Il Monastero Indù di Altare SV
Foto d'archivio del Monastero

Una Realtà sacra di grandissimo valore spirituale


In un precedente articolo abbiamo accennato alla presenza di una importantissima Realtà religiosa in provincia di Savona. https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=49632
Si tratta del monastero induista Matha Gitananda Ashram di Altare.


Immersa in una realtà bucolica, nel mezzo di una macchia mediterranea incontaminata, sorge una Comunità monacale formata da venti religiosi, in maggioranza donne.
Raggiungerla non è semplicissimo. In compagnia di un amico che mi ha accompagnato, seguiamo le indicazioni che si trovano sulla statale che unisce Altare a Savona. Dopo aver imboccato una strada sterrata, non proprio comoda da percorrere, raggiungiamo una grande cancellata che delimita l’area di proprietà della Comunità.


Ci accolgono Svamini Shuddhananda Ghiri e Svamini Durgadayananda Ghiri, due giovani monache abbigliate con abiti di colore arancione che ci invitano ad accomodarci in una confortevole sala coloratissima, con le pareti colme di fotografie. 


Inizia un dialogo molto vivace, durante il quale emerge la grande importanza della scelta radicale di vita, che ha coinvolto le due monache quando possedevano poco più di vent’anni.


Per quanto possa apparire difficile da comprendere a noi occidentali, immersi nelle frenetiche attività di una dimensione quotidiana sempre più convulsa e contraddittoria, la loro scelta rappresenta un viaggio interiore alla scoperta di sé e del vero significato dalla Vita.


Un viaggio solitario, compiuto nell’intimità di una struttura religiosa, che segue alcuni precetti molto simili a quelli delle realtà monastiche del panorama cristiano.


"Ora, lege et labora", la Regola di San Benedetto, sembra essere anche uno dei cardini di questo monastero induista, fondato nel 1984 dal maestro Svami Yogananda Ghiri, uno dei pochi italiani ad essere entrato nei sacri ordini monastici con il titolo di Svami.


Il monastero è un’oasi di pace e di meditazione, immerso nella natura e in un silenzio profondo che dona una autentica sacralità alle numerose attività che vi si svolgono.


Il 18 settembre di quest’anno la comunità Indù fondata da Svami Yogananda Ghiri, una delle più importanti del mondo occidentale, ha ospitato l’ importante celebrazione del “Ganesha Caturti”, la festa che cade nel quarto giorno di luna crescente del mese di bhadrapada (agosto-settembre).


La Celebrazione riguarda Ganesha divinità molto popolare del pantheon indù. E' il Dio che rimuove gli ostacoli, invocato a scopo propiziatorio prima di iniziare qualsiasi attività, rito, lavoro, che infonde saggezza e forza spirituale.


Svamini Shuddhananda Ghiri, sorseggiando con noi una tazza di ottima tisana, ci racconta della sua esperienza e dell'importanza del percorso che ha intrapreso da più di vent'anni. Ci racconta della vita quotidiana all'interno del monastero, dei momenti di preghiera e meditazione che si alternano alle attività lavorative. Queste ultime consistono nella coltivazione delle verdure, nella cura delle piante e dei fiori e nelle operazioni di quotidiana manutenzione delle strutture del Centro.

Sono presenti anche alcuni cani di razza che richiedono cure particolari, come i Mastini spagnoli e i Tibetan mastiff.


Purtroppo il grado di sensibilità spirituale della società alla quale apparteniamo, non dimostra alcuna particolare forma di rispetto per quelle realtà che sono dedicate alla cultura dell’anima o allo studio dell’Essere, e non concepisce neppure che queste strutture possano rendere un grande servizio alla crescita dell’evoluzione interiore dell’umanità.


Constatare, come si è accennato in un precedente articolo, che un centro di questa rilevanza possa essere, secondo i progetti di SNAM, offeso dalla presenza dell’ impianto del rigassificatore di Vado-Savona, nonché  dalla possibile costruzione della variante della A6 che turberebbe per anni  la serenità dei suoi monaci, ci fa comprendere quanto sia irrispettoso e volgare il nostro atteggiamento verso ciò che appartiene alla dimensione del Sacro.


Il timore, condiviso durante il nostro incontro dai responsabili del Monastero Svami Gitananda Ashram, è che la pace, la meditazione, la vita monastica e l’equilibrio con la natura, vengano minacciate sia dalle opere del rigassificatore che dal cantiere dell’eventuale nuova autostrada, la cui operatività potrebbe produrre gravi lesioni alle opere sacre presenti nell'area. Inoltre i cantieri di scavo potrebbero durare anni e interferire pesantemente con le attività del Centro.


