"Abbiamo arrestato 41 presunti innocenti"

Così si è espresso il PG Gratteri nella conferenza stampa show con cui annunciava il blitz , con tono ironico (secondo lui) e in netta polemica con gli intenti riformatori dell'ex ministro Cartabia che ha avuto, a suo tempo, la colpa, secondo certa magistratura militante e mediatica, di ricordare come secondo la nostra costituzione si è innocenti fino a sentenza definitiva.

Nel suo stile ormai noto di procedere a decine di avvisi di garanzia con arresti preventivi infarciti di qualche nome pesante politicamente, Gratteri va avanti come un rullo compressore, incurante delle altrettante decine di assoluzioni che poi i suoi indagati ottengono in tribunale con un regolare processo. Si, perché, alla fine, quello che conta è la sentenza, non l'avviso di garanzia o l'arresto preventivo che rovina vita e carriera al malcapitato.

Lo schema si è ripetuto, decine di arresti, il nome forte è di nuovo quello dell'ex presidente (PD)della regione Calabria Oliverio, che già tempo fa fu accusato da Gratteri , con conseguente fine della carriera politica, per poi essere proclamato innocente e, parole della Cassazione, oggetto di “chiaro pregiudizio accusatorio”.

È prevedibile una ulteriore assoluzione, ma intanto la spettacolarizzazione dell'inchiesta è stata ottenuta; cosa c'entra questo con la giustizia?

Le reazioni della politica sono molto ossequiose verso la procura, forse per lucrare qualche indulgenza.

Il PD calabrese scrive: “ci auguriamo che i soggetti coinvolti possano dimostrare la loro innocenza”. Non dovrebbe essere l’accusa a dimostrare la colpevolezza in uno stato di diritto?

E il presidente in carica della regione Calabria Occhiuto (FI) esulta: “Grazie Gratteri, noi in discontinuità col malaffare”, scambiando per sentenze definitive indagini appena all'inizio. Ma soprattutto dimenticando che il fondatore del suo partito ha pagato non poco questo modo di concepire la giustizia tutto centrato sulle tesi dell'accusa quasi sempre smentite dalle sentenze.

Luigi Cabrino

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