I Signori di Vallaise, dalla Valle d’Aosta a Torino
Chateau Vallaise, Arnad (AO)

Una antica signoria illuminata, dal Duecento al Settecento

Una dinastia tra i monti della Valle d’Aosta, si potrebbe dire.

Durante il Medioevo, la loro storia inizia nella Valle del Lys. Come in tutte le favole e nelle storie di quell’epoca, si inizia con un castello a Perloz, poi il feudo dei Signori di Vallaise si estende e arriva al fondovalle.

Il loro territorio e i loro interessi, inizialmente comprendenti soltanto la Valle del Lys (Perloz, Lillianes, Fontainemore, Issime, Gaby, Gressoney Saint – Jean, Gressoney – La – Trinité), si allargheranno verso Arnad, Montjovet, Pont – Saint – Martin, Carema, Montalto Dora, Ivrea, Torino.

Una dinastia moderna e all’avanguardia, che già nel 1227 offre ai suoi sudditi uno statuto contenente franchigie e privilegi, che poi verranno ribaditi nei secoli successivi: nel 1347, ad esempio, Amedeo di Vallaise concede agli abitanti delle terre situate sopra Guillemore (sempre nella Valle del Lys)  alcune libertà che evidenziano non solo l’appartenenza di queste terre alla sua famiglia, ma anche il loro impegno nel difenderle dagli attacchi dei Signori di Challant, che tanto desideravano espandere i loro domini (lo statuto rimarrà in vigore fino al 1773).

Nella “loro” Valle del Lys, Issime sarà il capoluogo del mandamento dei Vallaise e sede del tribunale, a partire dal XIII secolo: risiedevano qui, infatti, il giudice avvocato e il notaio. Il tribunale opera per alcuni secoli e cessa la sua attività nel 1770. Tre anni dopo viene istituito a Donnas, nella valle centrale, il Dipartimento di Assise di Aosta, comprendente Hòne, Vert, e tutta la Valle del Lys.

In seguito allo spostamento del loro baricentro politico e alla conseguente discesa a valle, i Signori di Vallaise hanno bisogno di un nuovo castello (prima per la difesa, poi per abitarvi).

Immaginiamo che, qualche secolo fa, chiunque si fosse diretto dal borgo di Verrès, verso Bard e il Piemonte, alla sua sinistra avrebbe incontrato una antica chiesa dedicata a San Martino, con un ospizio per accogliere i pellegrini in transito. In corrispondenza di Arnad, avrebbe visto in alto un castello fortificato e in basso un complesso abitativo con una torre. Ed è proprio qui che la famiglia Vallaise costruisce nel Seicento la sua dimora di residenza e di lusso, a metà del dislivello sul quale sorge anche il castello superiore di Arnad (di loro proprietà dal 1293). A lungo abbandonato, Chateau Vallaise (questo il nome della residenza gentilizia) è uno dei castelli meno studiati della Valle d'Aosta; dal 2010 è diventato proprietà della Regione Autonoma Valle d’Aosta, il suo restauro è tuttora in corso.

Come detto, la sua costruzione risale al XVII secolo, quando la casata Vallaise si rende conto che il castello medievale e superiore di Arnad è ormai fuorimano e strategicamente quasi inutile. Il nuovo palazzo Vallaise viene edificato sul sito di un precedente maniero; nel primo periodo della sua vita, era composto da due blocchi di edifici ancora distinguibili, a lungo occupati dai due diversi rami della casata, i Vallaise - Romagnano e i Vallaise - Montalto.

Risale sempre al XVII secolo la definizione del castello come “Palais de la Costetta”: fra il 1660 e il 1670 il barone Félix-Charles-François, discendente del ramo Vallaise - Romagnano, gli conferisce l'aspetto di castello, con i muri perimetrali parzialmente realizzati sulla roccia, mentre è Alexandre de Vallaise a dargli la forma attuale di residenza di villeggiatura. Quest’ultimo, morto nel 1823, Ministro degli Esteri sotto Vittorio Emanuele I Re di Sardegna, è senza dubbio il personaggio più celebre e di maggior spicco della famiglia Vallaise.

