Pisa per il Re: Il monumento a Vittorio Emanuele II

Di Alessandro Mella

Il centro storico di Pisa è davvero grazioso e passeggiarvi permette di cogliere tanti particolari e tante reminiscenze della lunga storia della città.

Tra queste vi è un monumento che, più di tanti altri, racconta e ricorda i trascorsi risorgimentali di questa bella località nel cuore della Toscana.

Si tratta della statua che fu eretta nell’odierna Piazza Vittorio Emanuele II, un tempo “piazza della bariera”, e che proprio al grande sovrano e condottiero sabaudo è dedicata.

Furono molte le città italiane che, dopo la scomparsa dell’amato Re Galantuomo, vollero innalzargli un monumento per celebrarne le gesta e Pisa lo fece nel 1892 grazie alla mano prodigiosa dello scultore Cesare Zocchi.

La festa per l’inaugurazione del 22 settembre fu davvero importante con grande partecipazione di pubblico ed alla presenza di Vittorio Emanuele futuro Re ed allora ancora principe ereditario:

PISA (Nostro telegr. - Ed. mattino), 20, ore 10,20 pom. - In questo momento il Principe di Napoli, dopo aver passeggiato per Pisa splendidamente illuminata, accompagnato dalla folla plaudente, parte per Monza salutato dalle Autorità e da numerosi cittadini. Quella d'oggi è stata una giornata indimenticabile per la nostra città. Nessun disordine; e ciò è notevole se si calcola che 50 mila persone sono venute per la patriottica festa. (1)

Il futuro sovrano Vittorio Emanuele III giunse in città in rappresentanza del Re Umberto I, suo padre, il quale era rimasto a Roma. Il giovane principe fu al centro anche di un curioso quanto simpatico aneddoto di “devozione popolare” che vale la pena ricordare:

Il Principe di Napoli assistette, in nome del Re, all’inaugurazione, che fu fatta a Pisa, del monumento a Vittorio Emanuele II. Mentre la carrozza del Principe percorreva la strada Nuova per dirigersi al cimitero urbano, un monello salì sul predellino, avviticchiandosi strettamente allo sportello.

Le guardie gli intimarono di scendere; ma egli replicò che sarebbe rimasto là finché il Principe di Napoli non gli avesse stretta la mano.

 Il sindaco, che accompagnava il Principe, gli disse ridendo: Tieni, te la do io la mano, fa lo stesso, e scendi! - Ma no, - fece il monello - non so che farmene della sua... voglio la mano del Principino.

S. A. R. stese la mano a quel ragazzo. - E ora va - gli disse - e ricordatene! (2)

La cerimonia inaugurale, come si diceva, vide una grande partecipazione di popolo ed autorità con numeri da capogiro ed un incredibile entusiasmo in tutta la città. Il capoluogo, infatti, fu inondato di gente, reduci, associazioni, labari ed insegne giunti per onorare il “padre della patria”:

L'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele IN PISA.

PISA (Nostro telegr. - Ed. sera), 20, ore 4,15 pom. - Stamane alle 8,46 è giunto il Principe di Napoli, ricevuto alla stazione da tutte le Autorità civili e militari, dal comandante la Divisione di Livorno, dai deputati Simoncelli, Morelli ed altri. Appena giunto il treno la musica intonò la Marcia Reale.

Il Principe, ossequiato dalle Autorità, salì in vettura di Corte, avendo a sinistra il sindaco, di fronte il prefetto e il generale. In altre vetture presero posto la Giunta, la Deputazione provinciale, ecc.

Lungo il percorso un'immensa popolazione acclamò entusiasticamente il Principe, che scese al palazzo reale, ove ricevette le Autorità.

Il Principe veste l'uniforme di maggior-generale, ed è accompagnato dall'aiutante di campo e da un ufficiale d'ordinanza. Il Principe si recherà a mezzodì all'inaugurazione del monumento Vittorio Emanuele. Il prof. D'Ancona pronunzierà il discorso inaugurale (…)

Alle ore 11 un corteo composto di numerosissime Associazioni e rappresentanze con 23 bande e 250 bandiere, con 70 corone, muove da piazza San Paolo e pel Lung'Arno, Gambacorta, ponte Solferino, Lungo Arno Regio, ponte di Mezzo e via Vittorio Emanuele si reca ad assistere all'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele. L'immenso corteo imponentissimo. Enorme folla staziona lungo tutto il percorso.

Alle ore 11,34 il Principe di Napoli parte dal palazzo reale, continuamente acclamato, e si reca in piazza Vittorio Emanuele, che è addobbata e imbandierata ed enormemente addobbata.

Il Principe di Napoli giunse, acclamatissimo, alle ore 12 precise in piazza Vittorio Emanuele.

Il monumento è un bellissimo lavoro artistico dello scultore Cesare Zocchi.

Si è subito scoperto il monumento a Vittorio Emanuele al suono della Marcia Reale, fra indescrivibile entusiasmo dell'immenso pubblico.

Oltre il Principe sono presenti tutte le Autorità civili e militari, 170 Associazioni, in maggioranza d'operai, con 20 musiche. Quindi parlarono ii presidente del Comitato e il sindaco. Il discorso inaugurale, applauditissimo, fu pronunciato subito dopo dal prof. D'Ancona.

Infine si è rogato dal notaio Pieri l'atto di consegna firmato dal Principe di Napoli, dal sindaco, dal prefetto, dal rettore dell'Università e da altre Autorità.

Il Principe scese poscia dal palco reale o fece il giro intorno al monumento, accompagnato dallo scultore Zocchi, col quale il Principe si congratulò per l'opera stupenda, e da tutti i senatori e deputati della provincia ed altri.

Il Principe strinse la mano al porta-bandiera dei veterani pisani Emilio Lattei, vostro concittadino, esprimendo parole di vera compiacenza pel ricevimento avuto in Pisa.

Le Società sfilarono, plaudendo, in faccia al palco reale. Il Principe di Napoli ritornò al palazzo reale fra continue e grandi acclamazioni. Giunto al palazzo la folla lo chiamò ripetutamente. Il Principe si affacciò al balcone ringraziando. (3)

La statua era ed è veramente dignitosa ed all’altezza delle vicende umane e politiche di Vittorio Emanuele II. Esso fu ritratto in divisa di generale con le cordelline e lo spencer sulle spalle.

In capo l’elmo da parata, per generali, modello 1874 con l’alto piumetto che secondo i maligni serviva ad innalzare e slanciare la figura tarchiata dell’illustre personaggio.

Oggi il monumento è ancora lì, osserva il via vai di gente, persone che purtroppo, in maggior parte, hanno dimenticato quegli anni gloriosi del nostro Risorgimento.

Progenie dei tanti toscani che, unitamente agli italiani di ogni altra contrada, fecero la loro parte con fede e coraggio per dare all’Italia la sua sospirata unità.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Stampa, 262, Anno XXVI, 21 settembre 1892, p. 1.

2) L’Amico dei Fanciulli, 11, Anno XXII, 1° novembre 1892, p. 8.

3) La Stampa, 262, Anno XXVI, 21 settembre 1892, p. 1.

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Articolo pubblicato il 24/05/2023