non è il caso di fare i superbi e gli schizzinosi.

 

Luigi Cabrino

 

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Articolo pubblicato il 05/04/2023