Il Fioccardo, tra corso Moncalieri e Cavoretto, a Torino

Passeggiate agostane torinesi

La collina torinese, questa sconosciuta, potremmo dire…

Pietro Abate Daga, nel suo libro Alle porte di Torino, ci racconta che cosa è Il Fioccardo.

«Il Fioccardo, per chi non lo sapesse, è all’estremo limite del territorio di Torino sul corso Moncalieri; ha un rilevante numero di abitanti, molte ville, di cui alcune di recentissima costruzione ed assai eleganti; ha, quello che più importa, parecchie industrie assai sviluppate: basta citare la fabbrica di cioccolato della ditta Vittorio Girardi, la fabbrica di liquori della Società anonima Maina e Penza, la fabbrica di saponi e profumi «Aspid», ed infine l’antichissima fabbrica di fuochi artificiali della ditta Chiabotto; vi è pure un esercizio molto sviluppato per la estrazione di sabbia e ghiaia dal Po.»

Del cioccolato Girardi si trovano ancora in commercio due figurine, distribuite con i prodotti dolciari, del 1925. Nelle azioni di gioco, sono ritratti in azione i calciatori Borgato (1) e Moruzzi (2).

Nel 1926, quando vede la luce il lavoro di Abate Daga, si è appena aperta una scuola elementare che, in pochi giorni, vede iscriversi trenta allievi; poco dopo entra in funzione il Patronato scolastico del Fioccardo che, sotto la presidenza del signor V. Girardi, ha raccolto i fondi necessari.

In un tempo in cui l’agricoltura era ancora ben presente nel perimetro urbano torinese, «Gli abitanti del Fioccardo vorrebbero pure una sezione di guardie rurali, perché il servizio di quelle di Cavoretto non è che assai scarso».

Questi abitanti, quasi incontentabili, «Vorrebbero ancora che fino al Fioccardo giungesse la linea tranviaria municipale; non sarebbe spesa enorme, trattandosi di non grave distanza dalla linea di Cavoretto e di strada che può dirsi tutta in piano. Ciò tanto più che il Municipio ha già vincolato i terreni adiacenti al corso Moncalieri per lo allargamento di questo.»

Da ultimo, «gli abitanti del Fioccardo desidererebbero un po’ di luce anche sulla strada del Campagnino, che è per loro la via più breve verso il concentrico di Cavoretto.»

Un riassunto geografico, breve ed efficace, del tortuoso territorio tra corso Moncalieri e Cavoretto ci viene dal libro La collina torinese di Remo Griglié (pag. 277/278). Dalla chiesa parrocchiale di Cavoretto, anzi...

«fra la chiesa e la villa del dottor Turletti, nasce una strada poco conosciuta che dapprima si chiama Santa Lucia e poi del Campagnino: con quest’ultimo nome sfocia in corso Moncalieri, più a nord di strada del Fioccardo. Ha un tracciato serpeggiante fra ville e ombrosi parchi. Da essa nel primissimo tratto si diparte verso il Po la breve arteria che porta al cimitero di Cavoretto quasi nascosto in una piega del poggio dominato dal parco Europa; la medesima strada del cimitero, superato il camposanto, sguscia sotto forma d’un sassoso vicoletto tra un recinto e l’altro ed infine letteralmente precipita in corso Moncalieri con il nome di strada Zanetti

Infine, Elisa Gribaudi Rossi, nel secondo volume della sua monumentale opera Ville e vigne della collina torinese, ci offre l’ultima descrizione del territorio, dove incontra l’ultimo coltivatore (pagg. 615/616).

«La strada del Fioccardo, che univa la real strada di Moncalieri col borgo di Cavoretto, tagliando il versante sud-est della valle percorsa dal rivo Sappone, con toccava che la «vigna con Cappella del sig. Marco Aurelio Ceruti.» Ci sono oggi un mucchio di case; c’è la strada su percorso antico, c’è la vigna inconfondibile; ci sono il basso e lungo muro di sostegno e la stradina privata che aveva all’inizio la cappella pronta ad accogliere il vicinato. Ora la cappella è scomparsa, ma se ne ricorda il luogo esatto. Preceduta dal rustico, la vigna compare inalterata, alta nei suoi tre piani con diciotto finestre divise in due bande sui partiti laterali, tre a tre per ciascuno dei tre piani; nel partito centrale le due porte d’ingresso sono sormontate al piano nobile da due porte-finestre con balcone; unico l’abbaino, naturalmente al centro.

Se c’è una persona, in questa valle oggi spersonalizzata, che abbia un interessante bagaglio di ricordi del passato, è naturale che abiti a vigna Ceruti, unica proprietà antica: è giovane e si chiama Vittorio Bongiovanni. L’indirizzo dell’ultima vigna che in questa valle completa quelle del comune di Torino è strada Fioccardo n. 116.» (oggi trasformata in Villa Campana, N.d.A.).

Note

(1) Giovanni Borgato (Venezia, 1897 – 1975) calciatore e terzino. Ha giocato per la Fiorentina e per il Bologna, con la cui maglia vince lo scudetto nella stagione 1924-1925.

(2) Daniele Moruzzi (Genova, 1900 – 24 dicembre 1989), è stato un jolly per il Genoa, ricoprendo ben sei ruoli diversi.

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Articolo pubblicato il 31/08/2023