La Golar Tundra il Rigassificatore nel mirino.

Nuove criticità "vengono a galla…"

Viste le numerose richieste di approfondimento, su un tema scottante che interessa decine di migliaia di persone, abbiamo deciso di proseguire nell’analisi del Progetto Regionale del Rigassificatore di Vado-Bergeggi.


Nel dettaglio riportiamo i Link dei precedenti articoli che potrebbero interessare i nuovi Lettori.

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=48689

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=48717

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=48740


La Golar Tundra, la nave che dovrebbe essere ormeggiata in mare aperto a 4 chilometri dalla costa, di fronte a Vado Ligure, misura circa 292 metri di lunghezza per 43,4 di larghezza e 55 di altezza ed è stata costruita nel 2015. L'imbarcazione è stata realizzata a Singapore ed è stata successivamente acquistata da SNAM, la società che si occupa della distribuzione del gas in Italia, per circa 330 milioni di euro.


Quella che si vorrebbe posizionare di fronte alla costa tra Vado Ligure e Bergeggi è una imbarcazione datata che non ha mai lavorato come Rigassificatore in mare aperto. 
Sulla effettiva idoneità ad operare come rigassificatore in mare aperto ci sono molti dubbi.
Secondo le notizie reperite, la Golar Tundra avrebbe navigato solo come metaniera, presumibilmente o a pieno carico o senza il carico, quindi ci sarebbero molti dubbi sulla sua effettiva inadeguatezza a lavorare off shore.


Inoltre ci potrebbero essere delle criticità relative al tipo di membrane che avrebbero la funzione di isolare il metano a -162° dalle pareti dei serbatoi.
Stiamo parlando, ovviamente, di situazioni di criticità dovute a fluttuazioni del carico parziale che potrebbero causare in casi estremi Colpi d’ariete o sbalzidi pressione.
A Piombino la nave avrebbe operato dentro il porto, e questa è stata una rassicurazione che i dirigenti della SNAM hanno espresso per tranquillizzare la popolazione.
Riprendiamo e analizziamo un interessantissimo articolo di Riccardo Enrico Faccioli, pubblicato il 28 Novembre 2022 su “Elba Report Quotidiano d’ Informazione online dell’Isola D’Elba” dove si approfondiscono gli aspetti legati alle tipologie di membrane: 


"IL PROGETTO DI PIOMBINO RESTA UNA INUTILE, COSTOSA E PERICOLOSA FORZATURA". 


“Snam afferma che per utilizzare la Golar Tundra in un ormeggio offshore ha bisogno del parere tecnico del detentore del brevetto delle cisterne a membrana.
L’articolo breve, sintetico ed esaustivo, mette in evidenza che per poter far operare la Golam Tundra in mare aperto (quindi i 4 chilometri dalla costa di Vado-Bergeggi sono da considerare mare aperto), sia necessario il parere tecnico del detentore del brevetto delle cisterne a membrana.
Direttamente dall’articolo apprendiamo che:
“Le membrane sono formate da vari stati di metallo, compensato e lastre di poliuretano ed hanno due scopi, il primo di proteggere l'acciaio delle cisterne dalle temperature estremamente basse del gas che potrebbero provocare danni seri ed a volte irreversibili alle strutture, l'altro dare garanzia di isolamento termico al carico evitando o contenendo al minimo l'evaporazione del GNL”.


Oltre:
“…La Golar Tundra ha installato le membrane di tipo Mark III introdotte nel 2008, le navi moderne hanno il tipo Mark III Flex +; la differenza è nello spessore complessivo che va da 27 cm nella prima versione a 48 cm nell'ultima, che garantisce sia una maggiore efficienza strutturale che un bassissimo grado di evaporazione tale che le cisterne possono essere riempite fino quasi al 99% invece del 95-97% della precedente versione…”.
Si tratta di una vecchia tecnologia concepita nel 1969 dalla GTT e introdotta su più di duecento navi.
La Golar Tundra appartiene ad un ristretto gruppo di vecchie imbarcazioni che operano esclusivamente come metaniere. Cinque di queste svolgono il lavoro in aree industriali, su pontili lunghi due chilometri, una è ancorata ad una boa.
Sembra evidente, come si evince dall’articolo, che Snam stia cercando scuse per non cercare la soluzione offshore e far restare l'eventuale nave in banchina per i 25 anni che si erano prefissati. 


