Il Circolo Eridano di Torino e il Circolo degli Artisti

Un binomio scoperto grazie alle visite guidate del FAI - Giovani

Nel mese di giugno si è svolta la prima tappa dei quattro appuntamenti dedicati dai volontari del FAI – Giovani di Torino alla scoperta e al racconto dei luoghi dello sport in città: l’onore è toccato al Circolo Eridano, in corso Moncalieri 88, uno dei più antichi club remieri d'Italia; luogo di sport, tra canottaggio e canoa, e centro culturale che ospita mostre e conferenze.

Raccontare il Circolo Eridano significa parlare di oltre 150 anni di storia legata alla città e al paesaggio del Po e delle sue rive. La sua origine risale alla risistemazione del Parco del Valentino attuata dalla Città di Torino, su progetto del Sindaco Ernesto Bertone di Sambuy, nell'anno 1864. La primitiva sede fluviale sul Po sorge nel 1868 su disegno dell'ingegner Pecco con un'originale forma ottagonale a pagoda, ai piedi del Castello del Valentino, a fianco dell'approdo della società canottieri 'Cerea', nata nel 1863. L'attività del Circolo Eridano si distingueva dall’altra società per l’abbinamento della pratica remiera ad attività non sportive e conviviali.

La vocazione fluviale torinese sfocia con la creazione dela Federazione Italiana Canottaggio, il 31 marzo 1888, a Torino, da cinque Società: RSC Cerea (1863), C Eridano (1864), SC Armida (1869), SC Caprera (1883) e SC Esperia (1886). Il suo primo nome è stato Rowing Club Italiano (RCI); nel 1891, sotto la presidenza onoraria del Re Umberto I e del presidente Edoardo Scarampi di Villanova, viene anteposto il termine Regio (RRCI). Nel 1924 la denominazione è mutata in Reale Federazione Italiana di Canottaggio (RFIC), mentre nel dopoguerra (1946) è stata definitivamente modificata la denominazione nell’attuale Federazione Italiana Canottaggio (FIC). La sede della Federazione è stata a Torino dal 1888 al 1933.

Il 6 agosto 1896 il Circolo Eridano viene rilevato dal Circolo degli Artisti di Torino, che ne potenzia la tradizionale attività di canottaggio e, nello stesso tempo, lo utilizza come sede di gare di nuoto, di atletica e di bocce; inoltre, introduce l'organizzazione di feste assai originali, fra le quali era rituale quella della zattera galleggiante, che ospitava un banchetto di oltre cento persone.

Il Circolo degli Artisti nasce a Torino nel 1847. Primo Presidente ne è Luigi Rocca; in seguito, questa carica sarà ricoperta da nomi aulici: lo scultore Carlo Felice Biscarra, Massimo d’Azeglio, Urbano Rattazzi, il conte Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, lo scultore Leonardo Bistolfi, il conte Teofilo Rossi di Montelera, lo scultore Edoardo Rubino, il conte Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon. La sede ufficiale del Circolo degli Artisti è il Palazzo Graneri della Roccia, in via Giambattista Bogino 9.

Una curiosità storica: all’interno del Circolo degli Artisti si svilupperà l’Ordine del Gran Bogo. Che cos’era? Una sorta di creatura mostruosa, una figura allegorica tipica delle feste organizzate in occasione del Carnevale; questo fantoccio diventerà un simbolo grottesco e bonario, dando vita a un vero e proprio Ordine goliardico. L’origine del Gran Bogo sarebbe da ricercare nel viaggio a Parigi del pittore Carlo Pittara – uno dei fondatori della “Scuola di Rivara” – , che ritorna a Torino con alcuni pupazzi gonfiabili. Uno di questi, “panciuto, con un testone spropositato”, viene scelto per fungere da divinità selvaggia in uno spettacolo a sfondo esotico e battezzato col nome di Gran Bogo.

Tornando all'Eridano, era meta preferita di molti artisti torinesi e per tutti coloro che, fra Ottocento e Novecento, cercavano ispirazione nelle atmosfere del Po. Con l'Esposizione Universale del 1911 la vecchia sede viene abbattuta, per essere ricostruita nel 1914, sotto gli auspici del Sindaco di Torino e Presidente del Circolo degli Artisti, Teofilo Rossi di Montelera, sulla sponda opposta del Po, nella Barriera di Piacenza, l'attuale corso Moncalieri, secondo le forme progettate dall'architetto Giuseppe Velati – Bellini, con decorazioni del pittore Giuseppe Bozzalla e dello scultore Giovanni Riva. La statua del Nettuno, che si trova nel giardino del Circolo, è quel che rimane del Padiglione della Francia alla Esposizione del 1911. Nella nuova sede riprendono i cimenti sportivi, il più famoso dei quali, il Trofeo Eridano, è disputato come sfida remiera fra tutte le società attive sul Po dal 1922 al 1950.

I locali sociali sono tuttora in concessione dal Comune di Torino. Oggi il Circolo Eridano è una associazione sportiva e culturale, non a scopo di lucro, dotato di campi da tennis e di un imbarcadero per la canoa ed il canottaggio. Nelle sale si svolgono mostre, proiezioni, concerti, corsi di computer, di pittura su tela e su ceramica, di yoga, di giardinaggio, attività per i ragazzi e per la terza età; è in funzione anche un servizio ristorante riservato ai soci. Nella sala dei concerti è alloggiato un pianoforte, funzionante, risalente a metà Ottocento.

A emblema del perenne legame con il Po, sulla parete verso il fiume, nella parte inferiore della costruzione, vi è un tronco che riporta il livello raggiunto dal fiume durante le sue piene, fino all’ultima del 2016.

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Articolo pubblicato il 06/07/2023