I preti modernisti gioiscono per la nomina di Mons. Fernandez a Prefetto della Dottrina della Fede

Benedetto XVI ha cercato in ogni modo di arginare questa deriva anticristica ma è stato lasciato solo.

Nel tempo ci siamo spesso trovati a parlare del pensiero di Benedetto XVI, non tanto quanto Pontefice di Santa Romana Chiesa quanto più come fine ed apprezzato Teologo.

Joseph Ratzinger (nella foto a destra), nome di battesimo del futuro 265 Papa della Chiesa Cattolica, era molto apprezzato anche da atei, agnostici e non credenti. Aveva ottimi rapporti con i Rabbini, i Vescovi ortodossi, la Chiesa Anglicana e le varie confessioni cristiane.

I suoi veri nemici, ci si passi il termine un po’ forte, si annidavano – e piano piano stanno emergendo dalle torbide acque riformiste – proprio all’interno della Chiesa Cattolica.

In questi giorni ci è stato segnalato un post del Canonico Duilio Alberello (nella foto a sinistra), sacerdote della Diocesi di Mondovì, Preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Fossano, docente dello Studio Teologico Interdiocesano di Fossano e titolare di un Dottorato in Teologia Fondamentale, conseguito presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano nel 2007.

Nel post Facebook segnalatoci, il reverendo professor Albarello, il 9 luglio scorso scriveva: “La furibonda levata di scudi da parte dei gruppi tradizionalisti che ha accolto la notizia della nomina del vescovo Victor Emanuel Fernandez a nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede è il segno incontrovertibile che la scelta di papa Francesco è stata quella giusta”.

Parole degne di riflessione dal momento che il vescovo Victor Manuel Fernandez era stato attenzionato dal Cardinale Gerhard Muller e dall’Ufficio dottrinale Vaticano per “preoccupazioni teologiche” come riporta in modo documentato il giornalista Sabino Paciolla.

Il fascicolo valutato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede risale al 2009 quando il Cardinal Muller venne informato delle posizioni teologiche di monsignor Fernandez e del fatto che il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, allora Arcivescovo di Buenos Aires, lo aveva elevato a Rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina.

Paciolla precisa che “Fernandez ha minimizzato il contenuto del dossier, affermando che le preoccupazioni del Vaticano relative alle “accuse” basate sui suoi scritti “non erano di grande peso” e che dopo uno scambio di lettere con i funzionari vaticani in cui ha “chiarito” il suo “vero pensiero”, tutto si è risolto serenamente”.

Il 1 luglio scorso Jorge Mario Bergoglio ha nominato mons. Fernandez prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede e ha annunciato che nel prossimo futuro gli consegnerà la berretta cardinalizia.

I grandi dubbi sulla rettitudine teologica di Fernandez sono nati dopo che egli si è pronunciato sulla possibilità che i sacerdoti cattolici impartiscano benedizioni alle coppie gay. In una intervista alla spagnola “Infovaticana”, con buona pace per chi segue il Vangelo, monsignor Fernandez ha detto: “la massima attenzione da prestare è quella di evitare riti o benedizioni che possano alimentare questa confusione. Ora se una benedizione viene impartita in modo tale da non causare questa confusione, dovrà essere esaminata e verificata. Come vedrete, c’è un punto in cui lasciamo una discussione puramente teologica e passiamo a una questione più prudenziale e disciplinare”.

Insomma, nel solito stile modernista tanto caro a Bergoglio, si fa intendere che la porta verrà sprangata a certe pratiche ma ciò non toglie che esse potranno rientrare da finestre lasciate opportunamente spalancate.

Tra queste questioni vi sono le unioni gay, l’aborto, l’eutanasia, il concetto di Famiglia, i rapporti tra le confessioni religiose e la possibilità di ordinare sacerdoti sposati, donne e financo persone omosessuali.

Non a caso il Canonico Albarello, nel suo prolisso post, scrive: “chi porta avanti il servizio della teologia non dovrebbe essere condizionato nella sua libertà di ricerca del fatto che esisterebbero – più o meno esplicitamente – questioni che non sarebbe lecito affrontare, se non limitandosi a ribadire le posizioni più usuali – e spesso usurate – della prospettiva cattolica, specialmente nei campi della bioetica, della morale sessuale e familiare, della teologia delle religioni e del ministero ordinato”.

Copione già visto. Si getta l’amo nello stagno e, nell’attesa che i pesci abbocchino, diversi pescatori lanciano vermi e vermetti per iniziare a pasturare e ad attrarre pesci all’amo.

Il post del sacerdote monregalese, come si poteva ben immaginare, si conclude con un elogio di Bergoglio e del suo voler – a tutti costi e ad ogni prezzo – armonizzare le differenti interpretazioni del cristianesimo. Non è più necessaria una sola dottrina ma si possono amalgamare dottrine diverse per essere “al passo coi tempi”.

Secondo il prof. Albarello “le prime dichiarazioni di Mons. Fernandez fanno fedelmente eco a queste consegne impegnative di papa Francesco. Prego e mi auguro che questa volta non si sciupi la preziosa “occasione favorevole” che qui e ora si offre. Non è più molto il tempo che resta”.

Smantellare il Cattolicesimo Romano, la sua bimillenaria teologia radiosa, per far posto alla “Teologia della Liberazione” che san Giovanni Paolo II – coadiuvato dal suo fedele Cardinal Ratzinger – osteggiò fortemente con la promulgazione di due documenti “ad hoc”: “Liberatis Nuntius” del 1984 e “Liberatis Coscientia” del 1986, è cosa da farsi alla svelta.

Benedetto XVI, durante il suo luminoso pontificato, ha detto che la “Teologia della Liberazione” è errata in quanto ha eletto “i poveri a “luogo teologico fondamentale” – cioè a principale fonte di conoscenza -, al posto della “fede apostolica trasmessa attraverso la Chiesa a tutte le generazioni”.

Il tema è articolato e complesso ma ci fa presagire che il prossimo “Sinodo sulla Sinodalità” – che avrà inizio il 4 ottobre – aprirà le porte a queste teorie che antepongono a Gesù Cristo i poveri, l’ambiente, le unioni gay, il fine vita, l’aborto, e, soprattutto, l’abolizione del celibato per i sacerdoti e l’ordinazione delle donne.

A quanto pare l’obiettivo di Bergoglio di protestantizzare la Chiesa Cattolica si sta realizzando e nessuno sembra avere il coraggio di fermarlo.

Crediamo, a buon titolo, che saranno molti i fedeli cattolici che non accetteranno queste evidenti aporie teologiche e dottrinali. Si paventano all’orizzonte fratture e scismi.

Noi, come sempre, monitoreremo la situazione e vi terremo aggiornati.

 

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Articolo pubblicato il 15/08/2023