Maestra perseguitata per aver recitato un'Ave Maria

La persecuzione anticristiana prende piede nel nostro Paese. Rispetto della cultura laica o pericolosa deriva volta a distruggere la libertà di pensiero?

In questo giorno che il mondo laico denomina “Pasquetta” vogliamo porre l’accento su una grave situazione che colpisce i cittadini cristiani del nostro Paese.

Nella democraticissima Italia, infatti, è in atto una vera e propria persecuzione anticristiana.

A lanciare l’allarme Jacopo Coghe, portavoce di “Pro Vita & Famiglia”, che in un suo comunicato ci fa sapere di un fatto davvero assurdo.

Scrive Coghe: “alla vigilia dello scorso Natale la maestra Marisa Francescangeli, di Nuoro, ha recitato un’Ave Maria insieme agli alunni della classe dove ha svolto un’ora di supplenza per coprire un collega assente. Di fronte alle proteste di due genitori, la maestra si è immediatamente scusata spiegando di aver ritenuto il fatto innocuo dato che tutti gli alunni partecipavano all’ora di religione e si stavano preparando per la Prima Comunione. Sembrava finito tutto lì, ma pochi giorni fa (a tre mesi dall’evento)la doccia fredda: la maestra Marisa è stata raggiunta dalla raccomandata dell’Ufficio Scolastico Provinciale che le comunicava 20 giorni di sospensione dall’insegnamento con decurtazione dello stipendio”.

Quando abbiamo ricevuto la missiva di “Pro Vita & Famiglia” siamo rimasti attoniti; sembrava tutto surreale ma poi abbiamo visto che il “caso dell’Ave Maria” è finito su tutte le più importanti testate giornalistiche nazionali e, ahinoi, anche internazionali.

L’Italia ha dimostrato ancora una volta di essere campionessa nel ledere i diritti di quanti non commettono reati ma osano semplicemente vivere liberamente la loro fede.

I colleghi de “La Stampa”, nel riportare la notizia, hanno scritto: “Sardegna, recita Ave Maria con i bimbi a scuola: maestra sospesa per 20 giorni. L’insegnante, Marisa Francescangeli, potrà tornare in classe alle elementari di San Vero Milis solo dopo il 16 aprile”.

Possiamo solo immaginare la sofferenza di questa docente, sospesa e trattata come una criminale, per aver semplicemente fatto recitare – neppur in modo coercitivo – una delle preghiere più recitate nel mondo.

La maestra, sicuramente scossa ed attonita, si è limitata a dire: “Sto vivendo un incubo, mi mancano i miei bambini”.

A sostegno di Marisa Francescangeli anche molti colleghi del plesso scolastico, la stragrande maggioranza dei genitori, le associazioni sindacali che stanno seguendo il caso e le associazioni di insegnanti dell’intera Penisola.

Come ci fa notare puntualmente Coghe: “oggi a scuola vengono propinate le peggiori oscenità e schifezze senza la minima conseguenza. Si può dire ai bambini che il loro sesso è “fluido” e possono scegliere se essere maschi, femmine o “altro” a seconda di come si sentono. Ma se si recita un’Ave Maria alla vigilia di Natale, la repressione è immediata e brutale! Il movente anti-cristiano di un provvedimento così duro è palese”.

Il clamore mediatico della vicenda ha già raggiunto i palazzi romani. Sappiamo per certo che il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sta già seguendo la questione e, con molta probabilità, il Governo si adopererà affinché simili forzature non abbiano più modo di avvenire.

Ciò nonostante, per rafforzare la vicinanza all’insegnante – ingiustamente punita – e per rimarcare che non ci può essere censura verso una fede maggioritaria all’interno del Paese, l’Associazione “Pro Vita & Famiglia” ha lanciato una petizione dal titolo “Io sto con la Maestra Marisa!” che ha già raggiunto diverse migliaia di firmatari.

Seguiremo senz’altro l’evolversi della vicenda nella speranza che l’Italia comprenda che distruggere la libertà di pensiero e d’espressione è pericoloso. Quando ciò è stato fatto ha aperto la porta a scenari di censura e repressione ben noti.

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Articolo pubblicato il 10/04/2023