Catania. Interruzione colposa di gravidanza

Iniziato il processo a carico di una ginecologa.

Continua la nostra inchiesta sulla malasanità che, purtroppo, affligge i pazienti del nostro Paese da Nord a Sud.

Questa volta siamo a parlare dell’Ospedale “Garibaldi” di Catania dove una ginecologa è finita sotto processo per “interruzione colposa di gravidanza”.

Secondo quanto riportato dall’accusa, sostenuta dalla Procura della Repubblica di Catania, “nell’agosto del 2019, la ginecologa avrebbe valutato erroneamente come normoreattivi gli esiti di un tracciato cardiotocografico. Ma in realtà presentava scarsi movimenti attivi del feto che, unitamente al fatto che era una gravidanza a rischio avrebbero dovuto indurla a proseguire il monitoraggio al fine di valutare il benessere fetale. E quindi, in caso contrario, procedere all’esecuzione di un immediato parto cesareo d’urgenza”.

Il Giudice monocratico della Sezione Penale del Tribunale di Catania ha celebrato la prima udienza a cui la donna vittima del presunto caso di malasanità e il marito si sono costituiti parte civile.

A quanto riferito dai Periti nominati dal Tribunale, “la futura mamma non avrebbe dovuto essere dimessa e rimandato di 48 ore il parto. Un passaggio fondamentale di questa vicenda”. Secondo l’accusa, infatti, questo comportamento del medico avrebbe “cagionato la morte endouterina del feto”.

Il giudice ha ammesso le prove presentate dalle parti ed ha rinviato a successiva udienza che si terrà il 24 aprile 2024.

Che nel 2023 vi debbano ancora essere casi di malasanità legati ai reparti materno-infantili è assurdo. Una donna che perde il suo bimbo perché un medico fa valutazioni frettolose e superficiali, resterà segnata per sempre e questo è incredibile.

L’auspicio è che il Ministro della Salute, Orazio Schillaci (nella foto a destra), mandi più ispezioni nei nosocomi italiani e che la Magistratura sia più solerte – magari con l’istituzione di sezioni dedicate alle vicende sanitarie – al fine di ridurre al minimo tali tragici epiloghi.

Ci ripromettiamo di tornare sul tema.

 

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Articolo pubblicato il 22/10/2023