Apprendiamo ora che una notizia decisamente sorprendente sta per cambiare la fisionomia della Gran Loggia d’Italia, la seconda Obbedienza italiana, dopo il Grande Oriente d’Italia.
Il 17 giugno il Tribunale civile di Roma ha sentenziato per mano di Stefano Iannaccone la sconfitta dell’attuale gruppo dirigente nella sua contesa con un gruppo di fuoriusciti guidati da Sergio Ciannella, già Gran Priore, dunque la carica numero tre nella gerarchia.
La vicenda prende forma nel 2016, quando alla guida della Gran Loggia d’Italia era il prof Antonio Binni che ricopriva l’incarico di Sovrano Commendatore Gran Maestro, che, per cause di conflitti interni aveva radiato il Gran Priore Avv. Ciannella.
La sentenza di giugno del Tribunale di Roma conferma e ribadisce l’illegittimità dell’espulsione del gruppo degli oppositori, guidato da Sergio Ciannella. Tale illegittimità era stata sentenziata da un altro verdetto, emesso sempre dal Giudice Iannaccone, che riconosceva l’illegittimità della avvenuta radiazione del gruppo capitanato da Ciannella, respingendo l’impugnazione che l’attuale gran Maestro, Luciano Romoli, aveva esercitato.
Non possiamo sapere cosa succederà ora, ma si sospetta che il Ciannella possa proseguire la battaglia per rientrare nel Supremo Consiglio della Gran Loggia d’Italia.
In una dichiarazione fatta da Ciannella a “L’Espresso” apprendiamo quanto segue: «Di fatto queste due sentenze decapitano l’attuale vertice. Qualora l’attuale Gran Maestro Romoli non intendesse farsi da parte e adeguarsi alle decisioni del Tribunale, continuando ad amministrare e a spendere in nome dell’associazione senza averne titolo, saremmo costretti a chiedere un intervento della magistratura».
La Gran Loggia d’Italia è un’Obbedienza mista che a causa di queste problematiche interne ha perso numerose sorelle e numerosi fratelli.

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