1302 - Bonifacio VIII pubblicò l’enciclica Unam Sanctam Ecclesiam, sancendo definitivamente, per suo tramite, la superiorità del potere spirituale su quello temporale. (parte Iª)
Bonifacio VIII

I presupposti giuridici che hanno assoggettato il mondo

Concludevamo la nostra dissertazione sui diritti umani, con la constatazione che la repubblica italiana, alla quale abbiamo delegato la gestione di noi stessi e delle istanze che ci riguardano, ci considererebbe esseri non viventi, finzioni giuridiche con capacità, ma senza qualità giuridica, che devono quindi essere gestite in toto e per tramite di intermediari e per le quali i cosiddetti “Diritti Umani” sarebbero fuori giurisdizione.

Questo all’attuale stato dell’arte, di cui esamineremo più dettagliatamente i presupposti in articoli successivi. Questa condizione, tuttavia, non è affatto una prerogativa dei tempi più recenti, ma risulterebbe avere un fondamento giuridico che è da ricercare piuttosto indietro nel tempo.

Più precisamente nell’anno 1302, quando l’allora papa Bonifacio VIII pubblicò l'enciclica Unam Sanctam Ecclesiam, sancendo definitivamente, per suo tramite, la superiorità del potere spirituale su quello temporale. 

(https://quartattenzione.net/wp-content/uploads/2019/07/Unamsanctam.pdf),

ponendo in tal modo una fine, per lo meno visto dalla sua prospettiva, ad un’istanza plurisecolare.

Nel diritto canonico qualsiasi affermazione, se non viene contestata, diventa valida e, dato che nessuno contestò tale Bolla Papale, essa fu ritenuta valida a tutti gli effetti, allora, come oggi (regola del silenzio/assenso che si protrae fin ai tempi nostri).

In sintesi, questa bolla pontificia stabilisce che l’Unam Sanctam Ecclesiam e quindi la prima e unica santa Chiesa, è l’arca di Noè, poiché, mentre tutto il mondo era sommerso dalle acque, l’unica cosa che se ne elevava al di sopra era l’arca.

Da quell’evento tutti gli esseri umani furono considerati alla stregua di dispersi in mare. Il papa si attribuì allora l’autorità e la proprietà nei confronti di tutti gli esseri umani, sia spirituale che temporale, asserendo che Dio aveva affidato ogni creatura e territorio della terra alla Chiesa.

Citiamo:

«[…] Poiché la Verità attesta che la potestà spirituale ha il compito di istituire il potere terreno e, se non si dimostrasse buono, di giudicarlo. Così si avvera la profezia di Geremia riguardo la Chiesa e il potere della Chiesa: “Ecco, oggi Io ti ho posto sopra le nazioni e sopra i regni" e le altre cose che seguono. […]»

Basandosi su questo principio, la Chiesa romana creò i presupposti per una forma di Trust a titolo universale ovvero un negozio giuridico fiduciario che coinvolse tutti gli esseri umani e tolse loro definitivamente ogni libero arbitrio, nominando i diversi attori del sistema fiduciario: l’esecutore, l’amministratore ed i beneficiari.

L’esecutore è l’unica Chiesa, l’arca di Noè, per diretta emanazione di Dio.

Citiamo:

«[…]  “Unica è la mia colomba, la mia perfetta; unica alla madre sua, senza pari per la sua genitrice". Essa rappresenta l'unico corpo mistico, il cui capo è Cristo, e il capo di Cristo è Dio, e in esso c’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Una sola infatti fu l'arca di Noè al tempo del diluvio, che prefigurava l'unica Chiesa; […]»

L’amministratore è il vicario di Cristo, Pietro e quindi il papa quale suo successore.

Il beneficiario è ogni creatura umana vivente.

Citiamo:

«[…] Dunque la Chiesa sola e unica ha un solo corpo, un solo capo, non due teste come se fosse un mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e il successore di Pietro, perché il Signore disse a Pietro: “Pasci le mie pecorelle". “Le mie", Egli disse, parlando in generale e non in particolare di queste o quelle, dal che si capisce, che gliele affidò tutte. […]»

Non essendoci stato alcun reclamo, una gran parte delle Nazioni di questo pianeta si basa ancora su questo presupposto giuridico che deriverebbe, per proclama di papa Bonifacio VIII, dalla volontà divina.

I principi affermati arbitrariamente in questa enciclica, che, come detto, non furono mai contestati, si pongono altresì quale legittimazione della commistione che osserviamo da sempre tra politica, economia, finanza e religione, presumibilmente, almeno, fino a quando i “dispersi” non torneranno a reclamare i propri diritti in qualità di creature viventi.

Questa iniziativa pontificia costituisce il più concreto e determinante passo nella direzione della soppressione del riconoscimento degli esseri umani quali esseri viventi in corpi di sangue, carne ed ossa e del libero arbitrio che è loro prerogativa.

Successivamente, altre due encicliche si sono aggiunte a distanza di circa 150 anni a delineare, diciamo così, il “modus operandi” più dettagliato di quanto proclamato qui da Bonifacio VIII. Modalità operativa che sancisce i termini di principio della relazione tra autorità costituita e cittadini, che sarebbe da allora divenuta la consuetudine ed i cui elementi fondamentali possiamo riconoscere ancora ai giorni nostri.

Di queste tratteremo con maggior dovizia nel prossimo articolo.

 

                                                                       luca rosso

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Articolo pubblicato il 15/05/2023