Rodolfo Mirri, sindaco di Carcare, in una recente intervista a IL SECOLO XIX ha affermato: «Il monastero sorge sul territorio di Altare, ma per accedervi si passa da Negreppie, sul nostro Comune, e da tempo ci sono rapporti consolidati.
Capisco, quindi, che cantieri impattanti come quelli ipotizzati per la variante della A6, che coinvolgerebbero appunto anche località Pellegrino, ben poco si abbinino con l’armonia e il silenzio che necessitano ad un Monastero che è tra i punti di riferimento religioso induista più importanti d’Italia. Me ne farò portavoce e, coinvolgendo ovviamente il sindaco di Altare».


Dal canto suo Roberto Briano, sindaco di Altare ha così commentato: «Per quanto ci compete l’ipotesi di variante alla A6 è poco più di una linea disegnata su una cartina. Tempo fa ci sono stati dei sondaggi, sappiamo che uno studio di fattibilità è stato presentato dal concessionario al Ministero, ma non c’è altro. Prima di mettere il carro davanti ai buoi mi preoccuperei, invece, del contingente, ovvero della condotta del rigassificatore che interesserà anche quella zona, seppur con microtunnel. Ma noi abbiamo alcune perplessità su questioni come l’attraversamento del fiume Bormida, le aree esondabili, il ripristino: osservazioni, comprese anche quelle arrivate proprio dal Monastero, raccolte in 12 pagine. Questa è la priorità».


Forse potrà far sorridere qualche Lettore… ma l’immagine di un Centro votato alla sacralità, alla spiritualità, alla preghiera e alla meditazione, accerchiato da un lato dal progetto contestatissimo e dannoso per l’ambiente come quello del rigassificatore e dall’altro da un possibile cantiere autostradale, portatore di rumore e di forti vibrazioni che potrebbero far vacillare molte strutture tamplari… deve fare riflettere e forse evocare altre immagini, non meno inquietanti, dove il cosiddetto “male” tenta in tutti i modi di annientare le forze del “bene”.


Essendoci immersi per qualche minuto nella dimensione spirituale della antica Tradizione indiana, potremmo riconsiderare altri concetti presenti nella religione induista, come quello del Kali Yuga e della concezione ciclica del Tempo.


Il grande studioso Mircea Eliade ne disquisisce in questi termini: «Il kali-yuga, quello nel quale ci troviamo attualmente, è considerato proprio l’età delle tenebre, un’epoca «che progredisce sotto il segno della disgregazione e deve finire con una catastrofe» M. Eliade, “I cicli cosmici e la storia”, da Il mito dell’eterno ritorno. Archetipi e ripetizione, Borla, Roma 1968. 


Nell’induismo, soprattutto nei Puranas, testi di divulgazione religiosa anteriori ai Veda, l’evoluzione della storia umana è suddivisa in quattro Yuga o “ere”: Satya Yuga, l’età dell’oro; Treta Yuga, l’età dell’argento; Dvapara Yuga, l’età del bronzo; infine il Kali Yuga, l’età del ferro


Il momento attuale, dove un numero considerevole di guerre sta devastando l’intero Pianeta, dove una politichetta asservita completamente ad un’economia assurta al rango di divinità, gestisce le  fila del Potere globale, sembra essere l’immagine vitrea di un incubo chiamato Apocalisse.
Sempre secondo la Tradizione induista, la fase di decadenza dell’ultimo Yuga prelude a una palingenesi, quindi ad una distruzione e conseguente nuova fase di rinascita edenica in un ciclo successivo. Tale visione ci riporta con immediatezza verso una concezione greca del tempo, molto vicina a quella induista.


A tale concezione si contrappone quella cristiana che fonda il concetto lineare di Freccia del tempo.
Entrambe le concezioni, induista e cristiana prevedano un’Apocalisse, la prima come palingenesi, ovvero distruzione e generazione di un nuovo ciclo, quella cristiana come compimento dell’Ultimo Giudizio. 


Quindi entrambi i più grandi Sistemi religiosi condividono un gran finale a sorpresa, con tanto di fuochi d’artificio…


Se tutto sembra essere segnato e ineluttabile, e i cosiddetti segni dei tempi sembrano confermarlo… forse osservare con maggior rispetto i Luoghi che ci parlano di Sacro e di Sacralità, siano essi Cristiani, Buddisti, Induisti o di qualsiasi altra struttura religiosa, può essere saggio e fonte di conforto.


Anche se nel Kali Yuga... parlare di Sacro e di Sacralità potrebbe farci precipitare nel ridicolo…

 

Foto G.Guerreri

 

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Articolo pubblicato il 29/11/2023