PNRR Scuola: facciamo decidere ai dirigenti quali sono le priorità

Le riflessioni di Luigi Cabrino

Cosa se ne fa la scuola dei soldi per l’innovazione tecnologica se poi siamo costretti ad insegnare in aule fatiscenti e che cadono a pezzi? A poco più di un mese dal 30 giugno, data di scadenza per presentare i progetti sul Pnrr, DirigentiScuola lancia l’allarme – in contemporanea a quello lanciato dalla Corte dei Conti– e punta il dito contro l’impossibilità di gestire i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Alle scuole – fa sapere il sindacato dei presidi in una nota – sono arrivati tanti soldi (circa 2 miliardi e mezzo i fondi previsti dal Pnrr) per contrastare la dispersione scolastica, per ridurre i divari territoriali e per favorire l’innovazione. 

Tutti ottimi progetti, ma le spese sono state inserite all’interno di gabbie rigide, con perentori ultimatum sulle scadenze nella presentazione dei progetti: non si ha quell’autonomia necessaria per rispondere davvero ai problemi degli istituti che ogni dirigente scolastico conosce. Queste risorse rischiano di essere sprecate se l’investimento è obbligato sia nella direzione che nei tempi. I processi di innovazione, che sono ovviamente benvenuti – si sottolinea - devono accompagnarsi ed essere sostenuti dalla crescit a culturale e sociale. Non si può pretendere di imprimere nell’arco di pochi mesi un impulso innovativo e un’accelerazione procedurale degni di un processo culturale trentennale.

Nelle scuole, i dirigenti scolastici- oltre settemila in Italia - vorrebbero che la forte spinta all’innovazione didattica fosse preceduta da analoga attenzione a investimenti che potrebbero davvero risolvere i problemi atavici mai risolti. Uno su tutti, il più attuale e scottante: quello della sicurezza degli edifici e della loro manutenzione. Stando anche ai dati messi a disposizione dal Ministero, la comparazione tra le richieste degli enti locali sull’edilizia scolastica in rapporto alle reali autorizzazioni, fa emergere una percentuale bassa. Per i presidi sarebbe stato meglio, in fase di programmazione iniziale, tener conto delle specifiche esigenze ad esempio in termini di edilizia scolastica, soprattutto al Sud.

Inoltre – si evidenzia nella nota – il ministero non ha ancora concluso l’attività istruttoria e la stipula delle convenzioni con gli enti locali destinatari dei fondi, perché si proceda alle successive fasi di progettazione, aggiudicazione ed esecuzione degli interventi finanziati. Al momento le uniche certezze che accompagnano l’investimento Pnrr sulla scuola sono le date perentorie entro le quali gli obiettivi del piano devono essere raggiunti e la consapevolezza dei dirigenti scolastici di non poter ottemperare a tutte le richieste, ma soprattutto di non poter risolvere i drammi veri che rendono il lavoro duro e impossibile.

Secondo DirigentiScuola c’ è incoerenza tra i bisogni effettivi delle scuole con le indicazioni previste per spendere i fondi. I dirigenti rispondono alla sicurezza ma non hanno potere economico per investire migliorando le condizioni dell’ambiente di apprendimento. La gestione dei fondi – questo è l’appello del sindacato - va rivista nei modi e nei tempi.

E immediatamente.

Prima che sia troppo tardi.

 

Luigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 30/05/2023