Nobel a medici, infermieri e personale sanitario. Eroi contro il Coronavirus

L'assurda proposta di Ettore Rosato e di "Italia Viva" di Matteo Renzi.

Da qualche giorno tutti gli studenti d’Italia sono tornati sui banchi di scuola e il mainstream dell’informazione ha ricominciato a parlare del Covid-19.

Pensavamo di esserci lasciati questo argomento alle spalle ma – con tutta evidenza – ci sbagliavamo. La demagogia pro-Covid non pare volersi arrestare.

Sempre in questi giorni è saltata fuori una petizione surreale, proposta e propagandata da Ettore Rosato (nella foto a destra), parlamentare di “Italia Viva”. Tale petizione recita così: “Nobel a medici, infermieri e personale sanitario. Eroi contro il Coronavirus”.

Rosato, in piena “pandemia”, mentre il Governo si dilettava nell’acquisto dei banchi a rotelle, nella costruzione di centri vaccinali a forma di primula o nello stanziamento fondi per l’acquisto di monopattini elettrici, scriveva: “Noi tutti facciamo la nostra parte, e mentre i governi sono impegnati a dare tutti i supporti, strumenti e dispositivi necessari, nelle corsie degli ospedali in tutto il mondo ci sono donne e uomini che lavorano incessantemente da giorni per salvare la vita a più persone possibile”.

Fino a qui nulla di strano. E’ vero che le corsie degli ospedali erano piene di personale sanitario all’opera ma è altrettanto vero che dette persone erano regolarmente retribuite per farlo.

Ma Rosato si spinge oltre e inizia un vero e proprio panegirico “santificante” del personale sanitario scrivendo: “Coraggiosi e instancabili, sui loro volti portano i segni della fatica, negli occhi trattengono le immagini, le parole, le emozioni delle persone di cui si prendono cura, di quelli che ce la fanno e anche di quelli che purtroppo non riescono a superare questa terribile malattia”.

In quel di “Italia Viva”, evidentemente, non hanno mai voluto tener conto di quanti, in piena libertà di pensiero e di espressione, narravano una situazione differente. A quanto pare Rosato e i suoi colleghi hanno dimenticato che migliaia di italiani si sono visti portare via un congiunto e non lo hanno più rivisto vivo. Migliaia di ammalati sono stati lasciati morire soli all’interno di fredde terapie intensive perché il mainstream della sanità imponeva isolamenti e restrizioni rivelatisi poi assurdi.

Nonostante tutto ciò, i gregari di Matteo Renzi, insistono nel dire che gli operatori sanitari “Sono i nostri eroi. Stanno lasciando impresso in questa difficile storia il segno di un’umanità che non si arrende, di una forza, quella della solidarietà, del prendersi cura degli altri, in grado di vincere contro ogni male. Un simbolo che sopravviverà a questi giorni, a questi mesi, di cui ci ricorderemo sempre. Per questo motivo lanciamo una proposta, quella di assegnare il Nobel per la Pace a medici, infermieri e personale sanitario che stanno combattendo contro l’emergenza del Coronavirus”.

Nobel per la Pace? E perché mai? Per aver espletato il lavoro per il quale sono stati regolarmente retribuiti e correttamente contribuiti? Questa petizione non si spiega!

Eppure Rosato persevera e conclude: “Glielo dobbiamo, la storia glielo deve. Un pensiero, un riconoscimento che valga sempre, anche quando tutto questo sarà finito. Perché passerà, ce la faremo, grazie a loro e insieme, ce la faremo”.

La petizione, presente sul sito web di “Italia Viva”, ha raccolto circa 10.000 firme. Calcolando che l’Italia conta 60.000.000 di abitanti, possiamo dire che è stato un autentico flop.

Gli italiani, seppur in modo frammentario, hanno capito che dietro alla pandemia da Covid-19 c’è stato qualcosa di strano e poco chiaro.

Trasmissioni televisive come “Fuori dal Coro” di Mario Giordano si sono occupate di questo tema e, ancora oggi, parlano senza paura dei cittadini “danneggiati dall’inoculazione dei vaccini a mRNA”. Questi vaccini venivano consigliati, spinti e reclamizzati da medici più in tv che in corsia, lo ricordiamo tristemente tutti.

Davvero si vuole consegnare un Premio Nobel per la Pace a queste persone?

Ciascuno rifletta e si dia la risposta che ritiene più consona e opportuna.

 

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Articolo pubblicato il 20/09/2023