Si paga sempre meno per avere notizie

Risultato di un importante studio realizzato per capire come stanno cambiando i gusti e le abitudini dei lettori.

In questi giorni il “Reuters Digital News Report 2023” ha reso noti i risultati di uno studio, arrivato alla sua 12esima edizione, nel quale si analizza la fonte delle informazioni e la preferenza dei lettori.

Il prestigioso evento si è tenuto a Torino, nella splendida cornice della Cavallerizza Reale, dove gli organizzatori del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università degli Studi di Torino hanno voluto analizzare i dati scaturiti dallo studio.

Secondo i colleghi dell’ANSA, presenti all’evento, “si paga sempre meno per avere notizie sul digitale, solo il 17%, mentre un terzo degli abbonati alle news online (il 39%) ha annullato o rinegoziato i propri abbonamenti”.

La maggior parte degli utenti del web cerca le notizie, gli aggiornamenti e le informazioni su piattaforme come YouTube, Tik Tok e Instagram. Sempre meno sono gli utenti che cercano informazioni su Facebook.

I giornali online a pagamento in Italia stanno rischiando di scomparire dal momento che solo il 12% degli italiani è disposto a pagare un abbonamento per essere informato. Dato interessante se si considera che in Norvegia la percentuale sale al 39% e in Svezia al 33%.

Altro dato interessante – ed allarmante al tempo stesso – è quello secondo cui “il 56% degli utenti afferma di essere preoccupato perché non riesce a distinguere la differenza tra notizie reali e false su internet”.

Il pubblico giovane, composto prevalentemente da soggetti con un’età compresa tra i 17 e i 40 anni, dice che preferisce i giornali online gratuiti, le piattaforme di video e podcast, i canali di personaggi famosi che trasmettono informazioni.

Il cambiamento delle abitudini dei lettori porterà i grandi gruppi editoriali a dover fare delle scelte per continuare ad esistere. In gravissima crisi, inoltre, vi è la carta stampata che – nonostante la fastidiosa presenza di numerosi spazi pubblicitari – ha raggiunto prezzi davvero proibitivi.

Torneremo senz’altro ad occuparci della questione con la certezza che, man mano che passerà il tempo, l’informazione subirà il prezzo della modernità e dell’inevitabile cambiamento.

 

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Articolo pubblicato il 19/06/2023