Coldiretti interviene sul nuovo ospedale di Ivrea

Analisi di Bruno Mecca Cici, Presidente di "Coldiretti Torino".

Il tema della sanità e la necessità di avere ospedali sempre più moderni, innovativi, funzionali e capienti tengono banco nel mondo politico piemontese.

In queste settimane a discutere del nuovo ospedale è la Città di Ivrea dove, secondo le pianificazioni regionali, serve una nuova struttura in grado di rispondere alle mutate esigenze della sanità eporediese.

Sulla questione sono intervenute anche le associazioni di categoria - prima fra tutte “Coldiretti” - che, forti della loro esperienza professionale contano di essere voce autorevole nel dibattito che porterà all’individuazione del sito su cui sorgerà il nuovo ospedale.

Bruno Mecca Cici (nella foto a sinistra), Presidente di “Coldiretti Torino”, rivolgendosi al mondo della politica, ha chiesto di escludere dalla progettualità l’area “Ribes” di Pavone Canavese che, a suo dire, potrebbe avere un alto rischio idrogeologico.

Entrando nel merito della vicenda ha specificato: “Dei tre siti selezionati l’area di Pavone è quella esposta al consumo di suolo agricolo e, soprattutto, al rischio idraulico, come sanno bene amministratori e agricoltori. Al contrario, le aree ex industriali “Palazzo Uffici Olivetti” e “Montefibre” sono indenni da rischi idrogeologici e soprattutto sono spazi dove non c’è agricoltura. Inoltre, da cittadini del territorio, aggiungiamo che sono inserite in zone più accessibili per i residenti di Ivrea e del territorio eporediese”.

Questioni cocenti e senz’altro degne di valutazione soprattutto in un momento nel quale tutti i cittadini hanno ancora negli occhi le terribili immagini che son giunte dall’Emilia-Romagna alluvionata.

Pensare che un ospedale possa essere oggetto di un allagamento, o di una frana dovuta ad un dissesto idrogeologico, fa davvero rabbrividire. Per questo motivo il Presidente Mecca Cici tiene a precisare come “la recente tragedia della Romagna alluvionata ha fatto venire in mente agli agricoltori l’alluvione del 15 ottobre 2000, quando il Nodo idraulico di Ivrea ha rivelato tutta la sua instabilità idraulica con l’allagamento di vastissime aree di terreni agricoli”.

Sono passati ventitré anni ma le persone hanno ancora ben presenti i danni subiti.

Non di minore importanza, poi, il fatto che “il comparto agricolo è per l’Eporediese un settore economico strategico che innesca filiere agroalimentari che oggi generano valore secondo soltanto all’industria elettronica e manifatturiera e che rappresentano bacini occupazionali importanti per un territorio che ha vissuto una preoccupante deindustrializzazione”.

Noi di “Civico 20 News” siamo da sempre a fianco dei cittadini e dei comparti produttivi. Per questo auspichiamo si trovi un’intesa che accontenti tutti ma, soprattutto, garantisca agli Eporediesi una sanità di eccellenza.

 

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Articolo pubblicato il 22/06/2023