La Santa Sede a fianco dei sovranisti contro "cultura gender" e "cultura dell'aborto"

Importante presa di posizione di Jorge Mario Bergoglio durante la visita in Ungheria.

Nelle scorse settimane vi avevamo annunciato che Jorge Mario Bergoglio sarebbe andato in Ungheria a fare una visita apostolica nella terra magiara, invitato dal suo Presidente Viktor Orban.

La visita, della durata di tre giorni, ha toccato molti temi ma su uno crediamo opportuno porre l’accento. Dopo mille smentite e ambiguità Bergoglio ha finalmente detto qualcosa di forte sulla “cultura gender” tanto cara alle Lobby LGBT che la usano per entrare nelle scuole e nelle menti dei bambini.

Rivolgendosi ad una sala gremita Bergoglio ha detto: “è questa la via nefasta delle “colonizzazioni ideologiche”, che eliminano le differenze, come nel caso della cosiddetta “cultura gender”, che eliminano le differenze, o antepongono alla realtà della vita concetti riduttivi di libertà, ad esempio vantando come conquista un insensato “diritto all’aborto” che è sempre una tragica sconfitta”.

Per essere sicuri di quello che abbiamo udito ci siamo riascoltati più e più volte questo discorso. Bergoglio ha davvero condannato sia la “cultura gender” che la “cultura dell’aborto”!

La Chiesa Cattolica, che ultimamente era stata molto ambigua sul tema, soprattutto dopo i pessimi interventi di monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, e del Cardinal Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che avevano proferito parole degne più del partito radicale che di Santa Romana Chiesa, ha finalmente preso una posizione chiara e netta sia contro la Lobby LGBT che contro la Lobby abortista.

Durante il suo intervento Bergoglio ha inneggiato alle politiche a sostegno della natalità e ha sottolineato come l’Europa stia divenendo un continente geriatrico. Parlando alla folta platea ha infatti detto: “Che bello costruire una Europa centrata sulla persona e sui Popoli dove vi siano politiche effettive per la natalità e la famiglia. Abbiamo Paesi in Europa con l’età media di 46/48 anni”.

A conti fatti sembra un discorso di endorsement ai governi di Giorgia Meloni, Italia, Andrzej Duda, Polonia, e Viktor Orban, Ungheria. Finalmente la Santa Sede ha capito che necessita la presenza sempre più massiccia di Paesi a trazione sociale, quella socialità che si trova solo nella Destra.

L’inverno demografico che ammorba le Nazioni imbevute delle idee sovversive e deleterie del ’68, portate avanti nei decenni da una Sinistra sempre più ideologica e lontana dalle reali problematiche delle famiglie, sta mettendo a serio rischio il welfare dei singoli Paesi ma, ancor più, dell’Unione Europea.

Se non si inverte il trend negativo che si è innescato a partire sin dagli anni ’80 si rischia davvero di essere fagocitati da un’irreversibile sostituzione etnica come ha recentemente ricordato il ministro Francesco Lollobrigida e come aveva ampiamente previsto la giornalista Oriana Fallaci, oltre vent’anni fa.

Continueremo a monitorare la situazione sperando che le parole di Bergoglio non siano un fuoco di paglia ma, bensì, una viva fiamma che arde ma non brucia.

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Articolo pubblicato il 08/05/2023