Il monumento più famoso del mondo: La Torre d’Eiffel

Di Alessandro Mella

Sulla torre dell’ing. Eiffel molto si è iscritto in questi, relativamente, pochi suoi anni d’esistenza. Pochi rispetto ai tempi della grande storia poiché il monumento è, notoriamente, della fine dell’Ottocento.

Essa fu l’icona dell’Esposizione Mondiale del 1889 ed i lavori per la sua edificazione, non senza polemiche da parte di chi la riteneva una moderna mostruosità devastatrice del paesaggio, richiesero diverso tempo e furono seguiti con apprensione ed interesse dai giornali e dalla società del tempo:

La famosa torre Eiffel, che sarà una delle attrattive della Esposizione mondiale a Parigi, ha raggiunto l’altezza di 281 metri; mancano adunque 19 metri ancora ad arrivare all’ultima piattaforma.

Essa deve raggiungere i 300 metri; come chi dicesse poco meno di cinque volte l’altezza del nostro campanile della Cattedrale. (1)

Tuttavia, quando questo capolavoro della tecnica e della modernità venne terminato esso stupì davvero il mondo lasciando interdetti i molti visitatori noti e meno noti. Tanto che lo stesso Eiffel ebbe, successivamente, diverse committenze prestigiose e richieste talvolta assai fantasiose:

Assicurasi che un gruppo di americani, venuti a Parigi per l’Esposizione abbiano offerto somme favolose all’ingegnere Eiffel per indurlo a costrurre a New-York una torre alta 600 metri. Eiffel avrebbe preso tempo a rispondere. (2)

La costruzione divenne rapidamente una vera icona e la sua provvisorietà fu presto messa in discussione tanto più che, progressivamente, se ne colse l’utilità per la comunicazione radio (vi furono collocate delle antenne), per il turismo (i visitatori desiderosi di salirvi non vennero meno anche dopo la fine dell’esposizione mondiale) e per gli esperimenti scientifici:

Approfittando delle vantaggiose condizioni che offre la torre Eiffel, i signori Cailletet e Colardeau hanno iniziato alcune ricerche di grande interesse sulla caduta dei corpi tenendo conto della resistenza che a questi presenta l’aria.

I corpi, nell’esperienze sino ad ora eseguite, venivano fissati all’estremità di fili leggeri e sottilissimi, ravvolti su coni fissi aventi la punta diretta in basso.

Per mezzo di apparati elettrici, di un diapason, di un cilindro girante su cui le vibrazioni del diapason si inscrivono, calcolasi le quantità di filo svolto e il tempo impiegato dal mobile nel suo percorso.

I due sperimentatori hanno riconosciuto che dei piani aventi superficie equivalente ma forma diversa, subiscono una eguale resistenza dell’aria quando cadono.

Tale resistenza è proporzionale alla superficie del piano, e varia più rapidamente del quadrato della velocità come si riteneva sinora per velocità moderate. Altre esperienze saranno eseguite con corpi di forma diversa. (3)

La torre, quindi, non solo restò, ma la Francia prese ad averne cura per garantirne, allora come oggi, la conservazione e fruibilità nel tempo. Ed essa divenne anche una grande testimone della storia francese sia nei momenti gioiosi che in quelli dolorosi e terribili come quando Parigi cadde negli artigli famigerati di una Germania molto diversa da quella di oggi:

Le truppe tedesche proseguendo nella loro inesorabile marcia hanno occupato Parigi. Sulla torre Eiffel da venerdì mattina garrisce vittoriosa la bandiera dalla croce uncinata. Le truppe tedesche continuano nella loro avanzata infliggendo all’esercito francese durissimi colpi. (4)

Per fortuna essa vide anche il ritorno di De Gaulle e degli eserciti alleati nonché la fine dell’occupazione e la libertà restituita.

Ma torniamo al monumento. Chiunque abbia visitato Parigi generalmente ha il suo ricordo personale di quest’esperienza inebriante per lo spirito ed il cuore.

Nel nostro caso il primo impatto, il primo sguardo, sul simbolo della città avvenne in modo assai buffo ed inconsueto sebbene, in un certo senso, privilegiato. Ne cogliemmo l’estremità dal balcone dell’albergo ove ci trovammo ad alloggiare.

Non resistemmo a lungo e, a piedi, ci portammo sulla sera, d’inverno veniva buio presto, al Campo di Marte restando esterrefatti dalla grandezza, dalla bellezza, dalla luci magnifiche, dal grande spettacolo offerti ai nostri occhi.

Ed il grande faro rotante in cima, gli scintillii graziosissimi nei primi cinque minuti di ogni ora.

Restammo davvero stupiti e non ci parve vero di averla davvero davanti a noi, come fosse un sogno strano ed irreale. Tutt’intorno gente di ogni lingua e cultura in preda ad una gioia e ad un entusiasmo quasi contagiosi.

Il giorno successivo, di buon’ora, tornammo in zona per la navigazione sulla Senna la cui partenza avveniva proprio dalla base della torre celeberrima ma, dopo il giro, ci spostammo al Trocadéro dal quale fu possibile apprezzare pienamente il monumento e fotografarlo al meglio.

L’ultimo giorno del viaggio, finalmente, decidemmo di salire, mediante gli ascensori, per quanto possibile poiché a noi invalidi l’ultimo tratto è sconsigliato. Nondimeno, dopo pochi minuti di attesa, ci trovammo al secondo anello.

Vedere la struttura dall’interno è assai interessante poiché permette di apprezzarne i dettagli, i meccanismi degli ascensori, i negozi e soprattutto permette di accedere ad un magnifico panorama sulla città.

Nemmeno per un istante ci siamo pentiti dei soldi spesi per il biglietto dei prodigiosi ascensori. Piano piano, poi, ci siamo permessi la discesa per le scale dal secondo anello al primo ed anche questo consente di scoprire tanti piccoli dettagli di questa meraviglia.

Insomma, Parigi e la Torre Eiffel sono ormai un binomio consolidato nell’immaginario collettivo e se ci si reca in città non si può non vederla, scoprirla ed infine, piaccia o meno, amarla un po’. Parigi, in fondo, è come Venezia. Non si viene via senza gli occhi lucidi e la nostalgia. E la Tour Eiffel resta, alta e snella, nel cuore di tutti e tutte.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Gazzetta d’Alba, 18, Anno VIII, 6 marzo 1889, p. 3.

2) Ibid., 54, Anno VIII, 10 luglio 1889, p. 3.

3) La Vedetta, 33, Anno VII, 13 agosto 1892, p. 3.

4) Il Popolo Biellese, 48, Anno XIX, 17 giugno 1940, p. 1.

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Articolo pubblicato il 10/05/2023