Un tempio laico a Como: Il Mausoleo di Alessandro Volta

Di Alessandro Mella

Passeggiando sulle rive del lago, a Como, lasciata alle spalle, sul lato sinistro, la piazza Cavour, si raggiunge un luogo davvero eccezionale.

Alla vista pare quasi un tempio greco o romano, ma in verità, pur avendo lunga storia, l’opera non è così antica poiché fu inaugurata nel 1928.

L’anno prima si era celebrato il centenario della scomparsa di Alessandro Volta, illustre scienziato che con i suoi prodigi aveva stupito perfino Napoleone, ma la città volle fare di più e l’iniziativa fu assunta dall’on. Francesco Somaini che decise di procedere alla realizzazione di un monumento che potesse ben onorare l’uomo di scienza che Volta fu.

La scelta cadde su d’una costruzione che potesse unire conservazione e celebrazione per cui si procedette all’edificazione di un edificio che fungesse anche da museo così da accogliere i cimeli voltiani sopravvissuti all’incendio del 1899 e le copie che lo stesso Somaini aveva commissionato. (1)

Come dicevamo a vederlo par subito di scorgervi qualcosa di millenario e quest’effetto fu pienamente voluto dal progettista Federico Frigerio che proprio alle costruzioni antiche si rifece traendo ispirazione, in particolare, dal Pantheon di Roma.

Egli volle realizzare un’opera in cemento armato dalla base di ben 2 metri nella lungimirante idea di tutelare la struttura da eventuali innalzamenti del lago.

Marmi, onici ed alabastro furono i materiali indispensabili per i lavori avviati nel 1925 e per la sala centrale di una dozzina di metri di diametro.

Una volta messa in opera la struttura fu decorata con le statue della Scienza e della Fede, poste a guardia dell’accesso, opera dei gemelli Carlo e Luigi Rigola, e con i rilievi di Pietro Clerici.

Nel 1928, finalmente, avvenne l’inaugurazione del complesso con una cerimonia solenne che trovò eco perfino sui giornali locali d’altre regioni:

Un'opera solenne e magnifica, ispirata dalla fede, dalla scienza e dall'amore per questa nostra Italia e per le glorie sue più pure e più belle, è sorta a Como e forma l'ammirazione degli stranieri e dei connazionali che visitano l'incantevole città lariana.

La grande e singolare attrattiva è costituita dalla candida mole quadrifronte del fastoso Tempio Voltiano che sembra sorgere dalle acque alla rotonda dei giardini pubblici, incorniciandosi, nel suo purissimo stile neoclassico, solenne e grandioso ed in armonico contrasto di colori nella ricca tavolozza del magico scenario.

È un Tempio incombustibile di metalli e marmi preziosi - oltre trenta qualità risplendono nei castoni del rilucente pavimento a mosaico veneziano - fatto costruire dall'On. Francesco Somaini mediante l'opera dell'insigne architetto Federico Frigerio, per dare sede regale ai cimeli ed agli altri ricordi (manoscritti, lettere, medagliere, iconografia, bibliografia) del genio sovrano di Alessandro Volta e soprattutto agli strumenti del Sommo Fisico rimasti distrutti o rovinati nel fatale incendio dell'esposizione del 1899 e ricostruiti a cura e spese dello stesso On. Somaini, da una schiera di dotti e valenti scienziati (Massardi, Murani, Grassi, Amerio, ecc.) unitamente agli strumenti di Volta andati dispersi precedentemente per vicende di tempi e di famiglia e dal rifacimento dei quali è balzata inattesa la documentazione di altre scoperte importantissime fatte dal Volta, tra cui quella della teoria sulla genesi dell'elettricità atmosferica.

Nello spazio risultante dal raccordo della grande aula circolare delle cerimonie (ricca di artistici altorilievi nella fascia del parapetto superiore e dominata da una bellissima erma di Volta su di una alla stele monolitica in giallo di Siena) col perimetro quadrato del Tempio sono raccolti in sedici ricche bacheche di bronzo antico e cristalli, tutti questi strumenti sia originali che ricostruiti e rifatti e davanti ad essi, che sintetizzano le tappe gloriose del pensiero scientifico del grande Fisico, i visitatori si soffermano reverenti, ricordando che l'intelligenza meravigliosa di questo Sommo era illuminata dalla luce della fede più viva e zelantemente praticata e che il Volta non disdegnava di insegnare la dottrinetta ai bimbi e di intrattenersi colla umile gente ne' suoi soggiorni operosi di campagna: uno degli altorilievi che circondano la fascia del loggiato superiore del Tempio, mostra Alessandro Volta nella residenza preferita di Lazzate che, uscendo dalla chiesa, dopo le funzioni, spiega ai terrazzani le sue scoperte, da esse profetizzando come l'On. Somaini volle documentare - anche l'invenzione del telefono.