“…Tra l'altro la Tundra doveva essere usata come FSRU nel porto di Tema in Ghana per un periodo dal 2016 al 2021, fu addirittura noleggiata nel 2015 appena uscita dal cantiere. Attese molti mesi all'ancoraggio ( dal giugno 2016 a settembre 2017) che fosse pronto l'ormeggio, ma a causa di ulteriori ritardi il contratto fu cancellato e da allora ha sempre navigato come metaniera…”. 


Piombino ha vinto la battaglia contro il Rigassificatore che sarà spostato nel Savonese. Ora vediamo le motivazioni che hanno spinto il Sindaco a condurre la battaglia.
Da un articolo presente su “La Svolta” del 18 ottobre 2022, l'Autore si pone un quesito:
“Ma perché a Piombino non hanno voluto il rigassificatore? Intanto è bene capire come sarebbe disposto.
Al momento è previsto un terminale che possa stoccare e rigassificare il gas naturale piazzando una nave in prossimità dell’area portuale. La struttura riceverebbe il gas dalle altre metaniere per poi rigassificarle e immetterlo nella rete nazionale. Snam, se ne avrà la possibilità, destinerà alla Toscana la Golar Tundra, che ha una capacità di stoccaggio di 170.000 metri cubi e può rigassificare 5 miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Un contributo enorme per dare gas all’Italia. Per contro, un rischio non calcolabile per gli effetti sull'ambiente.
Il sistema FSRU (Floating Storage and Regasification Units) funziona in un modo per cui contemporaneamente al liquido trasportato viene scaricata in mare una certa quantità di cloro, il che significa impattare pesantemente sulla vita dei pesci e, secondo Alessandro Dervishi (ex presidente del Comitato di Salute Pubblica della Val di Cornia), anche su quella degli umani”.

Quanto leggiamo conferma quello che è stato detto in un precedente articolo. L’acqua marina pulita entrerebbe nel Rigassificatore per raffreddare le serpentine dello scambiatore termico, quindi sarebbe addizionata con elevatissime quantità di Cloro, ed uscirebbe, più fredda con veleni da derivati del Cloro che inquinerebbero l’ambiente.
Se da un lato vi sono contestazioni legate all’impatto ambientale, visivo, acustico e i non trascurabili problemi di sicurezza di una nave che non ha mai operato come rigassificatore fuori dai porti… dall’altro pende un rischio di inquinamento marino che potrebbe compromettere i delicatissimi equilibri bio-ecologici.


Come indicato nell'articolo precedente: "la Golar preleverà acqua dal mare per riscaldare il gas e riportarlo dallo stato liquido al gassoso e poi rimetterà in acqua 86 chili di ipoclorito di sodio al giorno, il principale ingrediente della candeggina..."

https://www.greenme.it/ambiente/energia/laltra-faccia-di-golar-tundra-il-rigassificatore-di-piombino/

Concludiamo questo quarto articolo sul Rigassificatore, accogliendo una domanda estratta da un articolo sul settimanale online "Trucioli", a firma di Giovanni Maina: 
“In conclusione rimane sospeso un ultimo interrogativo preoccupante: per quale motivo un impianto così pericoloso e rifiutato a Piombino dalla cittadinanza tutta, con in testa il sindaco anch’esso del più importante partito di governo che lo vuole imporre, viene invece  accolto a braccia aperte dal governatore Toti, anche lui esponente della maggioranza governativa? Forse perché e la popolazione interessata che fa la differenza e i savonesi sono considerati disponibili o peggio incapaci di difendere il proprio territorio da imposizioni esterne?…o chi sa cos’altro !”


L’articolo completo è nel seguente nel link del settimanale online "Trucioli": 


https://trucioli.it/2023/08/03/rigassificatore-rifiutato-a-piombino-ma-accolto-nel-golfo-di-savona-vado-ligure-e-lultima-scelta-energetica-insostenibile-tra-inquinamento-del-mare-e-aria-e-altri-gravi-pericoli/
 

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Articolo pubblicato il 29/08/2023