Prorogata al 22 ottobre la mostra sullo xilografo Caro Caratti al Musarmo di Mombercelli (Asti)

Una raccolta di arte e cultura all’interno di un ex carcere mandamentale

Mombercelli, piccolo paese delle colline astigiane, vanta una primizia artistica: il Musarmo - Museo civico d'arte moderna e contemporanea.

La prima sede di una raccolta d’arte locale si forma nel palazzo di proprietà di Giulio Zandrino, sulla piazza del paese (ove si trova la farmacia). Il Museo è, in seguito e fino ad oggi, ospitato nella palazzina, alla periferia del paese, che fu la sede del carcere mandamentale di Mombercelli, dismesso nel 1963. L’edificio risale ai primi del Novecento, su progetto dell’ingegner Angelo Santoné. La vita del Museo inizia nel 1972, su ispirazione di un gruppo di artisti e appassionati di arte. Fra tutti, si possono annoverare Caro Caratti, già Direttore dei Musei Civici di Asti, Mario Castagneri, Giulio Zandrino, il gallerista torinese Stefano Pirra e don Franco Cartello. Primo Conservatore del Museo sarà Nanni Lisa, giornalista della redazione cultura della RAI. La biblioteca raccolta negli anni annovera più di 1200 volumi e cataloghi d’arte, provenienti da una donazione della famiglia Donat Cattin.

Dal 2005 ne è Conservatrice Anna Virando, ex gallerista torinese che, in collaborazione con il Direttivo, organizza mostre, incontri ed eventi culturali, allo scopo di coinvolgere persone ed istituzioni del territorio, a partire dai giovani e dalle scuole.

Appena entrati, colpiscono la porta interna di accesso, con barre e grate in ferro battuto, così come le porte in metallo, ultima testimonianze degli infissi dell’ex carcere. Al piano terra è ancora riconoscibile l’ambiente che era adibito a parlatorio, per i familiari dei detenuti.

La mostra, in corso sino al prossimo 22 ottobre, intende ricordare e raccontare l’esperienza e la cifra artistica di Caro Caratti (all’anagrafe Caro Matteo, conosciuto anche come Carlo). Nato a Visone (AL) il 14 maggio 1895, si laurea in farmacia e si avvicina all’arte da autodidatta, perfezionandosi in acqueforti e xilografia alla scuola di Marcello Boglione, titolare della cattedra di incisione all’Accademia Albertina di Torino. Dopo una lunga attività di farmacista in Asti, cui affiancava gratuitamente le sue doti di guaritore e pranoterapeuta, Caratti si spegne ad Asti il 5 giugno 1980.

Il suo esordio ufficiale in pittura avviene a Reggio Emilia, in una mostra di “pittori combattenti”, nel 1919.

Ottiene una serie di premi e riconoscimenti: Città di Alessandria, nel 1943; Grumbacher Merit Award a Lakeland (USA) nel 1952; Ravizza a Genova e Alfa a Bologna, entrambi nel 1958.

Il piano terra della mostra è dedicato alla retrospettiva di Caratti, con xilografie, disegni preparatori e matrici. Il Castello di Mombercelli è disegnato in due ispirazioni, di cui si è trovata la matrice. L’antica dogana di Mombercelli, non più esistente, è un retaggio del passato, quando la strada per Asti passava sulle colline, prima dell’attraversamento del Tanaro. La trattoria del Moro di Asti, con i suoi panni stesi, è un ponte fra passato e presente, in quanto esiste ancora, in forme differenti a seguito di diverse ristrutturazioni, luogo di ristorazione ancora apprezzato del capoluogo. Torre sul Bormida è un omaggio alle sue origini alessandrine, mutuato con la libertà espressiva e di ambientazione dell’artista. L’arazzo Il viandante, concesso dalla Arazzeria Scassa di Asti, di proprietà della banca di Asti, racconta una storia epica di terra e di lavoro, nel silenzio del paesaggio che incombe.

Nel catalogo, Gianfranco Schialvino scrive: «Le sue incisioni sono vere perché esprimono in un linguaggio semplice la pacata visione della natura (…) una facoltà misteriosa che emana dalle persone e dalla chiarezza delle azioni e che assume nelle sue immagini dai tratti marcati ed essenziali l’impronta della creazione».

Il piano superiore si divide fra opere in esposizione permanente ed altre in visione temporanea, per dare spazio e visibilità ad artisti diversi del territorio, viventi e no, in svariate forme espressive. Narcisa, a sanguigna, di Giovanni Dettori, suscita un immediato rimando ed eco di De Chirico; Bertoula è un’opera del 1928 di Nicola Galante, che ci riporta con la mente e con gli occhi al borgo delle lavandaie torinesi; Tocco, di Gioconda Cornelli, riprende un angolo di Mombercelli, la sua collina più elevata, da cui lo sguardo spazia verso Asti.

Luigi Baudoin, nel catalogo dell’ultima mostra di Caratti, svoltasi nel maggio 1969 per i suoi cinquant’anni di attività, all’interno del battistero di San Pietro in Asti, così si esprimeva: «Nell’opera di Caro Caratti è la felice testimonianza del come l’esigenza del bianco e nero comporti il saper perdere il più possibile uno tra i due termini dell’alternativa, il nero, senza d’altronde poter mai abbandonarlo del tutto. Risolvere questo inevitabile nero nelle più aperte e sciolte e fiorite illuminazioni; farne, dunque, un colore».

E, da ultimo, l’artista stesso così scriveva di sé: «La mia esistenza è stata prodiga di una seconda vita che ha rallegrato il mio spirito con doni da preferire a qualsiasi ricchezza terrena. (…) Da una tavola di legno scalfita con una punta di metallo si possono trarre immagini soffuse di quel pathos che così spesso ricorre nei canti del nostro poeta di Recanati (…)».

Con queste parole Caratti ha forse colto e riassunto in pieno lo spirito dell’arte e l’ispirazione che deve animare l’artista, com’egli è stato con le sue xilografie.

Caro Caratti

Xilografo

Fino al 22 ottobre 2023

Musarmo

Via Brofferio 24 - 14047 Mombercelli (AT)

Tel. (+39)0141/95.52.05

musarmo@gmail.com

Per ulteriori informazioni contattare il Comune di Mombercelli - Tel. 0141/95.96.10

 

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Articolo pubblicato il 12/10/2023