Verso la metà dell'Ottocento, la casata è ormai in declino e il ramo maschile della famiglia si è estinto. Il castello rimane residenza, fino al 1852, dell'ultima discendente, Rosalie de Vallaise, figlia di Alexandre. Pochi anni prima, nel 1848, il castello era stato venduto al commerciante torinese Giacobino, successivamente passa di mano in mano fino al 1926, quando è acquistato dagli ultimi proprietari privati, i De Bernardi.

Lungo la strada di accesso al castello si costeggia una cappella, dedicata a San Giuseppe e voluta da Amedée de Vallaise - Côte, nel 1566. Intorno al castello si sviluppa il parco a terrazza, a dominare la vallata sottostante: qui si trova una seconda cappella, di forma esagonale e più piccola, dedicata ai santi Giuseppe, Antonio ed alla Vergine Maria.

Una dinastia e un feudo lasciano tanti segni nel tempo, così è stato per i Vallaise. Tra i loro possedimenti incontriamo Issime e Gresosney, l’orrido di Guillemore (punto di passaggio fra il Vallaise e la Valle del Lys), Arnad, Montjovet (venduta agli Challant nel 1707), Carema e Montalto (Montalto Dora) in Piemonte. La casata, infine, arriva a Torino, diventata la capitale dello stato sabaudo, che attrae anche le dinastie valdostane.

Nel reticolo delle antiche strade del centro torinese, in via San Dalmazzo angolo via Santa Maria, sorge il nobile Palazzo Vallesa della Martiniana, voluto da Giuliana Filippa di Martiniana, moglie del conte Carlo Emanuele di Vallaise (il cognome è stato italianizzato in Vallesa). La costruzione si completa nel 1791, su progetto dell’architetto Luigi Michele Barberis, e qui risiederà anche il già citato Alessandro (o Alexandre). Con l’occupazione napoleonica, egli si ritira in uno dei palazzi di famiglia, a Montalto. Quando morirà, nel Palazzo d’Azeglio di Torino, nel 1823, aveva già disposto di essere sepolto nella chiesa parrocchiale di Montalto.

Con lui finisce una dinastia secolare, per mancanza di figli maschi per il diritto dinastico. La sua eredità si divide tra le figlie Rosalia, Adelaide e Clelia. Rosalia, sposata ad Alessandro Roero di Guarene, riceve i palazzi di Montalto e di Torino; quest’ultimo passa al cugino del marito, il conte Francesco Saverio Provana di Collegno. Colpito dai bombardamenti aerei nell’estate del 1943, l’edificio è oggetto di un primo restauro ad opera dell’architetto Ottorino Aloisio nel 1949-50. Dal 1964 è sede legale della nuova SIP (Società Italiana per l’Esercizio Telefonico) e dal 1994 di Telecom Italia, fino al suo trasferimento a Milano nel 2001.

Arabella Cifani e il compianto Franco Monetti, con il loro volume Il Palazzo Vallesa di Martiniana. Da dimora signorile a sede sociale l'evoluzione di un palazzo in Torino, edito dalla SIP nel 1989, narrano la storia di questa difficile e riuscita trasformazione, in una città come Torino, che vive da sempre di avanguardie e trasformazioni. In questo caso, da un  susseguirsi di famiglie nobili alla prima telefonia del dopoguerra (anche questa innovazione nasce a Torino e verrà spostata altrove, come tante volte accaduto).

Nel feudo dei Signori di Vallaise, presso il Tribunale di Arnad, si celebreranno ben due processi contro le streghe, nel clima dell’Inquisizione, ma questa è tutta un’altra storia, alla quale dedicheremo un altro spazio narrativo.

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Articolo pubblicato il 30/04/2023