Michele Cristalli: Un finanziere travolto dalla guerra

Di Alessandro Mella

I mesi che andarono dal settembre 1943 al maggio 1945 furono i più lunghi e tormentosi di tutta la guerra.

Gran parte del nord Italia si ritrovò in balia di uno scontro terribile tra le forze della Repubblica Sociale Italiana, i combattenti della Resistenza e, nel mezzo, quella zona grigia che si trovò a subire le conseguenze drammatiche di quel turbinio di violenza, rancore e ferocia reciproche.

Ogni giorno attentati, rapimenti, agguati e situazioni spaventevoli nel quadro di un conflitto che si era fatto guerra civile e che ormai costringeva i belligeranti ad azioni deprecabili.

Particolarmente difficile fu la posizione della Regia Guardia di Finanza che al nord, dopo la proclamazione della RSI, fu integrata nell’amministrazione pubblica di quello stato e volente o nolente si ritrovò, per onorare i propri servizi alla collettività, ad operare agli ordini del governo fascista repubblicano:

Inquadramento della Guardia di Finanza tra le Forze Armate Repubblicane

Art. 1: Il Corpo della Regia Guardia di Finanza dalla data 9 settembre 1943, assume la denominazione di Guardia Repubblicana di Finanza.

Art. 2: Nella legge di ordinamento ed in tutte le leggi e disposizioni in cui è citato il Corpo della Regia Guardia di Finanza tale locuzione deve intendersi sostituita da quella di Guardia Repubblicana di Finanza.

Art.3: La Guardia Repubblicana di Finanza, dipende dal Ministro per le Finanze; Il Comandante della Guardia Repubblicana di Finanza per quanto si attiene alla disciplina, all'addestramento, all'equipaggiamento, all'armamento ed all'impiego militare del personale ha diretti rapporti col Ministro delle Forze Armate. Analogamente il Comandante Generale della Guardia Repubblicana di Finanza ha diretti rapporti col Ministro per gli Interni, col Ministro dell'Economia Corporativa, col Ministro dell'Agricoltura e Foreste, col Commissario Nazionale dei Prezzi e col Comandante Generale della Guardia Nazionale Repubblicana per quanto si attiene ai servizi di ordine pubblico di natura economica affidati al personale della Guardia Repubblicana di Finanza.

Art. 4: Il personale della Guardia Repubblicana di Finanza, gode per il periodo dell'attuale stato di guerra, del trattamento economico stabilito per i pari grado della Guardia Nazionale Repubblicana e della Polizia Repubblicana e con la stessa decorrenza.

Art. 5: Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ed inserito nella Raccolta Ufficiale delle Leggi e dei Decreti.

Dal Quartier Generale, addì 29 giugno 1944-XXII.

MUSSOLINI

Il Ministro per le Finanze: PELLEGRINI

Il Ministro per l'Interno: BUFFARINI

Il Ministro delle Forze Armate: GRAZIANI

Il Ministro per l'Ec. Corpor.: TARCHI

Il Ministro per l'Agricoltura e per le Foreste: MORONI

V. Il Guardasigilli: PISENTI (1)

Tuttavia, in spirito, moltissimi finanzieri rimasero fedeli al governo legittimo del Regno del Sud ed al giuramento prestato al Re d’Italia. Questo concorse a condurre diversi di loro in attrito con le autorità mentre molti militi della finanza decisero, per le ragioni più diverse, di lasciare il servizio per raggiungere le brigate partigiane e prendere parte attivamente al movimento di liberazione nazionale. Non fu caso che il fatto che il governo fascista guardasse con diffidenza alle fiamme gialle le quali, del resto, alla liberazione si schierarono apertamente con il CLN.

Frattanto, però, altri operarono nell’incertezza, nel dubbio, non sapendo bene come agire, finendo per restare in servizio per lo più per non far mancare un riferimento per la popolazione che, nella Guardia di Finanza, poteva ancora vedere un punto fermo che, sebbene formalmente inquadrato dalla RSI, sembrava mantenere spirito e coscienza autonome nella tempesta.

I finanzieri, come i carabinieri, sembravano non avere la protervia delle altre formazioni repubblicane e le loro figure contribuivano a dare un po’ di speranza in quei mesi cupi.

Tra questi militari c’era anche un giovane nato a San Severo di Foggia il 9 aprile del 1902, figlio di Vincenzo, assegnato a Torino proprio con le fiamme gialle al bavero dell’uniforme.

Non era facile vivere nel capoluogo piemontese in quel tempo ma lui proseguì a servire la collettività con la sua divisa dalle cui mostrine l’avevano costretto a rimuovere le stellette sabaude per sostituirle con i gladi repubblicani.

Ma quelle insegne al collo erano sufficienti a condannare una persona perché simbolo del crepuscolo di un regime ormai non più tollerato dalla popolazione.

Il 15 gennaio 1945, malgrado il gelo di quell’inverno tutt’altro che mite, Michele prese la biciletta per recarsi dalla città a Venaria Reale ma a Madonna di Campagna una pattuglia di partigiani lo sorprese e disgraziatamente lo catturò. (2)

Fu condotto verso Givoletto, San Gillio, alle porte delle Valli di Lanzo ove, purtroppo, fu passato per le armi ed ucciso. (3)

Il suo corpo esanime fu poi recuperato e gli venne data dignitosa, ma oggi dimenticata, sepoltura a Torino, lontano da casa, lontano dalla famiglia, da chi amava e l’amò. Perché accadde?

Non si può rispondere, oggi meno che mai, alla domanda nel caso specifico. Forse questo fu uno dei tanti episodi infelici che costellarono quei giorni senza fine in cui la violenza fu il solo vero elemento dominante.

Un dramma nel dramma, la morte volle in quei mesi ancora molti tributi prima di restituire agli italiani democrazia e libertà dopo vent’anni di regime ed una guerra perduta.

E Michele Cristalli, in qualche modo, fu uno dei tanti sfortunati che pagarono con la vita quel tributo mentre altri lottavano per sopravvivere ed altri ancora per ridare all’Italia un futuro diverso e migliore, un riscatto morale e materiale dopo gli anni della dittatura, del totalitarismo, di una politica che condusse ad una lunga serie di orrori da non dimenticare per non permetterli mai più.

Alessandro Mella

Note

1) Decreto Legislativo del Duce della Repubblica Sociale Italiana, 29 Giugno 1944-XXII, n. 699.

2) Torino 1943-1946 Martirologio, L’Ultima crociata editrice, 2005, p. 264.

3) I Ribelli siamo noi, IIa Edizione, Tomo II, Michele Tosca, Chiaramonte Editore, p. 22.

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Articolo pubblicato il 03/07/2023