Convegno a Torino sugli Oratoriani, 20 e 21 aprile 2023

La Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri in Piemonte (secoli XVII – XIX)

La presenza degli Oratoriani di S. Filippo Neri in Piemonte risale ai primi decenni del Seicento. Ben 13 furono le Congregazioni dall’Oratorio nate in Piemonte: Casale (1613), Murazzano (1646), Torino (1649), Fossano (1649), Chieri (1658), Savigliano (1674), Carmagnola (1681), Demonte (1693), Asti (1696), Mondovì (1704), Crescentino (1730), Villafranca (1737), e Biella (1742).

L’Oratorio costruisce un forte radicamento nel territorio subalpino, dove annovera due dei cinque beati filippini, Giovenale Ancina (1545-1604), vescovo di Saluzzo, e Sebastiano Valfrè (1629-1710), dell’Oratorio di Torino, zelanti pastori volti alla riforma del clero, dei religiosi e del laicato cristiano.

Il convegno, organizzato per il 20 e 21 aprile a Torino, presso l’Oratorio di San Filippo, intende far luce su tutte le Congregazioni Oratoriane piemontesi di cui, ad oggi, manca una documentata storia unitaria.

San Filippo Neri, “apostolo della città di Roma”, nasce a Firenze il 21 luglio 1515, figlio di un notaio e di una donna di modesta estrazione. Verso i diciotto anni, è avviato dal padre a studiare i primi rudimenti commerciali e professionali a Cassino. Più tardi, a Roma, conoscerà Ignazio di Loyola (1) e Camillo de Lellis (2).

Un episodio è significativo nel suo percorso di ricerca religiosa. Nel giorno di Pentecoste del 1544, Filippo è in preghiera nelle catacombe di San Sebastiano (3), quando un tremore lo scuote tutto: è lo Spirito Santo che si annuncia a lui e gli lascia un segno indelebile nel corpo, la rottura di due costole.

Nel 1551 è ordinato sacerdote, il suo luogo privilegiato diventa il confessionale, dove si rende conto delle esigenze dei giovani. Nella sua piccola stanza inizia a prendere forma la missione dell’Oratorio: nel piccolo ambiente si leggono brani delle Sacre Scritture, le vite dei santi, si suona e si canta, si mettono in scena opere teatrali. Nasce in questo modo la Congregazione dell’Oratorio.

Nel clima politico e spirituale della Controriforma, il papa Gregorio XIII (4) affida a Filippo la chiesa di S. Maria in Vallicella (5), all’epoca fatiscente; con la Bolla Copiosus in misericordia Deus, del 15 luglio 1575, riconosce la nuova Congregazione, composta da laici e da sacerdoti che non prendono i voti.

Quando Filippo si ammala e la sua salute si aggrava, negli ultimi giorni della sua vita arriva il cardinale Borromeo a confessarlo e a comunicarlo.

Una delle sue invenzioni spirituali è la “visita alle sette chiese”, pellegrinaggio urbano romano che, sotto il pontificato di Pio IV, vedrà migliaia di fedeli partecipare a questo momento devozionale. Più che una “invenzione”, si tratta della riscoperta di un più antico rito devozionale di massa, già praticato nel Trecento. Con il crescere dei partecipanti, Filippo Neri decide di dedicare al pellegrinaggio un giorno fisso dell’anno: il giovedì che precede l’inizio della Quaresima. La prima data precisa del pellegrinaggio alle sette chiese è il 25 febbraio 1552 (6).

Tutta la sua vita e la sua azione sono dedicate a ridurre e a sanare la distanza e la frattura tra la vita spirituale del cristiano e le istituzioni ecclesiastiche; egli ha caratterizzato un’intera epoca con la sua spiritualità.

Di lui, nel suo Viaggio in Italia, Goethe scriverà: «La figura di Filippo Neri non solo è oggetto di somma venerazione, ma ha anche lasciato un sereno ricordo; e se le notizie intorno alla sua vita e al suo grande timor di Dio sono fonte di edificazione e di gioia, si narrano pure molti esempi del suo umore felice. Fervidi sensi di pietà lo animarono fin dai primi anni, e nel corso della vita fiorirono in lui doni altissimi d’entusiasmo religioso: il dono della preghiera spontanea, della muta e profonda adorazione, il dono delle lacrime, dell’estasi e infine anche quello, considerato il sommo fra tutti, di sollevarsi da terra e librarsi in alto. (…) Ma il fatto ancor più significativo è che ciò avvenisse proprio all’epoca di Lutero e che anche nel cuore di Roma un uomo alacre, timorato di Dio, energico, operoso, si preoccupasse di congiungere la religiosità, anzi la santità, con le cose del mondo, d’introdurre il senso del divino nella vita secolare, così da gettare egli pure le basi di una riforma; poiché questa soltanto è la chiave capace di schiudere le prigioni del papato e di ridare al mondo libero il suo Dio».

La Congregazione approda a Torino nel 1648. La grande chiesa barocca dedicata a S. Filippo Neri, che si trova in via Maria Vittoria 5 angolo via Accademia delle Scienze è la chiesa più grande a Torino.

Note

(1) Ignazio di Loyola (Loyola, 23 ottobre 1491 circa – Roma, 31 luglio 1556) è stato il fondatore della Compagnia di Gesù.

(2) Camillo de Lellis (Bucchianico, 25 maggio 1550 – Roma, 14 luglio 1614) ha fondato l'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi (Camilliani).

(3) Le catacombe di San Sebastiano sono un cimitero ipogeo di Roma, lungo la via Appia Antica, nel quartiere Ardeatino, uno dei pochissimi cimiteri cristiani rimasti sempre accessibili (dei quattro piani originari il primo è andato quasi completamente distrutto).

(4) Gregorio XIII, nato Ugo Boncompagni (Bologna, 1501 o 1502 – Roma, 10 aprile 1585), è stato il 226º papa della Chiesa cattolica, dal 13 maggio 1572 alla morte. La storiografia lo considera uno dei pontefici più importanti dell'età moderna, per l'attuazione della Controriforma cattolica e per la riforma apportata al calendario, che a lui deve il suo nome.

(5) La chiesa di Santa Maria in Vallicella è menzionata per la prima volta in una Bolla di papa Urbano III del 14 febbraio 1186, dove è elencata come parrocchiale e dipendente da San Lorenzo in Damaso.

(6) I testi seicenteschi sulle sette chiese ricordano che ogni tratto dell’itinerario rappresentava uno dei sette “viaggi” di Cristo durante la Passione, in una specie di anticipazione della Via Crucis: dal cenacolo al Getsemani; dall’orto alla casa di Anna; da questa alla casa di Caifa; da lì al palazzo di Pilato; da quello di Pilato a quello di Erode; di nuovo da Erode a Pilato; e infine dal palazzo di Pilato al Calvario.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 13/04/2023