Una chiesa torinese sconsacrata ricordava San Giovanni Decollato, a Sassi
Campanile della ex chiesa di San Giovanni Decollato

La sua festa liturgica si celebra il 29 di agosto

Torino ha come suo Patrono San Giovanni Battista, che festeggia il 24 giugno con solennità.

Il 29 di agosto si celebra, invece, il martirio – o la “decollazione” – di san Giovanni Battista ( ο Προδρομος , Giovanni il Precursore): un asceta proveniente da una povera famiglia sacerdotale ebraica, originaria della regione montuosa della Giudea, fondatore di una comunità che sarà all’origine di alcuni movimenti religiosi del I secolo d.C.

Questo santo ha due feste liturgiche: il 24 giugno, riferita alla sua vita e predicazione; il 29 agosto a memoria del suo supplizio.

Il Battista muore a causa della sua predicazione: dopo aver condannato pubblicamente la condotta di Erode Antipa, che conviveva con la cognata Erodiade; il re lo fa dapprima imprigionare, poi, per compiacere la bella figlia di Erodiade, Salomè, che aveva ballato ad un banchetto, ordina la sua decapitazione (da cui deriva san Giovanni Decollato).

A Torino, la chiesa di San Giovanni Decollato si trova ai piedi della collina di Superga: edificata su un'altura che domina la borgata, la ex parrocchiale di Sassi è da molti anni sconsacrata; divenuta proprietà dei frati cappuccini, è stata di recente alienata a favore di privati.

Già "prebenda" di Sassi, nel 1584 la chiesa è citata nella visita apostolica di Mons. A. Peruzzi come «Cappellania con annessa cura d'anime», dipendente dalla chiesa Metropolitana di Torino.

Pietro Baricco (1) la inquadra e descrive così: Sassi è piccolo borgo posto a tre quarti d’ora di distanza sulla strada che mette a Superga. La sua chiesa sacra a S. Giovanni decollato fu per cura del T. Abbondioli attuale parroco ampliata ed abbellita. Eretta in parrocchia da antichissimo tempo, venne spogliata nel 1807 di ogni giurisdizione, nella quale fu poi reintegrata nel 1821.

Trent’anni dopo Baricco, grazie a Giuseppe Isidoro Arneudo e alla sua opera Torino Sacra, abbiamo l’unica descrizione dell’interno (2).

«Sassi.

Chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista decollato.

Anche la borgata di Sassi {sulla strada che conduce a Superga) possiede la sua Chiesa parrocchiale, che, restaurata ed abbellita dal rimpianto curato teologo Abbondioli, fa bella mostra di sè, testimone eloquente della pietà e della fede de' terrazzani.

L'interno della Chiesa, ad una sola navata, è decorato di tre altari: il maggiore, che è dedicato a San Giovanni Battista decollato, ed i laterali, dei quali uno è sacro alla Madonna del Rosario e l'altro a San Defendente.

Parrocchia da tempo immemorabile, veniva soppressa - come dicemmo nelle note storiche della Chiesa della Madonna del Pilone - nel 1807: però veniva ricostituita nel 1821, e tale è tuttora.

Ne regge la cura il teologo Don Lorenzo Meano».

La devozione locale alla Madonna del Rosario fa sì che la nuova chiesa di Sassi (parrocchiale per Sassi, Mongreno, Borgata Rosa e Superga), costruita nel secolo scorso sulla piazza principale di Sassi, porti il medesimo titolo. Il Canonico Francesco Vota acquista un terreno di 6.500 mq., dove alla cascina del Conte Melina di Capriglio si era sostituita una fornace per la cottura di mattoni, lì prenderà forma la nuova chiesa, progettata dall'architetto Oreste Della Piana.

Rimane ignoto il motivo della devozione a San Defendente, militare romano ucciso sotto l'imperatore Massimiano perché si era rifiutato di sacrificare al culto dell'imperatore rinnegando il cristianesimo.

Un film del 1940 porta sullo schermo la devozione al San Giovanni Decollato. La pellicola è diretta da Amleto Palermi, protagonista Totò, liberamente tratta dall'omonima commedia dialettale di Nino Martoglio, già trasposta - all'epoca del muto - in un omonimo film con protagonista Angelo Musco. La trama. Mastro Agostino Miciacio è un portiere e ciabattino napoletano che venera un dipinto raffigurante un'immagine di San Giovanni Battista "decollato". Agostino ha l'abitudine di parlare con l'immagine sacra e di tenere acceso un lumino a olio presso l'immagine stessa in segno di devozione. Ogni notte però l'olio sparisce. La devozione del portiere è tale da spingerlo a fare anche dei festeggiamenti che per la loro rumorosità gli tirano addosso le ire dei vicini e della sua famiglia; viene processato e poi assolto per semi-infermità mentale.

Note

(1) Pietro Baricco – Torino descritta (2 voll.) – 1869

(2) Giuseppe Isidoro Arneudo – Torino Sacra - 1898

 

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Articolo pubblicato il 29/08/2023