Il Poilu di bronzo: Il monumento ai caduti di Bessans

Di Alessandro Mella

Alcuni anni fa, durante un’escursione in auto in Savoia, mi capitò di cogliere un qualcosa di speciale che destò subito il mio interesse.

Ci trovavamo di passaggio nella piazza principale della bella Bessans e non poté sfuggirmi il magnifico monumento ai caduti posto di fronte al municipio.

La cultura del commemorare e ricordare i caduti in guerra si diffuse in Francia praticamente appena finito il conflitto ed il governo di Poincaré legiferò in tal senso già sul finire del 1919.

Fu così che i nostri cugini d’oltralpe anticiparono un’ondata emotiva che poi si diffuse anche in Italia, specialmente dopo la traslazione del Milite Ignoto nel 1921. Come sarebbe accaduto negli anni ’20 appunto anche da noi, la Francia prese a riempirsi di singoli monumenti in quasi tutti i comuni e paesi della giovane repubblica.

A Bessans fu scelto come soggetto la raffigurazione del tipico soldato francese – quello che con termine familiare era indicato come “poilu” - con l’elmetto adrian m15, il pastrano doppiopetto con buffetterie per il moschetto e la croix de guerre al petto. Il soldato, alto e fiero, porta due francesissimi baffi. Sul basso le fasce mollettiere cingono le caviglie ed a lato, sulla sinistra, su uno scudo sono incise le date della partecipazione francese al conflitto (1914-1918) ed i nomi di tre delle grandi e più significative battaglie che videro la Francia trionfante, a costo di gravi sacrifici, sulle divisioni del kaiser Guglielmo II e dei suoi generali e feldmarescialli: L’Yser, Verdun e la Marne.

Alla base, dopo la Seconda guerra mondiale, furono aggiunte due ulteriori targhe marmoree per ricordare i caduti del successivo conflitto 1939-1945 e della resistenza all’occupante tedesco.

Poco sopra, collocata sulla base del monumento, si trova invece la prima targa, posta nell’agosto del 1922 al tempo dell’inaugurazione, con il lungo e triste elenco dei morti della Prima guerra mondiale. Anche Bessans, come tanti comuni e paesi d’Europa, pagò un tributo altissimo, una trentina di vittime, alla furia disumana e folle delle fangose e logoranti trincee.

Il monumento, comunque, è inserito con una sua armonia ed una sua grazia nella piazza principale nella quale si integra pur essendo doverosamente circondato da una piccola palizzata di bronzo.

Un tempo all’interno della recinzione erano poste alcune ogive di proiettili d’artiglieria di grosso calibro che oggi sembrano essere scomparse.

Anche se sobria, anche se una tra migliaia sparse per la Francia, la statua di Bessans colse la mia attenzione soprattutto perché l’immagine del fante francese corrispondeva pienamente a quella che la memoria collettiva custodisce. L’elmetto adrian ed il pastrano, in particolare, richiamavano a pieno le glorie dei soldati di Foch e Pétain.

Forse per questo non potei fare a meno di girare l’auto, scendere, fotografarlo un paio di volte e poi, pieno d’ammirazione, ripartire. Custodendo il ricordo di quell’iconica opera posta a memoria di un evento drammatico che cambiò per sempre la storia d’Europa.

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 12/07/2023