Il Santuario della Madonna degli Angeli, a Cuneo

Al suo interno sono sepolti Duccio Galimberti, il Beato Angelo Carletti da Chivasso e il Venerabile Benigno da Cuneo

La sua storia inizia nel XV secolo, quando il terreno sul quale sorgerà la chiesa era detto "Bandito" forse a causa di un bando, annuncio col quale le autorità destinavano determinati terreni ai privati per provvedere all'approvvigionamento di legna.

L’appezzamento viene acquistato da Giovanni Tortelli di Gaiola, dottore in legge e poi sindaco di Cuneo. Il proprietario vi edifica una piccola cappella dedicata alla Vergine; sarà denominata dapprima Madonnina, poi Madonna delle Grazie, per la notizia di qualche favore da lei concesso a chi si era rivolto a lei.

Nel 1411 il sacerdote spagnolo Alfonso Galindres, vi sosta durante un pellegrinaggio a Roma con altri religiosi, si stupisce della bellezza del luogo e chiede al signor Tortelli di potervi abitare. In seguito, il luogo prenderà il nome di Madonna degli Angeli, eliminando così il vecchio retaggio di "Bandito". Qualcuno è attirato dallo zelo di questi religiosi e si unisce alla loro vita eremitica, secondo le regole del Terz'Ordine Francescano. Si aggiungono a loro anche i francescani che risiedono nella vecchia chiesa di San Michele, distrutta per poter allargare le mura della città.

Il 15 aprile 1436 il Tortelli rinuncia alla proprietà del terreno in favore dell'Ordine Francescano.

Nel 1450, con l'arrivo di nuovi padri, il romitorio diventa un convento, di qui passano alcuni importanti predicatori del tempo; il convento è il primo cenobio dei Minori Osservanti in Piemonte.

I conti Caissotti di Chiusano, di origini astigiane, dopo il loro trasferimento a Cuneo, ottengono il patronato della chiesa e del convento francescano; al principio del Settecento saranno loro a finanziare i lavori nel santuario che gli danno l'aspetto attuale. Un atto capitolare dei Frati Minori Riformati riconferma l'antico patronato di famiglia ai Caissotti in data 13 agosto 1788

Il rinnovamento della chiesa parte dal presbiterio e dalle cappelle attigue; questo cantiere si conclude nel 1718, come testimonia la lapide posta in controfacciata, con lo stemma dei Conti Caissotti di Chiusano presente più volte all’interno del Santuario. Il progetto della nuova chiesa è affidato a Michelangelo Garove, architetto e urbanista di Casa Savoia; a lui si devono le eleganti finestre a quadrifoglio nelle pareti, un suo elemento architettonico caratteristico, una sorta di “firma”.

La decorazione della cupola è affidata al pittore Tommaso Amedeo Caissotti, che dipinge la Madonna Assunta tra gruppi di angeli, gli apostoli e santi francescani.  La struttura è crollata il 30 dicembre 1996, senza provocare vittime, ed è stata ricostruita con soluzioni di alta ingegneria in soli quattro anni e riconsegnata alla città nella notte di Natale del 2000.

Oltre ai Caissotti, altre nobili famiglie cuneesi hanno eletto il Santuario a loro luogo di devozione: all’interno della chiesa sono presenti gli altari di alcune famiglie dell’alta nobiltà cuneese, molte delle quali avevano i loro possedimenti e le loro ville nell’area circostante.

Gli altari sono dedicati a sant’Antonio da Padova, al Crocifisso, a san Francesco e a san Diego d’Alcalà. Fra stucchi, marmi e opere d’arte, vale la pena fermarsi ad ammirare la tela di Guglielmo Caccia, il Moncalvo, raffigurante San Diego, sull’altare della famiglia Della Chiesa della Torre.

Il progetto originario dell’altar maggiore risale, del 1726, si deve a Filippo Juvarra, su incarico dei Conti Caissotti. La struttura è messa in opera nel 1750 da Bernardo Vittone, allievo di Juvarra, con qualche modifica, realizzato da Giovan Angelo Buzzi, che lascia la propria firma e la data 1752 in una nicchia laterale. L’opera è realizzata in marmi policromi ed è raccordata alle pareti laterali tramite due portine con lo stemma della famiglia Caissotti di Chiusano, sormontato da un’elegante edicola a baldacchino con il timpano spezzato, che racchiude la statua della Madonna Assunta. Nel progetto, la statua dell’Assunta doveva essere in marmo, ma lo scultore Ignazio Perucca sceglie il legno, più economico e pratico dal punto di vista del peso e del posizionamento della scultura.

