Torino. Il “sacco” della GTT

Con qual coraggio il sindaco Lo Russo affronterà il dibattito in Consiglio Comunale?

Con molta probabilità lunedì al consiglio comunale inizierà il dibattito sull’aumento del biglietto dei trasporti pubblici a Torino. Nel presentare la proposta, il sindaco Lo Russo, nei giorni scorsi, con molta disinvoltura aveva addossato le cause del deficit aziendale alla diminuzione dell’utenza, in conseguenza del Covid e poi all’aumento del prezzo del carburante.

Alle prime battute nella commissione consigliare e dalle analisi di esperti pubblicate sui giornali è però subito emerso che il cronico bubbone risiede nella gestione allegra della GTT e che la causa principale dello sconquasso del bilancio è dovuta (anche se le anomalie sono molteplici), al costo del lavoro, in tutte le sue sfaccettature.  Qui il disastro è strutturale e non solo da oggi.

Tant’è vero che giovedì scorso in commissione, il neo consigliere di FdI, Ferrante De Benedictis affermava: Chiederei, prima di mettere le mani in tasca ai torinesi, di audire i vertici di GTT al fine di avere evidenza degli elementi necessari a valutare il reale stato della società e porre in essere le misure adeguate per il risanamento della stessa. Questo”, concludeva il consigliere“ senza necessariamente chiedere ulteriori sacrifici agli utenti, che di contro in questi anni hanno visto precipitare, loro malgrado, la qualità dei servizi del trasporto pubblico locale”.

Appello cassato.

Ma per meglio comprendere con chi hanno a che fare i Torinesi è bene tornare indietro negli anni. L’ATM e poi la GTT sono sempre state considerate le aziende dominate dal PCI e in successione, da tutti i cambiamenti di sigla sino all’odierno PD.

La maggior parte dei dipendenti, fungono da solerti scrutatori alle elezioni, ed ovviamente il partito li tiene preziosi. Nell’analisi del costo del lavoro è emerso il dato monstre di assenteismo dal lavoro del personale.

Negli anni scorsi, in situazioni non così vergognose, le aziende sane del torinese, hanno sollecitato l’INPS ad effettuare controlli domiciliari da parte dei medici legali, perché, non dimentichiamo che in casi non riconducibili alla morbilità, l’assenteista è passibile di denuncia per truffa.

In casi di recidiva, le aziende private, hanno assunto pesanti sanzioni disciplinari oltre ai licenziamenti.  

In GTT, gli amministratori delegati o i presidenti sono sempre stati quei sindacalisti che con manifestazioni pubbliche contestavano le decisioni di correttezza aziendale, assunte dai datori dl lavoro privati.

Or è impensabile che i sindacalisti che per anni hanno giocato a fare gli sfascia sistema, oggi pur incassando le generose prebende della GTT, diventino virtuosi.

Così come per la produttività. L’azienda l’anno scorso ha cercato, con strumenti assai blandi, di limitare, con un accordo sindacale che non commentiamo, l’erogazione di premi aziendali ai grandi assenteisti.

Ma l’aspetto più sconcertante sta nel fatto che mentre i premi di risultato nelle aziende private vengono erogati in casi di andamento positivo, qui nonostante il deficit, si erogano premi, a prescindere.

Da quanto sino ad ora emerso, non è stato scoperchiato il vaso di pandora sulle consulenze: numero, causali e motivazioni.

Così sul ruolo effettivo dei dirigenti, con le responsabilità definite e l’entità dei premi erogati.

Altri aspetti, ci auguriamo nell’interesse del cittadino possano emergere dalle pieghe del bilancio.

Il sindaco Piero Fassino, che è persona intelligente ed accorta aveva tentato la via della privatizzazione, impeditagli del suo partito e dall’ultra sinistra.

I suoi successori che non sono così accorti, si vantano di difendere la collocazione pubblica della GTT, noncuranti del danno economico che gravita sulle spalle dei torinesi, oltre al servizio sempre più precario.

Se le opposizioni sapranno condurre con professionalità e non celandosi dietro agli slogan, l’analisi critica, Lo Russo si accorgerà di essere seduto su una polveriera della quale, nella sua supponenza ignorava la portata.Prima della richiesta di incremento tariffario il cittadino ha assistito ad uno strisciante peggioramento del servizio, con la costante sporcizia imperante nei corridoi della metropolitana e le scale mobili perennemente fuori uso. 

I torinesi che pagano il biglietto, subiscono l’affronto della visione delle tante “risorse” che, nonostante i controlli continuano a viaggiare a sbaffo della colletività.Ora l’aumento del biglietto accompagnato da quanto detto e dalla pessima gestione aziendale, colma il quadro e la gente è incavolata.Povero Lo Russo! Considerate le lacune della giunta ideologica che presiede, sentiti i pareri di qualche consigliere comunale, non vivrà momenti sereni.

Ce n'est qu'un début…”  è il celebre slogan che dovrebbe farlo riflettere.

 

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Articolo pubblicato il 23/07/2023