Una tomba imperiale: La cripta de Les Invalides

Di Alessandro Mella

Se c’è un luogo iconico, a Parigi, è lo smisurato complesso de Les Invalides del cui museo ho avuto già modo di scrivere precedentemente.

Leggendo quel pezzo forse qualcuno si sarà stupito del poco tempo dedicato alle tombe, ad una in particolare, che ivi si trovano. Semplicemente meditavo, appunto, di scriverne separatamente.

Entrati nel cortile principale dell’enorme struttura ci si avvicina al duomo e poi alla cappella voluta da Luigi XIV sulla fine del XVII secolo la quale, nel 1847, venne restaurata dal Visconti; progettista che fu al centro della realizzazione del sepolcro imperiale posto sotto la cupola di 107 metri di altezza e di 26 metri di diametro. Napoleone stesso aveva fatto tumulare Turenne a Les Invalides nella prospettiva di farne un pantheon militare.

La salma del grande corso giunse a Parigi il 15 dicembre 1840 quando il re Filippo decise di disporne il rientro da Sant’Elena per procurare alla monarchia orleanista le simpatie degli ambienti bonapartisti e dei veterani. Due anni dopo il già citato architetto Visconti ebbe dal sovrano l’incarico di progettare una tomba monumentale degna del personaggio.

Nacque così il celebre sarcofago di quarzite rossa posto su una base di granito verde dei Vosgi e contornato dalle statue delle Vittorie di Pradier. Sulla base, disposti intorno alla tomba, i nomi delle battaglie vinte da Napoleone.

Trovano posto, accanto a lui, i sepolcri dei generali Duroc e Bertrand ed un altro con una storia singolare.

Francesco Napoleone, già Napoleone II, dopo l’esilio del padre finì alla corte di Vienna e qui morì giovanissimo pochi anni dopo l’illustre genitore e nella capitale austriaca venne sepolto.

Nel 1940, occupata Parigi dalle armate tedesche, a Berlino si pensò che la traslazione del giovane accanto al padre avrebbe procurato agli invasori le simpatie del popolo francese temporaneamente sconfitto e mortificato:

I resti del Duca di Reichstadt trasferiti a Parigi. Berlino, 16 dicembre. Il sarcofago contenente le spoglie del Duca di Reichstadt, proveniente da Vienna, è giunto ieri a Parigi. Collocato su un affusto di cannone, esso è stato scortato dalla stazione alla Chiesa degli Invalidi da un reparto di soldati tedeschi.

Davanti al tempio erano; presenti l'Ambasciatore Abetz, il comandante di Parigi, gen. Schaumburg, il ministro von Doernberg, ed inoltre, in rappresentanza del governo francese, l'ammiraglio Darlan, i generali De Laurecin e Laure, ed alcuni alti funzionari.

Un reparto della gendarmeria francese, in alta uniforme e con grandi fiaccole, era schierato in servizio d'onore.

L'Ambasciatore di Germania ha compiuto la solenne consegna del sarcofago all'ammiraglio Darlan pronunziando le seguenti parole: «Signor ammiraglio. Il Fuhrer ha deciso che nel centesimo anniversario della traslazione di Napoleone a Parigi il figlio Duca di Reichstadt, venisse dal luogo di riposo ove fino ad ora si trovava, a Vienna, trasportato in Francia e collocato vicino a padre. Ho l'onore in nome e per incarico del Fuhrer di consegnarvi, signor ammiraglio, la bara del Duca di Reichstadt».

Al sommesso rullo dei tamburi la bara è stata poi recata da gendarmi francesi nel tempio, ove davanti all'altare maggiore era stato eretto il podio decorato con bandiere francesi.

Al suono dell'organo la bara, fiancheggiata da portatori di fiaccole, è stata portata davanti alla tomba di Napoleone e collocata davanti all'altare. Dopo una breve preghiera del clero, un reparto di gendarmeria francese ha montato la guardia d'onore. (Radio Stefani) (1)

Altre importanti sepolture si trovano da basso mentre al piano superiore riposano due fratelli di Napoleone e cioè Giuseppe re di Napoli e poi di Spagna e Girolamo re di Westfalia.

Quando ci si trova di fronte alla balconata circolare che sovrasta la tomba imperiale si prova una grande emozione. Si ha la netta sensazione di avere di fronte un vero protagonista della storia europea e mondiale.

Non c’è molto spazio per la meditazione, dato il numero sempre elevato di turisti, ma l’esperienza è davvero da provare specialmente se si tende ad apprezzare questi argomenti storici.

Il luogo ha davvero un profondo e simbolico significato al punto da essere oggetto delle visite frequenti di capi di stato e personaggi politici. Innumerevoli sono state nel tempo ed anche il re d’Italia Vittorio Emanuele III ci si recò:

Giunti alla cappella ov'è la tomba di Napoleone, il Re e la Regina, sempre accompagnati dal Presidente e dalla sua signora, sono discesi nella cripta, alla porta della quale si trovavano degli invalidi muniti di candelabri.

I Sovrani si fermarono dinanzi al luogo dove sono conservati i cuori dei generali Duroc e Bertrand.

Varcano poscia la soglia della cripta, ove ammirano i bassorilievi della tomba. Entrano quindi nel locale ove si trovano il cappello, le decorazioni e il Gran cordone della Legion d'Onore dell'Imperatore.

I Sovrani terminarono la loro visita alla Cappella, e si formarono dinanzi all'altare di marmo e alle tombe di Turenne e di Gerolamo Napoleone. (2)

Ancora oggi il complesso funerario de Les Invalides attira migliaia di turisti che si pongono chi con ammirazione, chi con spirito critico e chi con curiosità.

Ma v’è davvero di che vedere per tutti essendo il luogo di grande interesse sia sotto il profilo storico che sotto quello architettonico.

Insomma, non si può andare a Parigi senza far visita al suo simbolo per eccellenza: Napoleone I imperatore dei Francesi.

Ai posteri l’ardua sentenza...

Alessandro Mella

NOTE

1) La Stampa, 300, Anno LXXIV,16 dicembre 1940, p. 2.

2) La Stampa – Gazzetta Piemontese, 288, Anno XXXVII,17 ottobre 1903, p. 1.

Foto di Karen Giacobino.

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Articolo pubblicato il 28/06/2023