Gianni Pedrazzini - Un caduto della Divisione Decima

Di Alessandro Mella

Nei mesi che seguirono l’armistizio dell’8 settembre 1943 il travaglio morale e materiale che lacerò cuori e società finì per dividere nettamente il paese in due parti contrapposte. Vi era da un lato la crepuscolare ed ormai morente Repubblica Sociale Italiana con le sue innumerevoli formazioni armate e dall’altra la Resistenza alla ricerca di una rinnovata libertà.

Potevano essere infinite le ragioni per cui una persona si ritrovava schierata dall’una o dall’altra parte ma nel caso della RSI ci fu chi vi aderì in continuità con una fede fascista di lungo corso, chi scelse quasi per caso od ingenuità e chi lo fece animato dalla buona fede e dalla convinzione che quella fosse la via per riscattare un mutamento traumatico percepito come disonorevole. La Storia ha emesso da tempo le sue sentenze e la stessa democrazia di cui beneficiamo ne è la prova vivente ma questo non ci impedisce di guardare con rispetto e pietà anche a quei combattenti che morirono dalla “parte di Salò”.

Tra questi vi fu anche un giovane marò della Decima Flottiglia Mas, di quel battaglione Barbarigo che, dopo essersi fatto onore sul fronte di Anzio e Nettuno, era stato mandato in Piemonte a condurre malvolentieri la lotta antipartigiana.

Giovanni Attilio Pedrazzini, detto Gianni, era nato a Melzo, nella provincia di Milano, il 24 marzo del 1926 figlio di Bonfiglio Pedrazzini. (1)

Dopo i fatti drammatici del 1943 non aveva resistito al fascino che la Decima esercitava sui giovani e si era arruolato comportandosi piuttosto bene al punto da essere decorato dai tedeschi di croce di ferro di seconda classe il cui nastro, portato alla tedesca, si vede nel suo ritratto.

Con il Barbarigo, appunto, si trovava nell’alto Canavese, in provincia di Torino, nella tarda estate del 1944. Già a luglio, ad Ozegna, il comandante Bardelli e diversi militari del reparto erano stati assassinati in seguito ad uno scontro con i partigiani guidati da Piero Piero in Ozegna. Ovviamente le due parti diedero versioni del tutto differenti della baraonda scoppiata a seguito di un presunto incontro per trattare uno scambio di prigionieri.

La diffidenza era quindi moltissima e più che comprensibile ma non sufficiente ad evitare il brutto fatto del 19 settembre 1944. Quando un gruppo di partigiani, nuovamente per proporre uno scambio di prigionieri, si presentò ad un posto di blocco della 3a compagnia presso lo stabilimento tessile di frazione Villanova di Pont Canavese, i marò decisero di dar loro fiducia e lasciarli passare.

Passato il posto di blocco i “ribelli” si voltarono e puntarono le armi contro i militi della Decima per sorprenderli e catturarli. Ma alcuni reagirono e nel parapiglia e nella baraonda di fuoco ci scapparono dei morti. Furono tre e cioè Aldo Bonacina di anni 38 e due diciottenni: Mario Mugnai ed il nostro Giovanni Pedrazzini. (2)

A quel punto i partigiani catturarono chi si era salvato salvo poi liberare successivamente i prigionieri per impedire rappresaglie.

Se ne andò così il giovane Gianni, un ragazzo che aveva scelto di stare da quella che divenne la “parte sbagliata” della Storia e che per questa scelta pagò un prezzo carissimo. Vittima di un inganno che non rese certo onore a chi ne fu autore e che procura pietà a chi ne fu vittima. Poiché in guerra abbattere il nemico è, purtroppo, parte dell’infelice dinamica degli eventi. Ma un conto è farlo a viso aperto combattendo onorevolmente come moltissimi eroi e partigiani fecero. Un altro è colpire con l’inganno, questo di valoroso non ha e non avrà mai nulla.

E la vicenda di Giovanni Pedrazzini e dei due marò che caddero con lui ci ricorda come in guerra la ferocia ed il rancore possano finire per procurare pagine discutibili e deprecabili anche alle più nobili delle cause. Come fu quella della patria libertà.

Alessandro Mella

Note

1)     Torino 1943-1946 – Martirologio, Ultima Crociata Editrice, 2005, p. 177.

2)     I ribelli siamo noi, Michele Tosca, Prima Edizione, Tomo I, Chiaramonte Editore, Collegno, p. 475.

 

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Articolo pubblicato il 02/10/2023