Ermindo Corona: Un caporale dei bersaglieri verso Gorizia

Di Alessandro Mella

La grande offensiva dell’estate del 1916, voluta per puntare su Gorizia, ebbe un costo altissimo in vite umane.

Tra loro ci fu anche il romano Ermindo Corona, caporale dei bersaglieri proiettato dai vicoli dell’urbe nelle trincee del Nord Est.

Del giovane Ermindo sappiamo che il suo approccio alla guerra non fu del tutto coatto, ma ci fu una qualche componente volontaristica e questo è rilevato dalla foto sul santino che non lo mostra nell’uniforme dei fanti piumati bensì in quella del Corpo Volontari Ciclisti Automobilisti.

Si trattava di un’organizzazione nella quale venivano volontariamente inquadrati quei possessori di automobili e biciclette idonei che, previo addestramento, potevano essere inquadrati e richiamati in servizio in caso di guerra. Cosa che tra il maggio ed il dicembre 1915 puntualmente avvenne. Si presume che anche lui, vista la relativa uniforme grigioverde indossata nel ritratto, fosse stato richiamato.

Successivamente il nostro Corona, forse allo scioglimento di questo corpo nell’inverno 1915, transitò nei bersaglieri ove ebbe i galloni di caporale.

Con le fiamme cremisi al bavero si ritrovò direttamente in trincea, sull’Isonzo, a combattere per la liberazione di Gorizia dall’occupazione austriaca e fu proprio nella Sesta Battaglia dell’Isonzo che, coraggiosamente alla guida dei suoi soldati, egli trovò la propria prematura fine.

Erano i giorni delle “spallate”, degli attacchi diretti, dell’affrontare il nemico di fronte per prenderne le posizioni. Nel lanciare un’incursione armata su di una trincea nemica il fuoco degli austriaci lo fulminò prima che potesse affacciarvisi.

Il suo corpo esanime fu recuperato dai commilitoni e deposto nel cimitero militare di Zagora presso Plava. Dopo qualche mese, l’autorità militare comunicò la concessione della medaglia di bronzo, alla memoria, al valore militare:

Corona Ermindo, da Roma, caporale reggimento bersaglieri, n. 22656, matricola. Sotto il fuoco della fucileria nemica, portava la sua squadra all’assalto di una trincea avversaria. Slanciatosi avanti fra i primi, per trascinare i suoi uomini con l’esempio, veniva colpito a morte prima di poter raggiungere la trincea stessa. Zagora, 14 agosto 1916. (1)

Qualche anno dopo, nel 1924, nell’estate sconvolta dall’omicidio di Giacomo Matteotti e pochi giorni dopo il ritrovamento della sua salma, un treno giunse, come tanti altri in giro per le stazioni d’Italia, a Roma dal Friuli. I più grandi eventi della storia fecero scivolare la notizia indietro lungo le pagine dei giornali. Sui vagoni, però, erano disposte diverse casse ognuna delle quali, avvolta nel tricolore sabaudo, conteneva i resti di un eroe identificato e restituito all’amore di famiglie che attendevano le salme dei loro cari da tanto tempo. Tra loro c’era anche il nostro caporale:

È giunta dal cimitero di Plava la salma dell’eroico caporale Ermindo Corona del 4. bersaglieri, caduto combattendo a Zagora il 14 agosto 1916.  Il trasporto avrà luogo il giorno di venerdì 1° agosto alle ore 8, partendo dalla stazione Termini lato via Marsala. (2)

Domani, venerdì 1° agosto, avrà luogo il trasporto della salma gloriosa del prode caporale Ermindo Corona, che tanto largo rimpianto lascia qui in Roma, fra quanti ebbero il bene di conoscerlo e di amarlo, cadde nell’aspra zona di Zagora, durante un accanito combattimento, il 14 agosto ’16. Il corteo muoverà alle ore 8 precise dalla stazione Termini, lato via Marsala, per il Verano. (3)

Ermindo Corona fu uno dei tanti italiani inghiottiti dalla ferocia della guerra, dalla furia che dominava le trincee, dal fragore dei combattimenti.

Cadde da eroe, cadde per restituire libertà ed indipendenza a frammenti d’Italia che ancora attendevano d’affrancarsi e spezzare un gioco ormai insopportabile.

Alcuni giorni dopo le avanguardie italiane, ad un costo altissimo, entrarono in Gorizia liberata. Anche grazie al sacrificio, tra centinaia, del nostro caporale Corona.

Alessandro Mella

NOTE

1) Archivio dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare.

2) Il Messaggero, 181, Anno XLVI, 30 luglio 1924, p. 6.

3) Il Piccolo, 182, Anno XII, 31 luglio – 1° agosto 1924, p. 2.

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Articolo pubblicato il 12/06/2023