Il Tempio Voltiano fu consacrato da S. Ecc. il Vescovo di Como Mons. Pagani, con un'altissima orazione inaugurale di S. Ecc. il Card. Pietro Maffi, primate di Pisa, in porpora, presenti il sottosegretario gen. Cavallero per il Governo, tutte le altre rappresentanze ufficiali e degli atenei d'Italia, tra cui il corpo accademico dell'Università di Pavia, in toga, che fece la consegna del tripode pompeiano con lampada votiva offerta da quella città con un discorso del Rettore Magnifico e la Commissione Reale per l'Edizione Nazionale delle opere di Volta che a mezzo del Prof. Marco Somigliana dell'Università di Torino, parente del grande scienziato comasco, depose la prima copia nell'apposito stipo. A completare poi ed a vivificare l'Istituzione l'On. Somaini dopo aver speso parecchi milioni per la costruzione del Tempio, lo ha dotato di un fondo per borse di studio da attribuirsi a studenti italiani e del Canton Ticino che seguono corsi attinenti all'elettricità. B. MARONGELLI. (2)

……………….

A Como, domenica, è stato inaugurato il tempio voltiano eretto nella rotonda dei giardini pubblici, per volontà dell’on. Somaini. In esso sono raccolti dei cimeli riguardanti il grande inventore della pila. Il monumento venne benedetto dal Vescovo Mons. Pagani, e il cardinal Maffi disse il discorso di circostanza. (3)

Naturalmente il regime non mancò di far sua la celebrazione che, in verità, poco doveva alle istituzioni dello stato essendo il monumento nato per volontà e finanziamento di privati e per lo più per opera del Somaini. Ma a quel tempo al fascismo non dispiaceva farsi merito di qualunque novità si realizzasse in Italia. Anzi ciò divenne così ammorbante che un giornalista piemontese si permise, nel dar notizia del Tempio Voltiano, una nota polemica che, nel 1928, aveva già qualcosa di coraggioso ed assolutamente incredibile. La prima frase del pezzo, infatti, oltre che polemica pare decisamente critica:

Tra le varie manifestazioni inaugurali che ogni domenica si susseguono nell’una o nell’altra città e che più o meno si rassomigliano tutte ingenerando  un senso di stanchezza e di indifferenza nel pubblico, si distingue, si eleva e si caratterizza l’austera, originale cerimonia svoltasi a Como per la consacrazione, alla scienza ed alla fede, del magnifico Tempio Voltiano, che sorge in una delle più ridenti posizioni della seducente terra Lariana, specchiandosi nelle acque serene del lago e che è dedicato all'esaltazione della gloria imperitura di Alessandro Volta. 

Nel Tempio incombustibile, splendente di metalli e marmi rari e preziosi, fastoso e solenne come una loggia, nel suo puro stile neoclassico dall’euritmia perfetta, sono raccolti in sedici bacheche di bronzo antico e cristalli tanto i cimeli originali, come quelli già andati perduti per vicende di tempi e di famiglia o distrutti nel fatale incendio dell’esposizione del 1899 e fatti ricostruire per mezzo di una  schiera di dòtti e valenti scienziati, dall’on. Francesco Somaini che ha voluto donare anche la ricchissima sede, quale omaggio alla memoria del Grande e per l’affetto che lo lega alla città nativa.(4)

Nel tempo sono state le personalità che hanno visitato questa meraviglia di scienza e cultura tra cui, nel 1949, anche De Gasperi. (5)

Oggi, comunque, il meraviglioso tempio dedicato ad Alessandro Volta resiste ancora in riva al lago pronto ad accogliere, oggetto tra l’altro di recenti restauri, i turisti ed i curiosi desiderosi di avvicinarsi ad una delle più incredibili, lungimiranti e brillanti menti della nostra lunga storia nazionale.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Stampa, 168, Anno LXII, 16 luglio 1928, p. 5.

2) L’Alfiere, 36, Anno IX, 8 settembre 1928, p. 1.

3) Il Popolo, 30, Anno XXIX, 22 luglio 1928, p. 2.

4) Il Popolo Biellese, 66, Anno VII, 20 agosto 1928, p. 2.

5) L'on. De Gasperi è giunto ieri mattina a Como per presenziare all'inizio delle manifestazioni in onore di Alessandro Volta nel 150° anniversario dell'invenzione della pila. La città presentava l'aspetto più festoso e gli ha tributato entusiastiche accoglienze. Erano convenuti, oltre a molti senatori e deputati, anche il sottosegretario Marazza e i rappresentanti delle provincie e dei Comuni d'Italia, fra i quali quelli del Piemonte, con I loro gonfaloni e le scorte in costume storico che hanno sfilato attraverso la città fino al Tempio Voltiano in riva al lago, ove ha avuto luogo la commemorazione ufficiale. Il sindaco di Como, il presidente della Società italiana di fisica hanno commemorato Volta come uomo e come scienziato, dopo di che l'on. De Gasperi ha parlato di Volta cittadino nello Stato. Le cerimonia, alla quale assisteva tutta la cittadinanza riunita intorno al Tempio, ha avuto attimi di vera apoteosi quando un aereo ha gettato fronde di alloro, mentre tutte le campane e tutte le sirene degli opifici lanciavano al cielo fil loro saluto (…). (Nuova Stampa Sera, 128, Anno III, 30 maggio 1949, p. 3).

 

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Articolo pubblicato il 06/12/2023