Brescia indaga sul caso Padalino. Procura di Milano sotto inchiesta.

Il calvario processuale del dottor Padalino

Come riportato da “Il Giornale”, la procura di Milano, accusata di avere violato una sfilza di regole nel corso del processo Eni, si trova nuovamente al centro di un'altra inchiesta che ruota proprio intorno al tema cruciale dei comportamenti dei pubblici ministeri nella fase delle indagini e dei processi.

L’indagine attuale vede infatti la Procura di Brescia chiamare in causa non solo la Procura del capoluogo lombardo ma anche quella di Torino relativamente al caso Padalino, giudice preliminare negli anni novanta dell'operazione Mani Pulite trasferito successivamente come pm in Calabria e poi a Torino.  

Il fascicolo, riporta sempre “Il Giornale”, è attualmente rubricato nel registro del cosiddetto «modello 45», quello utilizzato per le inchieste esplorative prima di decidere se procedere a incriminazioni formali. Una serie di accertamenti sono già partiti e se si dovesse arrivare a iscrizioni nel registro degli indagati sarebbero iscrizioni pesanti, perché riguarderebbero personaggi di spicco nella gestione attuale o recente delle procure di Milano e Torino.

Padalino, oggi giudice civile a Vercelli dove fu trasferito dal Csm per incompatibilità ambientale, accusato di corruzione in atti giudiziari e abuso d’ufficio, risulta però definitivamente assolto dalla Procura Generale che non porta avanti l’accusa.

L’avvocato Massimo Di Noia difensore del magistrato: «è finita! Dopo cinque lunghissimi, angosciosi anni è stata irrevocabilmente posta la parola fine all’autentico calvario processuale che ha dovuto subire il dottor Palladino».

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 04/06/2023