Ai lati del presbiterio si trovano due cappelle importanti per la storia della città, entrambe risalenti alla fine del Seicento.

Quella a sinistra custodisce le spoglie del Beato Angelo Carletti (1), frate francescano autore della Summa Angelica, morto a Cuneo nel 1495; sempre invocato come protettore e difensore della città, la leggenda racconta che durante gli assedi apparisse sulle mura e sui campanili respingendo con le mani le palle di cannone. Nel XVII secolo il Comune di Cuneo ordina come ex voto l’edificazione di una cappella «nella chiesa del convento della Madonna degli Angioli à honore di detto beato Angelo per la repositione del corpo suo»; la costruzione si avvia a fine secolo. Tra 1751 e 1753, a ridosso della beatificazione del Carletti, venne affrescata la volta da Michele Antonio Milocco e arriva al Santuario una cassa in bronzo per contenere il corpo del Beato, donata da Carlo Emanuele III ed eseguita dagli orafi di Corte Francesco Ladatte e Andrea Boucheron, andata perduta in epoca napoleonica. Nell’Ottocento l’altare viene rifatto, su progetto di Giovanni Sassi, con dispersione della struttura precedente.

La cappella di destra - già dedicata all’Immacolata Concezione – è divenuta nel XX secolo il sepolcreto della famiglia Galimberti: qui riposano Tancredi Galimberti, senatore del Regno, e i figli Carlo Enrico e Duccio (2) – quest’ultimo comandante partigiano delle formazioni Giustizia e Libertà, assassinato il 3 dicembre 1944 dai fascisti - con la loro mamma Alice Schanzer, artista e poetessa di origine inglese.  Per la decorazione viene chiamato il torinese Edoardo Rubino: le sculture in marmo bianco raffigurano Alice vegliata dagli uomini della famiglia che la osservano con tenerezza e mestizia; a fronte gli angeli in volo si rivolgono verso l’Immacolata sull’altar maggiore. Le scritte sui sarcofagi commemorano le virtù dei Galimberti.

La chiesa conserva anche le ossa del Venerabile Benigno da Cuneo (3).

Adiacente al lato occidentale dell’edificio, si estende il complesso conventuale, adibito a casa di riposo. I restauri degli anni Novanta hanno riportato in luce, nello spazio accanto alla chiesa, un ambiente medievale decorato da affreschi: un ciclo quattrocentesco attribuito ai fratelli Biasacci di Busca incentrato sulla devozione mariana, con la raffigurazione del “Cristo dei Flagelli” sulla parete destra e di profeti e sibille nei sottarchi.

I due chiostri interni, realizzati intorno al 1730, sono decorati da lunette affrescate con la Vita di san Francesco d’Assisi ed episodi della Vita e dei miracoli del Beato Angelo Carletti, commissionati da importanti famiglie cuneesi, come testimoniato dagli stemmi posti alla base delle lunette.

Note

(1) Angelo Carletti, conosciuto come Angelo da Chivasso (Chivasso, 1410 – Cuneo, 11 aprile 1495), è stato un religioso francescano, letterato e umanista italiano. È venerato come Beato, la sua festa ricorre l'11 aprile. La sua opera principale è la Summa casuum conscientiae, che raccoglie in ordine alfabetico un insieme di regole per chi vuole vivere la propria vita secondo il credo cattolico. Stampato per la prima volta nel 1486, gode di un vasto seguito, da ottenere circa trenta edizioni in altrettanti anni, con il soprannome di Summa Angelica. Il 10 dicembre 1520 Martin Lutero brucia nella piazza di Wittenberg proprio questo volume, che chiama “Summa diabolica”, insieme alla propria bolla di scomunica e alla Summa Theologiae di Tommaso d'Aquino.

(2) Tancredi (Duccio) Galimberti. Nato a Cuneo il 30 aprile 1906, ucciso a Centallo (Cuneo) il 4 dicembre 1944, avvocato, Medaglia d'oro della Resistenza, proclamato Eroe nazionale dal CLN piemontese, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.

(3) Benigno da Cuneo, nato Giuseppe Dalmazzo (Cuneo, 23 aprile 1673 – Cuneo, 19 settembre 1744). La sua salma è sepolta nel convento francescano di Cuneo, nel 1748 spostata in Duomo, per poi essere trasportata nel XIX secolo nella sua attuale ubicazione. Il 27 marzo 1881 Papa Leone XIII lo ha dichiarato Venerabile.

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Articolo pubblicato il 01/08/2023